Che vuole l'establishment antiCav. e antiMonti? Un ricco status quo, mi pare

Giuliano Ferrara

Monti dice (Lo Prete ha beccato il punto): il governo delle élite non è scandaloso. Quando lo fecero premier, mi trovai soletto contro un paese che rinunciava all’autogoverno democratico. Ora mi fa piacere essere solo a suggerire: ma se non andava bene Berlusconi outsider, e non va Monti insider, che vuoi, establishment dei miei stivali, a parte un ricco status quo?

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    Al direttore - Depoliticizzare il dibattito sull’economia, come si sottolinea nella molto stimolante conversazione di Lo Prete con Gardels (il Foglio del 4 gennaio), potrebbe risultare illusorio o solo un opportuno approccio metodologico. L’economia, una disciplina sociale non una scienza, è indefettibilmente politica economica, così come l’uomo è di necessità “zoòn politikòn”. Il mercato è un “locus artificialis”, opera dell’uomo e bisognoso delle regole di questi per funzionare: non è una costruzione in natura. Le soluzioni “tecnicamente efficaci o perlomeno fondate” debbono sempre fare i conti con l’esame di chi ci guadagna e di chi ci perde nell’immediato e in prospettiva, di come si corrisponde a questo o a quell’interesse, con la vista corta o lunga. Bisogna stare poi attenti agli sviluppi della tesi della depoliticizzazione, che arrivano a sostenere l’avvenuto superamento dei concetti di destra e sinistra in nome di un indeterminato riformismo: ma cos’è, questa, se non una scelta politica? Diversamente, si tratterebbe di un totale ossequio a una presunta esattezza della “scienza” economica, di cui ci si proporrebbe come vestale, chiedendo (come nel caso del premier) di “silenziare” questo o quello, le cui tesi confliggerebbero con tale esattezza. Viene in mente, qui, uno scritto di Keynes, di recente evocato, sull’“incubo del contabile”. Forse sarebbe opportuno riprendere lo studio del grande economista, tuttora attuale, come la crisi ha dimostrato.
    Angelo De Mattia

    Ecco, questo è andare al sodo. Monti dice (Lo Prete ha beccato il punto): il governo delle élite non è scandaloso. Quando lo fecero premier, mi trovai soletto contro un paese che rinunciava all’autogoverno democratico. Ora mi fa piacere essere solo a suggerire: ma se non andava bene Berlusconi outsider, e non va Monti insider, che vuoi, establishment dei miei stivali, a parte un ricco status quo?

    Leggi l'editoriale Il tecnocrate e la democrazia di Giuliano Ferrara - Leggi La semidemocrazia di Monti - Parla Gardels - Leggi Evviva i tecnocrati! Parla Sylvie Goulard - Leggi Abbasso il prof, dicono i poteri forti - Leggi Le affinità bavaresi di Monti con Benedetto XVI - Leggi Perché Fassina e Brunetta si ritrovano contro Herr Monti

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.