
Burlesqueoni
Hanno risposto con gioia a inviti a casa mia. Abbiamo cenato. E dopo cena ci siamo divertiti con spettacolini del genere burlesque. I miei amici ed io siamo stati accusati di prossenetismo e loro, le ragazze, sono state additate come puttane. Ora le mantengo, e sono fiero di farlo, perché pm impiccioni le hanno rovinate, quelle ragazze, esponendole alla gogna pubblica”.
Berlusconi non è mai stato così libero, così vero, così testardo e virile, così morale come ieri in Tribunale.
Hanno risposto con gioia a inviti a casa mia. Abbiamo cenato. E dopo cena ci siamo divertiti con spettacolini del genere burlesque. I miei amici ed io siamo stati accusati di prossenetismo e loro, le ragazze, sono state additate come puttane. Ora le mantengo, e sono fiero di farlo, perché pm impiccioni le hanno rovinate, quelle ragazze, esponendole alla gogna pubblica”.
Berlusconi non è mai stato così libero, così vero, così testardo e virile, così morale come ieri in Tribunale. E’ una persona degna di ammirazione da parte di chiunque sappia distinguere tra principi non negoziabili, che non sono in ballo, e peccadillos; tra sesso predatorio, che non ha niente a che fare con questa vicenda mentre riguarda casomai certi idoli della gauche e dei liberal, e gioco piacione; fra peccato e reato, fra induzione alla prostituzione e regalità del genere impresariale, teatralità del tipo appunto burlesque.
Le cose in Questura, quella notte, sono andate così. Una telefonata lo raggiunge a notte fonda a Bruxelles, allarme per la sorte di un’amica nei pasticci, preoccupazione di un uomo pubblico braccato da giornali e procure per la sua vita privata, intervento personale discreto perché la cosa andasse a buon fine, con una presuntiva pia frode molto amabile (la nipote di Mubarak). Ciò che avrebbe richiesto al massimo le scuse pubbliche di un presidente del Consiglio è stato trasformato in un vergognoso processo, in una indecente caccia alle streghe. Telefonate in Questura e altrove da parte di leader non sono mancate nella nostra storia italiana, al telefono la voce di qualcuno accreditato della catena di comando di un boss, ma Berlusconi chiama personalmente il dottor Ostuni, si espone in tutta la sua amicale mitezza e prega un’amica personale di andare a prendere la signorina Kharima El Mahrough, ragazza marocchina disinvolta che ha cercato un destino di successo e di socialità legato al suo corpo esplosivo e così focosamente lontano dai precetti dell’islam, una giovane donna sulla cui età anagrafica nessun italiano che l’abbia vista anche solo in fotografia ha mai avuto dubbi di minore età (anzi: nessuno avrebbe creduto al passaporto di una minorenne, se si usasse il passaporto per partecipare a una festa burlesque).
Il burlesque, la dottoressa Boccassini si informi su wikipedia, è parodia scollacciata, platealità intrigante, roba passata dagli inglesi prude e vittoriani agli americani festaioli e puritani, roba che ha radici in Chaucer, in Thackeray, in Fielding, roba che nel Novecento è esplosa come consolazione rutilante da tempi di guerra, come saggio mattocchio di libertà e antropologia barocca di corpi e movimenti e mascherature, fino agli splendidi spettacoli cabarettistici americani visti l’anno scorso al Festival di Spoleto, fino a Madonna e Lady Gaga.
Si può essere ignoranti, privi di fantasia, di humour, di ironia, non è reato. Ma non si può appendere un paese libero come l’Italia a una farsa tragicomica di processo persecutorio, a una roba da mentecatti come l’informazione faziosa che si domanda se ci sia stata “palpazione” e se la palpazione abbia rilevanza ai sensi di una sentenza della Cassazione, non si può con qualche decenza e stile provocare uno scandalo inesistente spiando, intercettando, e piegando ai propri scopi, con il solito metodo dei colloqui investigativi e dell’interpretazione criminale di conversazioni licenziose al telefono, la verità delle cose, la loro etica privata e insindacabile, fino al nuovo show delle “pentite” che accusano. E’ il rimbombo dell’indecenza e del moralismo più bestiale quello che si sente intorno al processo Ruby e alla campagna innestata dalle voglie politiche di gentiluomini del cui privato non ho intenzione di sapere niente e a questo punto sospetto tutto. So però che il loro comportamento pubblico è fetish, porco e insincero, mentre le cene burlesque a casa Berlusconi, il suo elisir d’amore, sono precisamente e soltanto cazzi suoi e delle gentili signorine che il cavaliere difende a oltranza. Bravo!
Se vuole lo ospito a “Radio Londra” con le sue amiche per cinque puntate la settimana prossima, salvo mercoledì che c’è la partita.


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