Una coalizione antitedesca? Ci andrei piano

Giuliano Ferrara

Al direttore - La dottrina Merkel, che consiste nella semplice idea che ciascun paese debba ripagarsi il proprio debito e poco altro, è chiaramente fallita.
Pier Paolo Zambianchi

Una coalizione antitedesca? Ci andrei piano, potrebbe sembrare un'armata di mantenute. Il problema è la riconquista della Germania.

    Al direttore - La dottrina Merkel, che consiste nella semplice idea che ciascun paese debba ripagarsi il proprio debito e poco altro, è chiaramente fallita. L'Italia, chiamata con altri paesi a una politica severa di rigore finanziario, ha già realizzato in sei mesi quattro manovre, ma ciò non basta ai mercati finanziari con lo spread sopra i 500. Non è pensabile che l'Italia possa ripagare in 3-4 anni un debito che verrà sanato in 3-4 generazioni. In assenza di una seria difesa dell'area euro, l'immobilismo tedesco non potrà che generare l'uscita di alcuni paesi dalla moneta unica e nel caso dell'Italia (che a differenza della Grecia ha un nord e un sud) la spaccatura, non impossibile, del paese. Come è possibile che non nasca una coalizione anti tedesca in difesa di una Europa davvero unita e non mortifera come quella della Merkel? Eppure sono molti i paesi che hanno versato litri di sangue in questa crisi del debito. Si può sperare o dovremo accontentarci delle isolate Filippiche del profetico Ferrara?
    Pier Paolo Zambianchi

    Una coalizione antitedesca? Ci andrei piano, potrebbe sembrare un'armata di mantenute. Il problema è la riconquista della Germania, o di una sua parte oggi prevalente, alla razionalità anglosassone, attraverso gli argomenti semplici e persuasivi addotti in favore di una moneta unica alla quale occorre trovare un garante, comunque, a prescindere dall'uso perverso che di questa garanzia potrebbero fare classi dirigenti incapaci di limitare il debito e impegnare società e capitali nella crescita della ricchezza.
     

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.