Il “che fare?” dei berluscones

Giuliano Ferrara

O  si scioglie o si muove. O fa qualcosa per iniziativa del padre e fondatore, il Cav., oppure l’iniziativa la devono prendere coloro che sono rimasti intrappolati, per così dire, nel partito di maggioranza vincitore delle scorse elezioni politiche, e prima di tutto il quarantenne (come Renzi) che Berlusconi stesso aveva scelto come portavoce e successore dopo la batosta prefigurante di Milano, Angelino Alfano. Se Alfano non fa qualcosa di simile, il Pdl ha come unico destino possibile il compimento della lenta agonia attuale.

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    O  si scioglie o si muove. O fa qualcosa per iniziativa del padre e fondatore, il Cav., oppure l’iniziativa la devono prendere coloro che sono rimasti intrappolati, per così dire, nel partito di maggioranza vincitore delle scorse elezioni politiche, e prima di tutto il quarantenne (come Renzi) che Berlusconi stesso aveva scelto come portavoce e successore dopo la batosta prefigurante di Milano, Angelino Alfano. Se Alfano non fa qualcosa di simile, il Pdl ha come unico destino possibile il compimento della lenta agonia attuale. E Alfano, percepito come uno speaker e non come una svolta generazionale e di metodo politico, seguirà il suo partito nella consunzione. Lo strappo è tutt’altro che impossibile. Le alleanze verranno, sociali e politiche. Ma si deve vedere l’inizio di una nuova storia, nel segno di una scelta libera e responsabile, capace di convergere in prospettiva con nordisti riformati alla Maroni e moderati di centro postdemocristiano. Convergere, e in prospettiva, non aggregarsi, e subito. Alfano ha bisogno di fissare una data per le primarie, decisivo passaggio per un’investitura dal basso dopo la legittimazione dall’alto, berlusconiana, che non funziona più nella nuova fase. E il suo discorso è che il Pdl si batte come un leone per cambiare alcuni aspetti delle politiche di austerità, ma in continuità culturale, tecnica e politica con il meglio dell’esperienza di Mario Monti. Una piattaforma che deve scontrarsi con le tifoserie di altro segno, con le febbricitanti sparate antieuro: l’importante è che questa linea prevalga dopo una battaglia di idee significativa, nel segno della ricostruzione di uno strumento al servizio della Repubblica e del sistema dell’alternanza nei prossimi anni. La famosa destra europea e moderna che supera l’orizzonte splendido e anomalo, e anche un po’ folle, della ventennale rivolta berlusconiana contro l’establishment.

    Il centrosinistra, ecco una coalizione avversa che non è messa benissimo, sebbene i bookmaker la diano in forte vantaggio nel gioco delle scommesse sui risultati elettorali a primavera del 2013. Vendola è un demagogo che prenderà voti primari sparlando di Monti come uomo della destra finanziaria, ed è capace di tarpare le ali alla memoria vagamente riformista che circonda il segretario del Pd; e a un tipo così nessuno affiderebbe il governo della casa comune in tempi di crisi. Renzi è un rinnovatore spericolato che indica una strada nuova e ha determinato un clima generale di cui lo stesso Pdl deve prendere atto, ma ha pestato i calli della tradizione, dell’apparato, della continuità post comunista, e probabilmente alla fine dovrà tirarsi indietro e lasciare il campo, vittoria della burocrazia sulla democrazia,  al pragmatismo bonario di un Bersani, idee un po’ vecchiotte, e molta ambiguità nella gestione di un patto politico sbilenco con il demagogo neocomunista, ecologista, gay culture sentimentale eccetera. Messi insieme non sono in grado di pronunciare il nome di Monti, uomo-chiave della situazione in cui è oggi l’Italia: questo è il punto di forza per i loro avversari, se sapranno approfittarne.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.