Dottor Caimano, faccia attenzione
Il Cav. ha vissuto un giorno da pecora, veramente triste perché determinato dall'urgenza dell'autodifesa personale, ed eccolo di nuovo dottor Caimano. Sorride magnificamente alle telecamere davanti al Senato, e dice che non scriverà le sue memorie. Si appresta a tenere un discorso alla Camera, discorso di linea, come si dice. Ma ne anticipa alcuni contenuti. Il governo dura finché lo vogliamo noi del Pdl, che siamo il partito di maggioranza in Parlamento. Voglio la riforma della giustizia e la legge sulle intercettazioni.
Il Cav. ha vissuto un giorno da pecora, veramente triste perché determinato dall'urgenza dell'autodifesa personale, ed eccolo di nuovo dottor Caimano. Sorride magnificamente alle telecamere davanti al Senato, e dice che non scriverà le sue memorie. Si appresta a tenere un discorso alla Camera, discorso di linea, come si dice. Ma ne anticipa alcuni contenuti. Il governo dura finché lo vogliamo noi del Pdl, che siamo il partito di maggioranza in Parlamento. Voglio la riforma della giustizia e la legge sulle intercettazioni. La patrimoniale è una botta secca contro il valore degli immobili, la fiducia dei cittadini e dei risparmiatori, l'industria dell'edilizia.
E così via. Bene. E' ben noto ai nostri lettori che avremmo preferito da parte sua una proposta di governo bipartisan dell'emergenza, che ovviamente continua a premere Monti o non Monti, e una soluzione elettorale concordata in nome di una prassi, quella della democrazia, che non si può considerare variabile dipendente. Non è successo. Ma nella nuova situazione tecnocratica il dottor Caimano si appresta a riprendere il suo ingombrante posto. E non pare solo questione di cattivo o buon umore, di esigenza di unificazione del Pdl molto provato nella sua fragilità, sembra una conferma della scelta di una vita spericolata.
Ce ne compiacciamo, ma up to a point. Berlusconi deve sapere quel che succederà, se il trattamento da lui riservato ai nuovi equilibri determinati anche con il suo iniziale consenso sarà così gagliardo come promettono i suoi primi pronunciamenti. Il circuito mediatico-giudiziario, il notabilato politico centrista e la sinistra di ogni tipo, in uno con la disorientata componente movimentista e giustizialista, non aspettano altro.
Un Berlusconi interventista dovrà diventare il nuovo spauracchio. E l'operazione è semplice. La architettarono anche durante il governo Dini, ma si era all'inizio dell'avventura, e quel governo era figlio di un ribaltone rancido, non dell'ideologia della salvezza nazionale. Tanto che la guasconaggine di Berlusconi poté convivere con la quotazione in Borsa delle sue aziende e la rimozione del debito legato all'investimento e all'espansione di Fininvest. Oggi è diverso. Non siamo più all'inizio, per non dire che siamo alla fine, e l'esperienza potrebbe suggerire agli arcinemici di chiudere al più presto il castello dell'emergenza, e di serrare i ranghi. Portare a fondo l'attacco centrista al Pdl, in nome dell'Europa franco-tedesca e del suo governo confortato dalla popolare Merkel. Diviso il Pdl, aggregare intorno all'ombra lunga o al profilo apparentemente basso di Monti un nuovo centrosinistra molto largo, che al momento opportuno sfiderebbe l'armata Berlusconi divenuta riottosa e ghignante in campo aperto.
Sarebbe dura, da soli puri e duri con Bossi contro la rimpannucciata grande alleanza che ha trovato un suo capo banchiere e un suo blocco sociale di salvezza. Non è un caso la reticenza di Monti sulla politica, e la sua minaccia già privatamente formulata di fare il capo dell'Italia perbene antiberlusconiana. Fare i conti con questa ombra lunga sarà un problema per il dottor Caimano. Che ne dite di una bella legge sul conflitto di interessi?


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