Proposta: fiducia a Monti solo se dice di no a una Bce tedesca

Giuliano Ferrara

La grande menzogna è saltata. In modo drammatico, ora per ora. I numeri dicono che l'attribuzione di una crisi del debito italiano alla credibilità fragile del governo Berlusconi era una mascalzonata propagandistica di cui gli italiani potrebbero essere chiamati a breve a pagare il conto. Non era così. Il debito pubblico aggredito non è solo quello italiano, e il contagio riguarda tutti, è una malattia destinata a diventare cronica e poi rovinosa del sistema della moneta comune europea.

    La grande menzogna è saltata. In modo drammatico, ora per ora. I numeri dicono che l'attribuzione di una crisi del debito italiano alla credibilità fragile del governo Berlusconi era una mascalzonata propagandistica di cui gli italiani potrebbero essere chiamati a breve a pagare il conto. Non era così. Il debito pubblico aggredito non è solo quello italiano, e il contagio riguarda tutti, è una malattia destinata a diventare cronica e poi rovinosa del sistema della moneta comune europea. Basta vedere non soltanto i rendimenti pazzeschi dei titoli pubblici italiani, incuranti dei protocolli dei tecnocrati alla vigilia dell'insediamento a Roma, ma anche quelli francesi, spagnoli, olandesi, austriaci, per non parlare della rotta greca e di quella, a ruota, dei portoghesi. Basta vedere la situazione delle Borse, che non conoscono più nemmeno i rimbalzi delle settimane scorse, con grandi aziende competitive come Finmeccanica buttate nel cesso dei ribassi dall'azione congiunta della demagogia giudiziaria e dell'inettitudine di stato. In Germania si discute ormai apertamente la ristrutturazione del sistema dell'euro, una sorta di moneta comune a doppia fascia, A e B, dunque il declassamento virtuale di paesi membri dell'alleanza monetaria, una svolta di imprevedibili conseguenze, che si vorrebbe governare come un raddoppio franco-tedesco del commissariamento italiano. E che politici tedeschi dalla lingua lunga definiscono come una germanizzazione culturale dell'economia europea. […]

    Formuliamo una proposta, questa sì di emergenza. Visto che i due partiti decisivi, il Pd e il Pdl, hanno deciso improvvidamente una soluzione che già declasserebbe l'Italia a democrazia minore, svuotata di senso, almeno ci sia un soprassalto di intelligenza e di amore per il paese. Berlusconi e Bersani si incontrino direttamente, invece di delegare ai loro portaparola future nebbiose mediazioni, e dicano con chiarezza che questo governo può nascere, può ottenere la fiducia in Parlamento, solo e soltanto se il primo punto delle sue dichiarazioni programmatiche sarà che l'Italia chiede perentoriamente, con un calendario sicuro e ravvicinato, la trasformazione immediata della Banca centrale europea in prestatore di ultima istanza. […]

    La proposta integrale nel Foglio in edicola domani

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.