
Tecnici e pallottole
Il fucile a pompa di Romano Lombardo era pressappoco uno scherzo macabro paraleghista, o così abbiamo voluto metabolizzarlo, ma il “piacere di premere il grilletto” contro un manager dell’Ansaldo, colpito alle gambe a Genova qualche giorno fa dalla Federazione anarchica informale, che ieri ha rivendicato, è già uno scherzo più costoso. La bandiera nera dell’anarchia, nella sua forma terroristica, copre nel documento ideologico di motivazione tutto lo spettro della crisi sociale europea.
Il fucile a pompa di Romano Lombardo era pressappoco uno scherzo macabro paraleghista, o così abbiamo voluto metabolizzarlo, ma il “piacere di premere il grilletto” contro un manager dell’Ansaldo, colpito alle gambe a Genova qualche giorno fa dalla Federazione anarchica informale, che ieri ha rivendicato, è già uno scherzo più costoso. La bandiera nera dell’anarchia, nella sua forma terroristica, copre nel documento ideologico di motivazione tutto lo spettro della crisi sociale europea, alimentata da una crisi vera e da una gigantesca (questa è la novità rispetto ad altre epoche) bolla di irresponsabilità mediatica. Il nome della cellula è quello di una insurrezionalista greca arrestata insieme ad altri sette suoi compagni. La minaccia è “un attentato per ogni arrestato”, secondo una prassi di simbolismo internazionalista che sa di contagio ricercato e praticato nei paesi deboli d’Europa. In Grecia da due anni l’avvitamento del debito e delle sue conseguenze sociali produce un’endemica violenza e un allargamento dei comportamenti fuorilegge, fino al panorama ateniese desertico raccontato da Dimitri Deliolanes in questa stessa pagina. Il congiungimento con la serpentina di comportamenti illegali e provocatori, spesso violenti, in movimento anche in Italia intorno alle aree di malessere urbano, giovanile e industriale, non è solo nel nome della cellula che ha colpito. C’è anche una qualche fatuità, specie nel rivendicare con orgoglio che si colpisce il nucleare, invece che Equitalia, perché non si cerca un facile consenso.
Intanto a Napoli uno spettacolare assedio di una sede dell’Agenzia di riscossione delle imposte è finito a botte. A Napoli. E’ risuonato, altro tratto di infame e lugubre carognaggine della situazione sociale voluta e alimentata dall’irresponsabilità di giornali e tv, il grido di “assassini”. L’impiego della violenza contro funzionari e sedi in cui viene esercitato il dovere di accertamento e di sanzione fiscale è giustificato dalla campagna sui “suicidi economici”. Le statistiche Istat, lo ha riconosciuto anche il direttore della Stampa in un lungo editoriale di ieri, dicono che la soglia della verisimiglianza è stata varcata, e che noi oggi percepiamo la crisi come spettro mortale che minaccia le vite nostre e dei nostri cari per effetto di una drammatizzazione o di un bombardamento informativo che non tengono conto né delle conseguenze di contagio imitativo dello sparo di notizie esagerate sulla disperazione né della reazione sociale possibile contro lo stato datore di morte attraverso la cartella delle tasse.
Nel mirino ora ci sono i tecnocrati o tecnici, espressamente citati come classe di governo ben rappresentata dal manager e scienziato della produzione nucleare avvertito con vari colpi di rivoltella. La retorica politica insurrezionalista è parente delle scemenze antagoniste recata a piene mani sulle carriole dei demagoghi di turno. L’effetto di intimidazione è sicuro. Ma al di là di quello, ogni crisi sociale va governata con sapienza. La intransigenza della repressione penale e militare deve unirsi ad atti e parole di speranza.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
