La Marcegaglia su Roma

Giuliano Ferrara

Oggi entra in azione il centro studi di Confindustria, che fa il suo bravo report più seminario e dice la sua, sperando che “la sua” sia incisiva ma equilibrata. Ieri la presidente uscente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha vissuto un suo nuovo giorno da pasionaria, un suo 28 ottobre anticipato, con qualche rozzezza su sfondo di fatuità.

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    Oggi entra in azione il centro studi di Confindustria, che fa il suo bravo report più seminario e dice la sua, sperando che “la sua” sia incisiva ma equilibrata. Ieri la presidente uscente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha vissuto un suo nuovo giorno da pasionaria, un suo 28 ottobre anticipato, con qualche rozzezza su sfondo di fatuità. Ha per così dire marcegagliato su Roma, mettendo Parlamento e governo nella condizione dei reprobi: manovra tutta tasse, che non risolve niente, niente riforme e stimoli alla crescita, una puzzonata. Nel frattempo Tim Geithner si sbracciava a dire che le leadership europee sono in grado di tenere in pugno la situazione, tedeschi e francesi vedevano come cavarsela con il vero punto di crisi della tempesta finanziaria in corso, la cara amica Grecia; e mentre il sistema francese garantiva per le sue banche declassate (le nostre, pur non così fiorenti, stanno relativamente meglio) il vicecancelliere tedesco in visita a Roma diceva il contrario di quanto affermato dalla sbracciata presidente in lotta, che la manovra era solida, che il pareggio di bilancio anticipato è un fatto nuovo, e positivo, e altre autorità massime ribattevano quanto si sa, e Paul Krugman ha autorevolmente confermato sul New York Times: l'attacco all'Italia è un attacco all'euro, l'Europa deve rispondere combattivamente e non punitivamente o moralisticamente.

    La Confindustria di Marcegaglia le sue cosine liberali le dice e le ha sempre dette. Quando scattò l'attacco di Berlusconi sulla necessità di una immediata frustata al cavallo dell'economia e contro la patrimoniale, nel gennaio di quest'anno, la presidente, che è persona cortese e seria, si risentì, un po' alla Tremonti, per essere stata messa in mezzo, e scrisse al Giornale che sul web si sarebbero trovate migliaia di parole su crescita e sviluppo da attribuire a documenti confindustriali. Si autoassolse con un argomento minore. Purtroppo oltre ai documenti, ai proclami, alle cose giuste frammiste a qualche velleità, c'è la politica. E qui l'associazione corporativa, sindacale e politica degli industriali è un po' deficitaria. La Cisl, per dire, la sua buona battaglia al fianco di Sergio Marchionne e degli interessi industriali e del lavoro che l'offensiva contrattuale della Fiat promuoveva nelle forme possibili oggi, l'ha combattuta. Confindustria, che ha fatto quel che doveva fare, per tante ragioni, alcune delle quali comprensibili, è stata più carica di ritegno, e a un certo punto ha virtualmente perso l'appoggio della più grande industria manifatturiera italiana, che si stava internazionalizzando e chiedeva per l'Italia una cosa realizzata con l'articolo 8 della manovra (che non è tutta tasse) fatto di nuovi contratti, deroghe e nuove relazioni sindacali. Più in generale, la Marcegaglia ha mostrato una sensibilità forse eccessiva per i ghirigori del Palazzo e le grida della piazza, a un certo punto associandosi, lei che vuole abolire le pensioni di anzianità, corresponsabile di un regime di bassa produttività e bassi salari che strangola il settore privato e lo condanna all'inedia, addirittura con la Cgil: le forze sociali in lotta comune contro il governo. Va bene: se vuole entrare in politica, e fare di una certa spavalderia la chiave per la sua uscita da Confindustria, si accomodi pure, ma con argomenti economici e critiche meno impresentabili.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.