
Trionfo dei demagoghi stercorari
Ho avuto uno scambio di idee con un amico liberal. Mi dice: sottovaluti sempre la società. Aggiunge: la gente è incazzata e ne ha ben donde. Conclude: siamo come nel 1992, alla vigilia del crollo dei partiti e della Repubblica, e c’è uno spaventoso vuoto politico, che cosa vuoi che facciano i giornali, anche loro hanno la loro base e devono inseguire il temperamento sdegnato dei lettori, e così la tv. Bene.
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Ho avuto uno scambio di idee con un amico liberal. Mi dice: sottovaluti sempre la società. Aggiunge: la gente è incazzata e ne ha ben donde. Conclude: siamo come nel 1992, alla vigilia del crollo dei partiti e della Repubblica, e c’è uno spaventoso vuoto politico, che cosa vuoi che facciano i giornali, anche loro hanno la loro base e devono inseguire il temperamento sdegnato dei lettori, e così la tv. Bene.
Sono convinto del contrario. La società sembra stupida, ma in fondo non lo è. E alla fine, come diceva la Thatcher nel suo meraviglioso volontarismo, non conosco la società, conosco solo individui. Gli individui con la testa sulle spalle sanno che non tutti i preti sono pedofili, che non tutti i politici sono ladri, non tutti gli avvocati imbroglioni, non tutti i commercianti e i professionisti evasori fiscali, non tutti gli operatori ecologici prendono le vacanze in servizio, non tutti i mariti sono puttanieri, non tutte le donne sono puttane. E sanno perfettamente che bisogna saper convivere in un modo o nell’altro con sé stessi, e naturalmente con gli altri peccatori. Gli individui sanno che le armi non si vendono senza tangenti e qualcuno di questo si occupa, che se un uomo pubblico è trascinato in un vortice di scandali personali in seguito alla crisi del suo matrimonio, con una speciale fissazione per il sesso, i regali, i piacionismi e le feste, ovvio che alla sua corte si affollino mezzani di ogni genere, che si facciano pasticci grotteschi, ma alla fine degli uomini pubblici decide la politica, come si vede ogni volta che se ne presenti l’occasione, e degli uomini privati decidono la decenza e la comprensione umana e l’ironia e infine Dio, più che i giudizi affrettati e le strumentalizzazioni forzose costruite per avidità di gola.
Io dico che il ritorno di Valterino il faccendiere, le propalazioni delatorie della sorella, le testimonianze al processo Ruby sulle danze con maschera di Ronaldinho, i viaggi di gruppo di Formigoni o i passaggi aerei gratis di D’Alema, le nomine sanitarie di Vendola e Tedesco, i guai di Errani e di Penati, lo stato patrimoniale e finanziario dei partiti dalla Margherita a Di Pietro, l’immensa disponibilità finanziaria dei padroni della sanità privata convenzionata e i fondi neri accumulati da mediatori e affaristi di Cielle, i maneggi vaticani in e off shore, le P4 et similia, tutto questo è spazzatura, e comunque è una parte minore del tutto. Gli individui delinquono talvolta o anche spesso, si sa. Altre volte commettono errori imperdonabili di stile pubblico e privato, per i quali non trovano mai il modo di scusarsi e di emendarsi con qualche plausibilità. La terza carica dello stato italiano aveva detto che si sarebbe dimessa dalla sua funzione super partes un minuto dopo aver appurato che la casa di Montecarlo destinata alla causa del partito era stata acquisita sotto costo e con mille trucchi da un suo familiare, con il suo indiretto ma sostanziale contributo, ma ieri pontificava sul futuro morale della Repubblica su Repubblica, organo moralizzatore. Ridicolo. Sopra tutto se si pensi che il castigatore di Fini, lo scopritore dei maneggi familiari a lui vicini, si chiama Valter Lavitola. Il cerchio si chiude. E non siamo affatto fuori dal cassonetto.
Allora io voglio testardamente pensare che gli individui seri i quali dirigono giornali, fanno la televisione, giudicano e mandano in mestieri pubblici, e naturalmente i politici e i magistrati responsabili, e altre gloriose autorità private o civili che contano nella vita di un paese, dovrebbero mettere a fuoco la situazione, mettere al centro le questioni urgenti e importanti dell’Italia e dell’Europa, preoccuparsi di reinventare l’autonomia di una politica fondata su una vera sovranità e su un vero autogoverno, non cannoneggiare il potere o il suo simulacro e fargli esplodere dentro la rabbia della gente, lo sdegno dei puri e duri, il sospetto, l’invidia, la frustrazione sociale diffusa, chiedendo magari conto a Monti dei suicidi degli imprenditori e così via. Questa roba mi fa schifo. Punto.
Se a decidere le sorti del mio paese è la sorella di Lavitola, sono le intercettazioni o le carte lasciate affiorare dalle procure, e devo impegnarmi assai a capire se sia vero che la picchiava, se sia vero che ricattava il suo amico Berlusconi o invece era suo complice in chissà quali maneggi, se sia vero che Penati era il capo della segreteria politica di Bersani, l’autore della sua campagna da segretario del Pd, e se sia vero che i partiti vivono d’aria privata e di dobloni pubblici, e se sia vero che la sanità in Puglia è altrettanto corrotta che in Lombardia, con certe apprezzabili differenze di funzionalità e di efficienza ditemi voi a vantaggio di chi, se a decidere la mia vita e il mio interesse per la vita pubblica è l’universale smutandamento con il suo contorno di prediche inutili e insincere, be’ questo a me non va, mi sento umiliato e anche offeso, deriso da comici di turno che corteggiano come Grilluzzo leghisti in uscita ed evasori fiscali, vogliono fracassare tutto e non sarebbero capaci di raccogliere niente, e mi sento tradito da tutta una cultura, da individui che si spacciano per la società, si mascherano dietro la società, e da decenni mi ripetono che le cose buone e giuste non si possono fare perché c’è qualcuno indignato che vuole sempre la pelle di chi progetta di farle.
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