Berlusconi non è il presidente del Consiglio, è Berlusconi
La sinistra della Buoncostume e gli ambienti internazionali che le vanno dietro hanno un'estrema risorsa, quando vogliono dannare la vita privata sotto inquisizione di Silvio Berlusconi. I migliori si vergognano fino alla depressione della mania intercettatoria e del buco della serratura. I più scaltri capiscono che quello dello scandalismo è un vicolo cieco politico. I più lungimiranti sanno che il davanzismo-concitismo, specie dopo la sonora lezione impartita dal pescivendolo ai saccenti inquisitori del Vernacoliere, porterà un sacco di rogne.
La sinistra della Buoncostume e gli ambienti internazionali che le vanno dietro hanno un'estrema risorsa, quando vogliono dannare la vita privata sotto inquisizione di Silvio Berlusconi. I migliori si vergognano fino alla depressione della mania intercettatoria e del buco della serratura. I più scaltri capiscono che quello dello scandalismo è un vicolo cieco politico. I più lungimiranti sanno che il davanzismo-concitismo, specie dopo la sonora lezione impartita dal pescivendolo ai saccenti inquisitori del Vernacoliere, porterà un sacco di rogne. Sanno che porterà solo rogne una nuova manifestazione neopuritana, per di più declassata a adunata vernacolare perché Repubblica ha un po' di pudore a chiedere un colpo di stato anticostituzionale a Napolitano, e con tutti quei discorsi lagnosi di Zagrebelsky, Ginsborg e altri stranieri al popolo, e mezzecalzette dell'etica come la figlia del bravo de Monticelli, quella che ha addirittura abiurato la chiesa cattolica in nome dell'eutanasia e di altri peccatucci, salvo prosternarsi per le ovvie prolusioni morali dei vescovi contro il pansessualismo e il relativismo amorale. E allora questi avanzi dell'etica assolutistica degli anni Cinquanta dicono così, messi alle corde: “Non è questione di buoncostume, è che Berlusconi è il presidente del Consiglio!”. E giù indignazioni che si fanno senso comune (del pudore).
Ma Berlusconi, come tutti sanno, non è il presidente del Consiglio, è Berlusconi. Abbiamo avuto una lunga serie di presidenti del Consiglio, prima e dopo la distruzione per via giudiziaria della Repubblica dei partiti: da Pella a Fanfani, da Andreotti a Moro, da Spadolini a Craxi, perfino il compianto Goria, per non parlare dei Prodi, dei D'Alema e degli altri in lotta tra loro. Tutti costoro peccavano come e anche più di Berlusconi in vari campi, è noto, ma lo facevano secondo un protocollo. Alcuni sono stati ammazzati dalle Br, altri sono stati accusati di omicidio e di mafia, altri ancora di possesso abusivo di barche con alberi in carbonio (sono invidioso perché la mia ha due alberelli di alluminio anodizzalo, vecchia com'è). Ma nessuno di loro, nemmeno quelli formati nell'ideologia di Breznev e Cernenko, Longo e Berlinguer, e mai emancipati davvero, si è mai sognato di sforare il galateo. Quello è salvo, e ha fatto da riparo alla formazione del più alto debito pubblico d'Europa, e di tutti gli equivoci relativi su riforme di struttura e lotta di classe.
Berlusconi lavorava tranquillo per i dané, come era giusto per un industriale milanese di genio. In più era un impresario da sempre molto innamorato delle donne, ma anche marito italiano e padre amorevole, amico delizioso, presidente di successo di una squadra di calcio mondiale, spronatore del mercato e datore di luce e di intrattenimento a molti milioni di famiglie stufe della tv di stato e della micragna nazionale e illiberale di un'intera epoca storica. Lenin, per estinguerlo secondo il profetismo di Marx, voleva una cuoca al vertice dello stato. Abbiamo avuto un uomo privatissimo, un talentuoso chef capace di cucinare parecchia roba buona, e qualche schifezza, abbiamo realizzato il sogno di uno stato amministrato, con tutto il caos conseguente, a nome del popolo, e abbiamo avuto tutto questo per merito di Francesco Saverio Borrelli e di Silvio Berlusconi. Ma di che vi state a lamentare, con tutta quella compunzione banale, non gesuitica, amici vicini e lontani della Buoncostume?
Il Cav. è persona gentile. Non avrebbe mai fatto il premier se voi non foste falliti, se non vi foste divisi sotto la sferza di pura fibra morale di un Tonino Di Pietro. Voleva salvare sé stesso e le nostre povere libertà, dare un nuovo tono e una nuova sostanza alla Repubblica dei parrucconi in fuga dai magistrati codini. Con molti se e ma, c'è riuscito. Ma quel che è riuscito a fare si deve al fatto che Berlusconi è Berlusconi, non il presidente del Consiglio di cui voi vagheggiate, non l'alto burocrate al servizio dei vostri protocolli dei savi della Repubblica.


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