Verso il disastro europeo

Giuliano Ferrara

Sarkozy fa del terrorismo verbale pretattico, lui e il suo governo ripetono che siamo alla vigilia di una possibile esplosione dell'euro, e tendono a nascondere la crisi incipiente della Francia dietro il comando a due delle regole dell'Unione. La Merkel vuole mettere le briglie fiscali a tutta l'Unione e in particolare all'area euro, con un meccanismo di revisione dei trattati discusso con la Francia, e in cambio non offre alcunché per dissuadere i mercati finanziari dal mordere il debito profittando dell'inazione statutaria della Banca centrale europea.

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    Sarkozy fa del terrorismo verbale pretattico, lui e il suo governo ripetono che siamo alla vigilia di una possibile esplosione dell'euro, e tendono a nascondere la crisi incipiente della Francia dietro il comando a due delle regole dell'Unione. La Merkel vuole mettere le briglie fiscali a tutta l'Unione e in particolare all'area euro, con un meccanismo di revisione dei trattati discusso con la Francia, e in cambio non offre alcunché per dissuadere i mercati finanziari dal mordere il debito profittando dell'inazione statutaria della Banca centrale europea. I campioni italiani in Europa, Mario Monti e Mario Draghi, seguono la scia degli eventi: Monti ingorga il sistema venoso della vasta platea di contribuenti e pensionati che governa con una messe di tasse e rinunce, e riforma con l'accetta le pensioni d'anzianità, cosa in sé buona,  ma non garantisce nell'intervento d'emergenza alcun gancio al quale legare una prospettiva di ripresa e rilancio del lavoro, della produzione competitiva, dei consumi e dell'incremento di ricchezza del paese; intanto Draghi cerca di mettere una pezza alla imbarazzante prospettiva del credit crunch con i tassi in discesa decisi ieri e altri interventi a difesa della liquidità bancaria, ma subisce le regole strozzacredito dell'European Banking Authority e gli interdetti tedeschi a far funzionare come garante l'istituto di emissione di Francoforte, anche in forme diverse da una aperta dichiarazione stampa-moneta. La recessione, che è il vero problema anche per il debito, alligna e minaccia in forme varie l'Europa, e con essa il mondo. Dunque, dicono in parecchi, si va verso un disastro. Questa parte di mondo non è nuova, come insegna il suo Novecento, a movimenti tellurici e tendenzialmente catastrofici, sebbene il balletto pericoloso a cui assistiamo avvenga in presenza di dati sull'economia reale e sulla ricchezza patrimoniale nient'affatto da declino o da tramonto dell'occidente. Gli americani sono preoccupati e sono sbarcati in forze in Normandia, dove tutto è cominciato con la nota franco-tedesca di Deauville dell'ottobre 2010, una dichiarazione d'impotenza al cospetto del debito greco, all'origine del successivo contagio.

    Romano Prodi, che è in parte un tecnico in parte un politico in parte un libero pensatore nella riserva, è molto attivo nel denunciare la miopia franco-tedesca, la cattiva scelta dei tempi di intervento, la scarsa volontà di affrontare le responsabilità che incombono al di là di ogni ragionevole dubbio su chi governa la salute della moneta unica e di tutto il sistema di convenienze che su di essa fa leva. Ma è una voce isolata, raggiunto a intermittenza da Silvio Berlusconi che si è convinto della necessità di stampare moneta in cambio di una maggiore disciplina fiscale comune. Per il resto, a parte le voci critiche britanniche e l'autodifesa della City di Londra e di Wall Street (e della Casa Bianca), le classi dirigenti europee, Monti compreso, sembrano stregate dall'antico riflesso tedesco, e non riescono a contare e a incidere sulla prospettiva cupa di un collasso collettivo.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.