Berlusconi scandaloso
Certo che Berlusconi risulta scandaloso. Nelle sue condizioni lo sarebbero anche Martin Luther King e John Kennedy e molti altri statisti o leader carismatici che hanno avuto vite private incompatibili con l'esposizione pubblica. Ma lo scandalo che ne risulta, e che lo indebolisce in Italia e nel mondo, non nasce dai suoi comportamenti, nasce dai bracconieri che lo vogliono impallinare fuorilegge.
Leggi Il dandy e lo snob - Leggi Il distillato d'intercettazioni sul Cav. a Bari e la lotta nel fango
Certo che Berlusconi risulta scandaloso. Nelle sue condizioni lo sarebbero anche Martin Luther King e John Kennedy e molti altri statisti o leader carismatici che hanno avuto vite private incompatibili con l'esposizione pubblica. Ma lo scandalo che ne risulta, e che lo indebolisce in Italia e nel mondo, non nasce dai suoi comportamenti, nasce dai bracconieri che lo vogliono impallinare fuorilegge. Nessuno come Berlusconi è mai stato combattuto con simili mezzi: inchieste ad personam e una rete di origliamenti gettata per costruire intorno a lui paura, follia, avidità e altri elementi che sollevano regolarmente ondate di fango. La leva è il sesso o il sospetto del sesso, e il denaro è a ricasco di tutto. I bracconieri agiscono, giudiziariamente e mediaticamente, trasformando le sue passioni in reati. Lui non accetta questo stato di cose e reagisce con gesti personali, diretti: telefona in Questura, parla con gli intermediari, paga tutti e in particolare gli amici e le amiche del suo giro, vuole eludere i cacciatori, liberarsene costi quel che costi, non ha alcun ritegno nella pratica del suo privato (battute atroci, cose telefoniche varie). Il suo privato è conclamato, a disposizione; e d'altra parte lo aveva detto (“Silvio Forever”, la cosa è lì): “Le belle donne sono care”.
Si è messo nei guai. I comportamenti privati, salvo che per gli angeli e qualche bonaccione, sono generatori di guai. Sempre o quasi. Quando sono i comportamenti degli altri a finire nei guai, e le intercettazioni arrivano a casa Berlusconi, è di nuovo lui che paga con un grottesco rinvio a giudizio, ieri, per violazione del segreto investigativo, per aver fatto, una tantum e in funzione ritorsiva, quello che a lui viene comminato ogni giorno. Vogliono il sangue, i bracconieri. Vogliono la preda. E non demordono. Se ne fottono della politica, del funzionamento delle istituzioni, dell'onore nazionale, delle regole del gioco: sangue, e tanto basti. La pressione è continua, nessuno è in grado di fermare il branco dei cacciatori. Berlusconi è uno scandalo da sempre: un imprenditore in politica, un anticomunista che polarizza l'Italia dopo la crisi della vecchia Repubblica, uno che parla come nessuno prima di lui ha mai parlato e inventa un paese che non c'era (i “rincretiniti”), uno che ci prova sempre, nel bene e nel male, e sempre senza autorizzazione. Un gigante gulliveriano da favola, ma i nani sono legioni.
Dicono in coro a noi suoi amici e sostenitori di sempre: fatelo e fateci uscire da questo incubo, trovate una soluzione che raffreddi l'incandescenza. Ma l'incubo è la politica predatoria, la giustizia persecutoria, la fine della privacy, il bracconaggio illegale. Finché non getterà la spugna per sua volontà, magari in numero sempre decrescente, noi resteremo qui a incitarlo e a denunciare, uno per uno, i colpi bassi dei suoi avversari. Non è un Lord, è un grande pugile che dà scandalo. E noi qui non siamo al concerto, stiamo assistendo a un interminabile match di boxe. Facciamo il nostro dovere, e salvaguardiamo senza infingimenti e con passione le regole di un'arte nobile con devozione partigiana e patriottica. Le partite truccate non ci piacciono.
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