Il risultato di cui non sarei contento

Giuliano Ferrara

Caro Emanuele, quando uno abbia la superbia di scrivere, deve avere l'umiltà di chiedere: accontentatemi. Se dico, come dico, che Berlusconi deve scusarsi per i telefonini peruviani, per le piccole intermediazioni, per gli aerei di stato troppo affollati, per le eccessive manovre in contanti, e poi contrattaccare mettendo alla sbarra i magistrati che vogliono usare la sua vita privata, con metodi di dubbia legalità e centomila intercettazioni.

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    L'Elefantino risponde all'editoriale di Emanuele Macaluso sul Riformista di ieri.

    Caro Emanuele, quando uno abbia la superbia di scrivere, deve avere l'umiltà di chiedere: accontentatemi. Se dico, come dico, che Berlusconi deve scusarsi per i telefonini peruviani, per le piccole intermediazioni, per gli aerei di stato troppo affollati, per le eccessive manovre in contanti, e poi contrattaccare mettendo alla sbarra i magistrati che vogliono usare la sua vita privata, con metodi di dubbia legalità e centomila intercettazioni, per devastare la sua funzione istituzionale e pubblica di capo del governo; se dico questo, caro Emanuele, il risultato mi farebbe contento. Berlusconi cambierebbe quel tono da imputato costretto a mentire, direbbe la verità sia morale sia politica, e coloro che vogliono abbatterlo con mezzi offensivi per la democrazia politica sarebbero messi sulla difensiva. Poi si vede.

    Se invece io dicessi: bè, l'hanno incastrato, hanno devastato la sua immagine, basta combattere, se ne deve andare, in quel caso a festeggiare sarebbero, nell'ordine, Scalfari alla ricerca di Dino Grandi (e ha perfino trovato un Grandi potenziale in Giorgio Napolitano!); il caravaserraglio dei moralisti un tanto al chilo filosofico (quelli che leggono Kant e anche Eva Kant per addormentarsi subito dopo); il partito dei magistrati che ci ha impiccato alle accuse di omicidi, stragismo, corruzione, prostituzione minorile variamente comminate a Andreotti, Carnevale, Mannino e Berlusconi; e infine una parte politica incapace di formulare idee e programmi, e di attrezzare una politica degna del nome di sinistra (del centro non parlo nemmeno, è uno spazio residuale). Vedi che di questo risultato non sarei contento. E secondo me, neanche tu e Rino, miei vecchi compagni divisi da battaglie mie, forse troppo spericolate, e vostre, forse fin troppo prudenti.
    Un abbraccio sincero e buon lavoro

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.