Soldi, politica, etica - il caso Penati

Specchio delle mie brame, chi è il più corrotto del reame?

Giuliano Ferrara

Il Partito democratico dev'essere impazzito. Si è messo in una gara con il capogruppo Pdl in Senato, Maurizio Gasparri, che gongola. Tema: specchio delle mie brame, chi è il più corrotto del reame? Variante: specchio delle mie brame, chi è il più giustizialista del reame? Un tempo il Pci, il progenitore A, per dirla con Zapatero, e cioè il genitore più robusto del Pd, espelleva i suoi iscritti, dissenzienti per la maggior parte, per “indegnità politica e morale”. Poi cambiò registro, e le radiazioni assunsero un carattere meno temerario.

Leggi Tutti i dubbi del Pd sulla commissione che dovrà giudicare Penati di Alessandra Sardoni - Leggi Manovre del Pd per il dopo Bersani

    Il Partito democratico dev'essere impazzito. Si è messo in una gara con il capogruppo Pdl in Senato, Maurizio Gasparri, che gongola. Tema: specchio delle mie brame, chi è il più corrotto del reame? Variante: specchio delle mie brame, chi è il più giustizialista del reame? Un tempo il Pci, il progenitore A, per dirla con Zapatero, e cioè il genitore più robusto del Pd, espelleva i suoi iscritti, dissenzienti per la maggior parte, per “indegnità politica e morale”. Poi cambiò registro, e le radiazioni assunsero un carattere meno temerario. La garanzia di moralità come segno di appartenenza perse terreno, ferrovecchio di un mondo pregiuridico. Ma ora si parla di “processo interno” a Filippo Penati, un dirigente di primissimo piano, braccio destro di Pier Luigi Bersani, sodale di un gruppo dirigente modernizzatore che dall'Emilia alla Lombardia ha cercato, con risultati paradossalmente passati in carico all'anima bella e persona per bene Giuliano Pisapia, di riconquistare il nord alla sinistra (Pisapia giustamente li ha ancorati alla gestione dei trasporti milanesi con un giovane assessore penatiano). I modernizzatori o miglioristi o riformisti lombardi, tra i quali si annovera, altro paradosso, anche l'ala efficientista e cossuttiana di quel partito, sono una tradizione politica nazionale. E non c'è dirigente serio del Pci-Pds-Ds-Pd che non abbia avuto dalla sua, e le querele sono inservibili e controproducenti, un leale e vantaggioso rapporto con il mondo delle cooperative di produzione e consumo, che nel frattempo sono diventate un gigante dell'economia italiana. Tutti ricordiamo il progetto abortito, ma legittimo, di conquistare o avere una banca di prima classe. Tutti sappiamo che il “movimento operaio”, di cui Sesto San Giovanni è una capitale, si è battuto storicamente con decisione per non essere escluso dal giro forte del denaro, e il giro forte del denaro, checché ne dicano angelicamente il professor Onida o l'architetto Boeri, candidati sfortunati a sindaco di Milano, vive nella zona grigia tra lobbismo, cordate, alleanze, e sarebbe proprio di un governo giusto della legalità distinguere e accertare entro un tempo determinato quando le regole siano state dolosamente sovvertite, e  a vantaggio di quale organizzazione o di quale (eventualmente) patrimonio personale. Punto.

    Si parte bene, con la richiesta a Penati di rinunciare alla prescrizione, di non difendersi in giudizio nell'unico modo possibile per un dirigente di partito e amministratore contro il quale sono scaricate addosso accuse infamanti da parte di cordate imprenditoriali che si ricordano di essere state taglieggiate con molti anni di ritardo, e hanno un evidente interesse al ricordo tardivo. La prescrizione, che è una regola giudiziaria valida per tutti e insindacabile, perché fissa la credibilità stessa di un processo, dovrebbe essere gettata alle ortiche in una procedura in cui i tempi della denuncia sono la dimostrazione stessa della sua parzialità e malmostosità. Eppoi Antonio Pizzinato, una gloria della sinistra milanese tutta d'un pezzo, dice che il tenore di vita di Penati non è cambiato di un millimetro, in tutti questi anni. E il Pd, invece di dire la verità politica ed etica sui rapporti tra i soldi e la vita pubblica, una verità dovuta dai tempi delle spericolate crociate moralizzatrici di Berlinguer, sta lì a ingarellarsi con gli aquirenti di case a loro insaputa. Ma che bella guerra!  (Domani la nostra opinione sul carattere belluino, vendicativo e politicamente suicida della campagna del Pdl sul caso Penati).

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.