Venerdì la Camera voterà la fiducia

La solita brutta storia

Giuliano Ferrara

E' arrivato l'incidente. Berlusconi è stato tradito da un solo voto. Un voto a casaccio che manca alla Camera sul rendiconto dello stato, la situazione va in vacca tra pettegolezzi e sospetti, e bisogna rattoppare la maggioranza mentre i golpisti democratici vogliono addirittura ricucire l'Italia. Chi ci vede la manina, chi la manona. Buffonate della peggiore Prima Repubblica iper-parlamentare. L'opposizione fa il suo dirty job sfascista, la maggioranza si accoda. Che spettacolo malinconico.

Leggi Così rimuore la legge sugli ascolti di Salvatore Merlo

    Berlusconi chiederà la fiducia alla Camera domani.

    E' arrivato l'incidente. Berlusconi è stato tradito da un solo voto. Un voto a casaccio che manca alla Camera sul rendiconto dello stato, la situazione va in vacca tra pettegolezzi e sospetti, e bisogna rattoppare la maggioranza mentre i golpisti democratici vogliono addirittura ricucire l'Italia. Chi ci vede la manina, chi la manona. Buffonate della peggiore Prima Repubblica iper-parlamentare. L'opposizione fa il suo dirty job sfascista, la maggioranza si accoda. Che spettacolo malinconico.

    Questo spazietto doveva essere dedicato alla riscossa del miliardario in difficoltà che governa questo paese (se continua così, ancora per poco, e poi un bel salto nel buio farcito di pasticci). I termini della riscossa i lettori del Foglio li conoscono: voce grossa in politica europea, dove i direttori bilaterali che vogliono salvare con la Grecia le banche tedesche e francesi dovrebbero vedersela con un'Italia indispensabile all'euro esattamente come l'euro è utile ad essa; ricerca di soluzioni rivoluzionarie, cioè sanamente liberal-conservatrici e riformiste, alla questione dello sviluppo, la storica frustata sempre rinviata; salta anche il santo bavaglio ai ficcanaso ciarlieri e pettegoli (la corporazione chiusa dei magistrati e dei giornalisti solidali fino all'ultimo uomo) che hanno trasformato il paese in un immondezzaio, con le intercettazioni che mettono pour cause nei guai il capo del governo come vittima di un ricatto, poi come autore di un depistaggio e adesso, pare, di nuovo come vittima di un ricatto, e tutto per il dilagare di nastri fangosi sulla scorta di un'inchiesta sulle feste private a casa del presidente. Le cose importanti e di principio saltano. Saltano le soluzioni una ad una. Si continua a raccontare la favola del debito come punizione per la bella vita dei debitori, che cazzata, non ci crede nemmeno Paul Krugman, l'economista liberal keynesiano sostenitore di una Banca centrale europea che agisca com'è giusto da prestatore di ultima istanza, un istituto capace di battere moneta e mettere al sicuro dalla speculazione di mercato il sistema della liquidità continentale, altro che inflazione, la bestia indomabile mai così sotto controllo. Si oscilla tra idee diverse, divisi su come realizzarle, dal condono alla patrimoniale, e spuntano i “patrimonialisti liberali”, dopo quelli socialisti e democristiani (forse lo siamo anche noi).

    La vera crisi è crisi di comando. Berlusconi è in difficoltà non perché è Berlusconi ma perché si comporta come un Giuseppe Pella. Viene a patti con il sordido pessimismo debitorio declinista e catastrofista, o non reagisce abbastanza. Lascia che le questioni di giustizia, le quali dovrebbero stare fuori del perimetro della politica negoziabile, perché sono questioni di vita o di morte di una democrazia, siano trattate come merce politica di scambio. Vedremo dunque il trionfo dei rattoppatori di parte governativa e dei ricucitori di parte antigovernativa? Chissà. Ora dovranno rimediare all'incidente da sciatteria e nervi sfibrati, da sfiducia strisciante. Poi si dovranno decidere tra una fine ingloriosa e un contrattacco che latita ormai da troppo tempo.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.