La struttura

Giuliano Ferrara

La struttura al servizio del senatore Alberto Tedesco, verosimilmente, è l'assessorato pugliese alla Salute. I suoi associati per delinquere sono i direttori di Asl da lui nominati. Lo si desume dalle informazioni sulla nuova richiesta di arresto varata in seguito all'accoglimento di un ricorso del pm contro il giudice per le indagini preliminari che aveva escluso il reato associativo per l'amministratore regionale del Pd. Tre brasseurs d'affaires (Martino, Lombardi, Carboni) si sono incontrati e hanno comunicato più volte con il senatore Marcello Dell'Utri e con l'onorevole Denis Verdini (Verdini è partner di questo giornale, ndr), che è coordinatore del Pdl.

    La struttura al servizio del senatore Alberto Tedesco, verosimilmente, è l'assessorato pugliese alla Salute. I suoi associati per delinquere sono i direttori di Asl da lui nominati. Lo si desume dalle informazioni sulla nuova richiesta di arresto varata in seguito all'accoglimento di un ricorso del pm contro il giudice per le indagini preliminari che aveva escluso il reato associativo per l'amministratore regionale del Pd.

    Tre brasseurs d'affaires (Martino, Lombardi, Carboni) si sono incontrati e hanno comunicato più volte con il senatore Marcello Dell'Utri e con l'onorevole Denis Verdini (Verdini è partner di questo giornale, ndr), che è coordinatore del Pdl. L'imputazione di associazione per delinquere è stata elevata, a quanto si desume dalle informazioni pertinenti l'inchiesta del pm Giancarlo Capaldo, sul fondamento incerto delle seguenti attività: tenere d'occhio quel che succedeva nella Corte costituzionale, allo scopo di evitare la bocciatura del lodo Alfano sull'inviolabilità giudiziaria delle alte cariche, e promuovere in Sardegna iniziative legate allo sviluppo dell'eolico, l'industria energetica compresa nell'alvo della green economy.

    I comportamenti di Tedesco, Verdini e Dell'Utri possono essere stati eticamente scorretti. La mano inflessibile all'assessorato regionale alla Salute ha favorito interessi di gruppi legati per sangue all'amministratore, nonostante i suoi tentativi di diradare il sospetto di un conflitto di interessi. Verdini e Dell'Utri avrebbero dovuto attenersi a un codice di prudenza, di riservatezza e di astensione da pressioni e richieste di informazioni che le intercettazioni, unico riscontro probatorio in campo, segnalano. Ma tutto questo cos'è? E' un processo serio per associazione a delinquere, basato su reati accertati, cose realizzate, ipotesi chiare di concussione o di ostruzione della giustizia? Oppure è un processo trombone e strombazzato, della serie televisiva “La cricca & la casta”, messo in piedi da un pm che ha avuto un comportamento estremamente disinvolto incontrando Tremonti e Milanese, il secondo dei quali già monitorato in un'inchiesta del suo ufficio, in una fase cruciale della sua prospettiva di carriera come candidato naturale alla successione del procuratore capo di Roma? Quanto alla magistratura di Bari e di Puglia, siamo certi che il suo grado notevole di politicizzazione (molti titolari di indagini sono poi diventati sindaci, parlamentari del Pd) faccia da garanzia di imparzialità, sia un antidoto contro la logica del partito preso? Possiamo domandarci se non ci sia, in queste accanite procedure, un processo in forma giudiziaria alla pratica della politica e all'esercizio del potere?

    E' un reato per un amministratore della sanità proporre le sue scelte, di cui è responsabile davanti agli organi di controllo, anche di legalità ovviamente, e agli elettori? C'è per Tedesco la prova di una corruzione, di bustarelle, di un uso improprio e corruttivo delle deleghe assessorili che gli furono concesse dal presidente Vendola? C'è per Verdini e Dell'Utri qualcosa di diverso da una eticamente discutibile propensione a mescolare politica e lobbismo? C'è un reato? Occuparsi del lodo Alfano, cercare di sapere in anticipo gli orientamenti della Corte, dare spazio a qualche più o meno goffo o sinistro maneggione che assicura di essere in possesso di contatti utili, è reato? Il familismo amorale, in un caso, e la spregiudicatezza nel raccogliere informazioni sensibili intorno al contenuto decisivo della politica contemporanea, e cioè l'orientamento delle Corti in fatti di alta politica istituzionale, sono comportamenti criminali, integrano il reato associativo, già di per sé molto discutibile, con le severe conseguenze del caso? Promuovere l'eolico con un paio di telefonate di raccomandazione a un presidente di regione del tuo partito e un invito a pranzo di piccoli uomini d'affari, senza peraltro realizzare alcunché, è roba da benefattori dell'umanità o roba da gangster? Inoltre: non si ha diritto a essere indagati e giudicati da magistrati al di sopra di ogni sospetto di carrierismo, di partigianeria, da un ceto togato che non abbia la caratteristica ambientale dell'errore da partito preso? (Gli errori della magistratura pugliese non sono stati pochi in questi anni, chiedere a Formica assolto dopo diciassette anni di indagini e processi).

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.