La spietata caccia a Minzolini, una vergogna opportunista

Giuliano Ferrara

Al direttore - I vertici della Rai hanno censurato Minzolini del Tg1 perché continua a esternare fuori dal coro. “Impari a tacere” gli hanno detto. Già pregustano la vittoria della loro gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria.

I direttori di giornale non devono tacere, devono parlare, è il loro mestiere. La caccia a Minzolini ha qualcosa di straordinariamente losco.

    Al direttore - I vertici della Rai hanno censurato Minzolini del Tg1 perché continua a esternare fuori dal coro. “Impari a tacere” gli hanno detto. Già pregustano la vittoria della loro gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria.
    Carlo Di Sciullo

    I direttori di giornale non devono tacere,
    devono parlare, è il loro mestiere. La caccia a Minzolini ha qualcosa di straordinariamente losco. E' sistematica, spietata, conta su qualche suo errore o pasticcio per trasformarlo in capestro, e strangolare in lui, che fa il suo mestiere nelle condizioni date dalla politica italiana e dalla situazione della Rai, l'editorialista, soprattutto l'editorialista. Minzolini è stato il diavolo e il pupillo dell'establishment editoriale e politico.

    Il settimanalista Claudio Rinaldi
    lo adorava e lo promuoveva come grande cacciatore di notizie, e come analista ha goduto giustamente della fiducia, mista a inquietudine e paura, delle sue fonti, comprese rilevanti fonti di sinistra. Da quando si è fatto berlusconiano e ha preso una responsabilità direttoriale che è sempre stata politica, al Tg1, lo fanno a pezzi. E' una delle grandi vergogne opportuniste della sinistra tribunizia e forcaiola. 

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.