
Stare a cuccia
Per come sono andate le cose, è saggio prendere atto. La sconfitta è strategica, riguarda una corposa frazione di futuro, e la ricostruzione di qualcosa, in chissà quali forme, sarà lunga e difficile, e non è nemmeno detto che del berlusconismo alla fine debba restare qualcosa, a parte la strana e immensa storia di un uomo dal carattere folle e dal destino unico, e della varia e scombiccherata famiglia politico-culturale che gli è ruotata intorno per tanti anni. Questa è la realtà.
Per come sono andate le cose, è saggio prendere atto. La sconfitta è strategica, riguarda una corposa frazione di futuro, e la ricostruzione di qualcosa, in chissà quali forme, sarà lunga e difficile, e non è nemmeno detto che del berlusconismo alla fine debba restare qualcosa, a parte la strana e immensa storia di un uomo dal carattere folle e dal destino unico, e della varia e scombiccherata famiglia politico-culturale che gli è ruotata intorno per tanti anni. Questa è la realtà. La si può negare, flettendo i muscoli e facendo la faccia feroce, digrignando i denti e mostrando il muso dell’arme, ringhiando e tentando di mordere nel buio con veemenza da lupi; oppure la si può accettare nella triste consapevolezza di un fallimento, dell’offuscamento di una visione ambiziosa e per molti aspetti seducente tradita poi dal corso delle cose, sapendo che c’è stato posto per molto impegno, molto entusiasmo, molto coraggio e molto genuino divertimento intellettuale, in tutta questa avventura; e all’opposto è potuto accadere che i suoi censori e arcinemici abbiano mostrato, a parte giudizi rivelatisi poi fondamentalmente precisi e lungimiranti (bisogna riconoscerlo), una batteria di pregiudizi, di conformismi, di vanità e bellurie falsamente moralistiche tanto rumorosa da ottundere perfino le più piane e serie delle loro ragioni.
Stare a cuccia sembra l’atteggiamento più prudente e intelligente e autentico da tenere. Non come cani bastonati, ma come animali di casa, che sanno fare la guardia ma non si mettono in posizione da gradassi, non tentano uscite di caccia in branco. Le primarie avrebbero potuto avere un senso con una decisione condivisa dal fondatore della baracca, se avesse risolto il suo problema con sé stesso e con la propria storia, se avesse deciso che dopo tanto ondeggiare e titubare era arrivato il momento di un lascito politico, modesto magari rispetto alle attese d’antan ma concreto e possibile; invece non è andata così, ed è in preda alla più cupa delle ebbrezze il partito uscito vincitore dalla confusa campagna del 2008, con un risultato follemente plebiscitario dal nord al sud che travolse letteralmente tutto e tutti, sicché la sola lettura dell’elenco delle possibili candidature fa tremare di scorno e di ilarità coscienze rotte a tutte le intemperie dell’esistenza politica. Alfano è estrema risorsa ma è molto debole, e l’effetto di sudditanza psicologica irradiato da Berlusconi, inteso come pater familias, come forgiatore di tutto quel che si vede, produce insieme inautentica unità e una minaccia incombente di finale diaspora. Il popolo o constituency dell’avventura del Cav. deve suggerire ai sopravvissuti un comportamento di responsabilità, di compostezza e dignità, tutto il resto è velleità, demenza, cattivo gusto, ambizione sbagliata.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
