Losca maggioranza tripartita
Alla grande menzogna non ci adeguiamo. Non era vero che il governo Berlusconi portava la responsabilità della crisi da debito. Casomai il governo era responsabile del contrario, di non aver denunciato per tempo gli ostacoli monetari e di governo dell'euro alla crescita e alla salute finanziaria dell'Unione.
Alla grande menzogna non ci adeguiamo. Non era vero che il governo Berlusconi portava la responsabilità della crisi da debito. Casomai il governo era responsabile del contrario, di non aver denunciato per tempo gli ostacoli monetari e di governo dell'euro alla crescita e alla salute finanziaria dell'Unione. I banchieri e i politici (un Claudio Costamagna, un Enrico Letta) che hanno presentito magicamente la discesa immediata dello spread tra titoli pubblici italiani e tedeschi, in seguito alle dimissioni del Cav., dovrebbero considerare con il necessario pudore la loro temerarietà demagogica e chiedere scusa. Un cambio di governo e di maggioranza, alle spalle degli elettori e contro le loro deliberazioni nelle urne del 2008, è scandalo, impoverimento della democrazia politica e suo svuotamento, e chi copre con il dettaglismo parlamentarista la maggioranza tripartita non eletta, non legittimata politicamente, compie un tipico errore di cinismo arcitaliano che un giorno dovrà riconsiderare come debolezza ed errore.
Tuttavia la nostra postazione di berlusconiani non servili e non ciechi ci aveva già da molto tempo consentito di capire alcune cose. Che il Cav. era ormai una grande icona, benedetta per mezza Italia e maledetta per l'altra mezza, e su quella immagine si esercitava uno sputacchiamento demenziale capace di bloccare la sua funzione di capo del governo. Per cattive ragioni, tra le quali aveva preso il comando la vergognosa persecuzione ai danni della sua vita privata, folleggiante ma solo con occhi bestialmente bacchettoni riconducibile a una attività di prostituzione da spiare e sputtanare in giudizio, l'anomalia felice del berlusconismo era stata trasformata in agonia dal circuito o circo mediatico-giudiziario. A nulla erano valsi i buoni consigli: occupati di crescita, fa' il tuo mestiere di presidente del Consiglio, non regalargli il tuo ruolo solo difensivo di imputato riottoso e amareggiato dalla loro perfidia, accetta e pratica il contraddittorio, abbi fiducia negli italiani e non in una comunicazione paludata e insincera e vagamente opaca, fa' dell'anomalia uno strumento di libertà nella politica estera ed europea, di' la verità sulla crisi che solo tu puoi dire oltre ogni dissimulazione. Forse l'anomalia si era consumata nel tempo irrimediabilmente. Ma avrebbe dovuto chiudersi non nella mestizia di una fuga, l'atto di responsabilità coronato dalla rinuncia a combattere, ma da un rilancio fondato sulla grande riforma dell'alternanza e del voto popolare che sceglie i governi, che a Berlusconi comunque dobbiamo. Quindi non ci adeguiamo e a una soluzione politica fondata sulle menzogne non crediamo.
Tuttavia tifiamo per un paese che esca dalla minorità, e speriamo, ma senza investirci una lira fino a prova contraria, in un governo tecnocratico che salvi almeno la faccia italiana in Europa, che si autolimiti politicamente alla gestione dell'emergenza economico-finanziaria, che non faccia dell'orribile maggioranza tripartita che ha votato la fiducia uno strumento di inciucio, di chiacchiericcio parapolitico underground, di compromessi miserelli che lasciano affondare le già fragili identità e i programmi alternativi del bipolarismo maggioritario. E ci tocca sperare che il “metodo comunitario” del professor Monti, che sa di ritardo culturale e politico sugli eventi, consenta ai nostri debiti di essere rimessi come noi li rimettiamo ai nostri debitori (con il consenso morbido e mediatorio della Cei e dei suoi uomini nel governo). Speriamo, appunto, ma non ci crediamo.
Non siamo e non saremo fanatici e complottisti, perché non è nella nostra natura politica, nel dna (come si dice) di questo giornale e dell'esperienza minoritaria ma qualificata che rappresenta. Il complottismo ci è estraneo, anche perché i processi di espropriazione della sovranità, che sono cosa diversa dalla messa in comune di responsabilità e doveri, insieme con i rischi europei comuni legati alla moneta, sono aperti, manifesti. Siamo felici di essere in compagnia dei britannici e della loro cultura, sebbene l'identità italiana sia strategicamente legata al metodo europeista, e ne abbia tratto anche decisivi vantaggi. Ma gli inglesi ci aiutano a non slittare dalla libera adesione a trattati, e a un sistema finanziario e di mercato comune, verso la sottomissione politica, che è altra cosa, che è un'illusoria soluzione di questioni cruciali che nascono nella storia nazionale e di questa si nutrono.
Saremo riformisti e moderatamente liberali. Per primi abbiamo impugnato in Italia la bandiera keynesiana dello stimolo monetario d'emergenza, che ci è sembrata pragmaticamente utile a fermare una tendenza critica rovinosa dei mercati. Non abbiamo ortodossie liberiste da rispettare, ma uno statalismo e un partitismo non illuminati da combattere, questo sì. E speriamo che le forze fino a ieri confusamente alternative, incapaci di consolidare una seria proposta di governo e di far nascere un progetto di alternativa, non diventino confusamente consociative, all'ombra della macchina tecnocratica del potere e delle esigenze di autodifesa del ceto politico. La maggioranza tripartita non deve esistere, è un ulteriore vulnus alla nostra democrazia, è la fine di ogni speranza, è la forzata riconduzione del sistema a vent'anni fa. Ed è anche un'illusione non praticabile, che dividerà l'Italia e gli italiani, e porterà a nuove umiliazioni sullo scenario europeo. Non fate vertici, governate la situazione con tatto e piglio istituzionale, non mescolatevi come una classe dirigente in fuga dalle sue vere responsabilità, uomini del Pdl e del Pd, parlamentari che oggi dovete dimostrare di non essere “nominati”, come recita la filastrocca anticasta. Sarebbe la vostra rovina e la rovina comune. Ne guadagnerebbe solo la pletora di mediatori di ultima istanza, di prosseneti del sistema politico vecchia maniera. Se da questa situazione di abissale menzogna usciremo con nuove menzogne, non ci sarà posto per un'Italia civile adulta, matura, direttamente responsabile del suo presente e del suo futuro per una o due generazioni almeno. Sarebbe veramente una catastrofe. Ribellatevi.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
