Contro l'austerità

Giuliano Ferrara

In America, dove tutto era cominciato nel 2008 con l’esplosione del debito privato,  hanno scelto una soluzione diversa da quella nostra, d’impronta tedesca. Lo stesso in Gran Bretagna, paese europeo ma anche atlantico e fuori dell’area euro. Hanno, per farla breve, pompato moneta nel sistema. Ne sono seguite aspre polemiche, specie di parte conservatrice, perché i risultati non sono stati eccezionali e immediati, e la creazione di lavoro, che da loro è il vero termometro dello sviluppo e della famosa equità, è stata insufficiente.

    In America, dove tutto era cominciato nel 2008 con l’esplosione del debito privato,  hanno scelto una soluzione diversa da quella nostra, d’impronta tedesca. Lo stesso in Gran Bretagna, paese europeo ma anche atlantico e fuori dell’area euro. Hanno, per farla breve, pompato moneta nel sistema. Ne sono seguite aspre polemiche, specie di parte conservatrice, perché i risultati non sono stati eccezionali e immediati, e la creazione di lavoro, che da loro è il vero termometro dello sviluppo e della famosa equità, è stata insufficiente. Però, nonostante i rischi da debito e una invadenza statale considerata con sospetto, l’America e la Gran Bretagna hanno tassi di interesse molto bassi con cui fare i conti, gli sconquassi bancari sono stati recuperati, e le risorse per andare avanti a loro costano pochissimo in paragone con quello che sta succedendo in una parte dell’Europa continentale che fa per adesso centro sull’Italia. Se per allargare il campo prendiamo la Francia in allarme, possiamo dire che se loro promettono di ripartire, da noi incombe minaccioso un altro temporale di gennaio.

    L’economista Paul Krugman, in campagna da mesi contro le concezioni punitive dell’indebitamento come colpa,  ha scritto ieri che il debito della Seconda guerra mondiale non è mai stato pagato. I debiti gli stati li pagano con la crescita economica della società, che è la loro vera cassa continua e il loro garante di ultima istanza, per dir così. Gli anni Quaranta e Cinquanta produssero un gigantesco boom, e così il debito scomparì. Il sospetto è che lo stesso debba accadere da noi: lavorare, competere, produrre, consumare, tenere aperti i negozi in ogni senso, e fuori del vecchio confortevole orario ormai tramontato, partendo da un livello superiore di standard di vita e di beni acquisiti, un compito più difficile ma senza alternative. Non per castigare i ricchi, ma per diventare più ricchi.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.