Un buon discorso di contrattacco, con alcuni improvvidi errori di stile

Giuliano Ferrara

Niente da ribattere. Quel che doveva fare Berlusconi l'ha fatto. Scusatemi per l'incidente parlamentare, lo dico come capo della maggioranza che ne è responsabile, ma ripareremo senza problemi. Sto qui, a pie' fermo, e sono padrone di me stesso e delle mie idee, che sono ottimismo e decisioni operative sullo sviluppo, battaglia aperta al catastrofismo redditizio dei soliti noti. Sto qui, optime, perché state facendo perdere tempo al paese invece di preparare una responsabile alternativa di governo, di progetto, di programma.

Leggi Il pallottoliere rassicura il Cav. sulla fiducia, ma il Pdl traballa spaurito di Salvatore Merlo - Leggi il discorso pronunciato ieri alla Camera dal presidente del Consiglio

    Niente da ribattere. Quel che doveva fare Berlusconi l'ha fatto. Scusatemi per l'incidente parlamentare, lo dico come capo della maggioranza che ne è responsabile, ma ripareremo senza problemi. Sto qui, a pie' fermo, e sono padrone di me stesso e delle mie idee, che sono ottimismo e decisioni operative sullo sviluppo, battaglia aperta al catastrofismo redditizio dei soliti noti. Sto qui, optime, perché state facendo perdere tempo al paese invece di preparare una responsabile alternativa di governo, di progetto, di programma. Sto qui, perché l'unica alternativa sono elezioni che giustamente nessuno si augura oggi, ma sarebbero indispensabili nel sistema maggioritario e bipolarista che abbiamo costruito, per rispetto del mandato elettorale. Il mio governo c'è e sa quel che vuole, il vostro no, e quindi chiedo la fiducia.
    Bravo, e in bocca al lupo per il voto di oggi (crepi il lupo).

    Ma al di là di una certa soddisfazione politica e simbolica, perché l'animale prodigioso che è in quell'uomo ha ancora il sangue nelle vene, stupisce l'inclinazione del Cav.  a non capire alcune regole di stile decisive, che sono importanti per segnalare la riappropriazione piena di una capacità di guida delle cose. La prima è l'asciuttezza. Brevitas è gravitas. Il tono fa la musica. L'intendenza si occupa del rendiconto, il capo ne accenna senza temere imposizioni. E' solo così che spiazza la poco dignitosa e offensiva pochade aventiniana delle opposizioni. Non si fa l'elenco ennesimo delle riforme di struttura, mancava solo il ponte di Messina. Fa ridere. Fa sbadigliare, per lo meno Bossi. E non si diluisce il cuore politico di un discorso, che è il rifiuto del modo di vedere le cose dei declinisti, facendosi un po' di propaganda. Un discorso come quello di ieri, tatticamente azzeccato ma ancora troppo brodoso per rialzare lo stendardo politico di un'idea-forza, se non proprio un'icona sbiadita da troppe circostanze imbarazzanti, doveva essere una sfida rivoluzionaria in un momento “drammatico e fiammeggiante”, come dice Bersani del tramonto del berlusconismo.

    Non puoi non dire che è stata un'estate della menzogna, e che le tue manovre hanno fronteggiato la speculazione, ma ora arriva il bello: lo sviluppo, se necessario con la finanza straordinaria.  Che il tuo ottimismo non è di maniera, perché sei tu a mettere sotto accusa quell'Europa burocratica che ogni volta che parla fa crollare le borse (come ieri) e le quotazioni delle banche. Sei tu a dire che è una follia avere una moneta e non avere una banca che la sostenga, come fanno americani, inglesi e asiatici. Non puoi non citare Prodi, ex titolare della tua cattedra, che dice che l'euro è il “pilastro” dell'economia mondiale, e quindi la sua difesa è compito comune: cazzo, dopo diciassette anni di politica ancora non abbiamo capito che il compito di un discorso parlamentare, e Berlusconi ne ha fatti di eccellenti, è quello di spiazzare gli avversari. Eppoi: i problemi del paese sono due: la spesa sanitaria impazzita, e patogena oltre che criminogena, e la spesa previdenziale per mandare in pensione la gente a 58 anni di media, grottesca. Poi puoi fare compromessi di programma, di legge, di finanziaria, sebbene i fatti debbano necessariamente seguire, ma se sei un capo queste cose non le puoi cancellare, nemmeno dai tuoi discorsi. Specie quando i discorsi arrivano in un momento di manovrette democristiane, di maggioranze raccogliticcie, di rancide dissociazioni e irresponsabilità che minacciano la tua autorità.

    Ma Berlusconi è così. Un leone mansueto, un tipo anche molto simpatico e amabile che sa piacere e compiacere, che non sa farsi obbedire se non nei perimetri della sua azienda. Ieri è stato bravo, ma non ancora un eroe popolare, e la cifra di questo giornale è che vuole dall'amato Berlusconi, abbastanza regolarmente, quello che lui non è in grado di dare, se non eccezionalmente. Ma non viviamo un tempo eccezionale?.

    Leggi Il pallottoliere rassicura il Cav. sulla fiducia, ma il Pdl traballa spaurito di Salvatore Merlo - Leggi il discorso pronunciato ieri alla Camera dal presidente del Consiglio

     

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.