Amanda, Sofri e Berlusconi

Giuliano Ferrara

Cari giornalisti stranieri, ora che è tornata libera una cittadina americana accusata e condannata senza prove per omicidio molti di voi, salvo la gossipara pazza Barbie Nadeau, si sono resi conto che qualcosa di serio non funziona nella giustizia italiana, e nei media italiani. Siete dovuti venire da fuori, dagli Stati Uniti e da mezzo mondo, per rendervi conto personalmente che non tutti si comportano in Italia come Cyrus Vance Jr., quello che ha fatto cadere l'accusa contro Strauss-Kahn in assenza di prove.

English version - Dear foreign reporters, time to stop believing in fairy stories?

    Cari giornalisti stranieri, ora che è tornata libera una cittadina americana accusata e condannata senza prove per omicidio molti di voi, salvo la gossipara pazza Barbie Nadeau, si sono resi conto che qualcosa di serio non funziona nella giustizia italiana, e nei media italiani. Siete dovuti venire da fuori, dagli Stati Uniti e da mezzo mondo, per rendervi conto personalmente che non tutti si comportano in Italia come Cyrus Vance Jr., quello che ha fatto cadere l'accusa contro Strauss-Kahn in assenza di prove, anzi spesso la giustizia fa il contrario, condanna prima di avere le prove e senza prove. Meglio tardi che mai.

    Da anni qui abbiamo cercato di spiegarvi
    che il nostro principale problema non è Berlusconi, che ha difetti giganteschi e notevoli conflitti di interesse, oltre a molte virtù pubbliche e vizi privati, ma un circuito mediatico-giudiziario che fa di questo paese il contrario di uno stato di diritto. Voi non avete bevuto la storia di Jessica Rabbit, la deliziosa e amorevole e leale fidanzata, trasformata in una Venere in pelliccia alla Sacher-Masoch, una diavolessa sensuale capace di dare dolore al prossimo per appetito sessuale perverso. C'è un condannato per l'omicidio di Meredith Kercher, che ha patteggiato una pena relativamente minore e che ha tirato in ballo le responsabilità di Amanda e del suo fidanzato, ma ora si vede che c'è soprattutto un'investigazione pasticciona e un processo grottesco all'origine di tutta la storia. Dio, che sa, provvederà a tutti, ma voi avete assediato il tribunale di Perugia perché sapevate che la colpa giudiziaria deve essere provata, non bastano i romanzetti noir scritti con l'inchiostro del falso Dna e trascritti da una casta di colleghi giornalisti che non è capace di evitare il partito preso. Per non parlare del processo (nove processi) ad Adriano Sofri, che si è fatto già quindici anni di galera e domiciliari nel rispetto più ferrigno della giustizia: chi lo ha accusato diceva di essersi recato da un prete per dire la sua verità di coscienza, ma appena iniziato il primo processo è venuto fuori incontestabilmente che il teste di accusa aveva trascorso segretamente, prima di avere la “crisi di coscienza”, tre settimane e più in una caserma dei carabinieri per parlare e accusare con comodo. Invece di interrompere il processo, e chiedere scusa, la giustizia italiana fece seguire appunto nove dibattimenti, tra cui un'assoluzione tradita dalle motivazioni a tradimento di un giudice che non accettava la decisione della giuria, e condanne bestiali ottenute a viva forza. Come Amanda, Sofri doveva essere un assassino, doveva dare un mandato a uccidere che non ha mai dato. Lo avevano deciso i forcaioli di destra e di sinistra, investigatori obliqui e giudici prevenuti. Anche su questo non ci avete seguito.

    Pensate ora a questo. Dal 1993,
    che in un fascicolo in inglese del Foglio vi abbiamo raccontato alcuni anni fa come l'anno del Terrore in cui furono fatti fuori i partiti politici che avevano firmato la Costituzione, la questione della giustizia, dei magistrati che fanno politica con investigazioni ad personam contro Berlusconi, il loro Arcinemico, è la più grave delle questioni italiane. Il nostro spread giuridico è a mille, siamo il paese in cui la moneta dell'imparzialità vale pressappoco zero, ci vogliono anni, e solo se si sia fortunati, per essere risarciti di una cupa oppressione giudiziaria combinata con una triste sindrome culturale da paese sotto-borbonico.

    Berlusconi non vi piace,
    è troppo esplicitamente un italiano, è il campione di un modo di essere che non accettate. E sia. La vostra libertà di giudizio ci è cara come tutte le libertà. Ma vi piace che a giudicarlo non sia il popolo, né una giustizia celebrata in nome del popolo, che tribunali composti di gente che fa politica e lo odia come usurpatore delle élite dominanti pretendano di buttarlo giù con mezzi di dubbia legalità da diciassette anni? Voi Amanda, noi Berlusconi e Sofri: a ciascuno il suo ostaggio, la sua indignazione, la sua tristezza davanti a certi spettacoli. Ogni tanto il Wall Street Journal e l'Economist, mentre impazzano varie scemenze su tanti giornali europei incapaci di vedere il pregiudizio, sollevano obiezioni sulla giustizia all'italiana. Ma non basta: questo è un paese in cui i salotti corrompono il cuore e la testa della gente, in cui un ceto dominante di funzionari e di editori di giornale, per non parlare dei guru della tv giudiziaria, ci raccontano ogni giorno la favola del Berlusconi cattivo, della casta politica cattiva, e della società civile buona, e i corrispondenti romani dei giornali europei e americani spesso ci cascano. Con la sentenza di Perugia, avete smesso di credere alle favole?

    English version - Dear foreign reporters, time to stop believing in fairy stories?

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.