FUCILATE IL SOLDATO CAV.

Giuliano Ferrara

Berlusconi aveva deciso il decreto-Europa, dopo incertezze superate in mattinata. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini ci aveva spiegato all'una del pomeriggio il dettaglio della decisioneriformatrice e liberalizzatrice, Berlusconi ce l'aveva confermata: no a un prelievo patrimoniale, sì a cambiamenti radicali del modo di essere dell'economia e della società italiana suggeriti dalla Bce ed accettati nella lettera del governo alla Ue.

    Berlusconi aveva deciso il decreto-Europa, dopo incertezze superate ieri mattina. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini ci aveva spiegato all'una del pomeriggio il dettaglio della decisioneriformatrice e liberalizzatrice, Berlusconi ce l'aveva confermata: no a un prelievo patrimoniale, sì a cambiamenti radicali del modo di essere dell'economia e della società italiana suggeriti dalla Bce ed accettati nella lettera del governo alla Ue. Il nostro sito web faceva esplodere più tardi i fuochi d'artificio, suggerendo il fatto che si era finalmente imboccata la direzione giusta. Mentre scriviamo, alle nove di sera, il capo del governo si ritrova sotto assedio a palazzo Chigi. Il suo ministro dell'Economia è contro il decreto. Il capo dello stato è contro il decreto. Le motivazioni di Tremonti sono ciniche e politiciste. Quelle di Napolitano risentono del suo ruolo arbitrale: le opposizioni gridano all'emergenza e all'interesse del paese, ma lavorano in realtà solo per abbattere Berlusconi, e vogliono a tutti i costi impedirgli di decidere, di presentarsi al G20 con una linea d'azione e cose fatte, promulgate, che risollevino il valore di azioni e titoli pubblici italiani.

    E' un gioco sporco sulla crisi finanziaria, dopo quello degli origliamenti, totalmente incurante dell'interesse del paese. Il Popolo delle libertà è in crisi, spingere per nuovi negoziati in vista di un maxiemendamento alla legge di stabilità, verso la data del 15 novembre, equivale a procurarsi lo spazio di manovra per lo smottamento del mondo berlusconiano, fondato su un mandato elettorale maggioritario tradito da molti furbetti del quartierino proporzionalista, per varare soluzioni emergenzialiste e condurre a una fine ingloriosa un lungo ciclo politico, impedirgli di realizzare quanto promesso negli anni. Nella notte si stabilirà la verità. O un decreto “o la va o la spacca” e una rivolta politica aperta del capo del governo contro le briglie anticostituzionali che gli mettono addosso, ma il Cav. forse non è il tipo, o la minacciosa agonia “negoziale” del berlusconismo. A questo punto con tempi ravvicinati e particolare noncuranza verso l'interesse e il bene comune.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.