
Detto con affetto: cazzoni
Del cazzone in capo, ora candidato al ministero del Tesoro in team con il segretario di cui è presidente e che sarebbe il presidente del presidente, sono amico affettuoso, sincero, abbastanza disinteressato (è un amico del giornale, dà una mano, come no) ed eterno, e a partire dalla fine degli anni Ottanta.
Del cazzone in capo, ora candidato al ministero del Tesoro in team con il segretario di cui è presidente e che sarebbe il presidente del presidente, sono amico affettuoso, sincero, abbastanza disinteressato (è un amico del giornale, dà una mano, come no) ed eterno, e a partire dalla fine degli anni Ottanta. Se passo all’irriverenza, e la dirigo verso persone e gruppi che difendo come posso e con cui faccio più o meno lega, a modo mio, e con accanimento, da tanto tempo, è perché spero che con un po’ di turpiloquio, pronto a ricevere la mia mercede in ritorno, ci si capisca meglio. Ma che volete fare? Tutto, proprio tutto e il contrario di tutto? Avete sostenuto la transizione Monti spiegandomi che le elezioni sotto la neve non si dovevano fare; poi avete detto che serviva responsabilità nazionale; poi avete sostenuto che ora basta tasse e sfregi alla strana democrazia televisiva in cui siamo immersi, e la Fornero si faccia le sue riforme che per noi sono una bojata pazzesca; infine che l’euro lo possiamo buttare nel cesso e che una grande campagna pidiellina più liste civiche cinofile potrebbe portare la coalizione al 40 per cento se si fondasse su una rottura conclamata dell’equilibrio creatosi nel novembre scorso, in una lotta di tutti contro tutti all’insegna della Reconquista, sebbene sia “catastrofica” e generatrice di “sconcerto” l’ipotesi oggi di una crisi di governo. Vittoria!
Ma che dite? E’ vero che molte cose utili le avete sempre fatte con una logica pop, sconsideratamente pop e rutilante, diversa dalla mia vecchia e polverosa cultura politica, lo riconosco. Le vittorie le ha guidate la mano creativa di un uomo a cavallo, che sapeva e forse sa ancora tenere in pugno la briglia del marketing elettorale e della sintonia con il popolo. Ma dovreste anche riconoscere che le sconfitte di palazzo, e le ritirate strategiche un po’ disordinate, le vostre caporetto, sono dipese da errori anticipati, calcolati, razionalizzati, esposti con la cura di evitarli dal gruppetto dei miei amici osservatori, partecipanti, non partecipanti e militanti, me compreso. Casini si porterà solo il dieci per cento dei voti appresso, sondaggi docunt, ma se per caso gli andasse di fare un bel “tutti per l’Italia” nel segno dell’affidabilità sarebbe poi difficile per voi, per noi, apparire diversi da un banale partito dello sfascio. La battaglia persa di Milano, fuori le Bierre dalle procure, dice niente? Che facciamo, un apparentamento con la Lega o quel che ne resta, e con un’immagine della società civile in rivolta che vive nei cuori militanti della destra non guidata, che considera Monti un usurpatore e il Cav. un Dio in terra, ma alla fine – rivolta per rivolta – da un lato si affiderà agli affidabili e dall’altro confluirà nei movimenti anticasta già sperimentati. Dov’è lo spazio di Masaniello?


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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