Caro Bossi, la richiesta d'arresto del deputato Papa è un atto politico

Giuliano Ferrara

Caro Bossi, consegnare il deputato Alfonso Papa ai magistrati di Napoli sarebbe stato un errore strategico e un cedimento all'ingiu­stizia e il cambio di passo di ieri sera è benvenuto. Il soggetto non è rac­comandabile, d'accordo. E' stato molto incauto per il Popolo della li­bertà, alleato di governo della Le­ga, affidarsi a tipi come lui.

    Pubblichiamo l'editoriale di Giuliano Ferrara uscito sul Giornale di domenica 17 luglio

    Caro Bossi, consegnare il deputato Alfonso Papa ai magistrati di Napoli sarebbe stato un errore strategico e un cedimento all'ingiu­stizia e il cambio di passo di ieri sera è benvenuto. Il soggetto non è rac­comandabile, d'accordo. E' stato molto incauto per il Popolo della li­bertà, alleato di governo della Le­ga, affidarsi a tipi come lui. I magi­strati dovrebbero fare il loro mestie­re e basta, e finché non saranno elet­tivi come negli Stati Uniti servireb­be una legge che li tenga lontani dal­le meschine ambizioni di sottopo­tere, dal lobbismo e da altre prati­che di sottobosco. Tutti i magistra­ti, di destra e di sinistra, giustizieri e giustiziabili. Non è minimamente dignitoso quel che emerge a proposito dei traffici privati e parapolitici di questo ex pm allo sbando nel pa­lazzo delle propalazioni, dei pette­golezzi, dei piccoli e miserabili favo­ri personali. Ma è un atto politico fa­zi­oso la richiesta di custodia caute­lare in carcere per un parlamenta­re, inoltrata sulla base di indizi ge­nerici, per reati generici riguardan­ti - figuriamoci! – violazioni del se­greto investigativo, quelle violazio­ni che sono la pasta di cui è fatta da più di vent'anni molta prassi giudi­­ziaria corrente. Purtroppo c'è mate­ria per sputtanare il tipo, sebbene questo genere di linciaggio a mez­zo stampa abbia un sapore gratuito e offensivo dello stato di diritto, ma rinchiuderlo in galera per iniziati­va dei dottori Woodcock e soci sa­rebbe solo un simbolico atto di resa della Camera alla giustizia militan­te, cioè all'ingiustizia e alla cattiva politica.

    Lei, onorevole Bossi, la politica la conosce bene, d'istinto. Lei sa che Berlusconi è indebolito come presidente del Consiglio, come leader e come cittadino privato, lei sa che la caccia all'uomo non co­nosce soste, che è condotta con mezzi impropri, ma sa pure che a oggi non esistono alternative a questo governo se non pasticci estranei alla logica democratica. Di fronte al piccolo lobbismo ille­gale imputato al parlamentare da mettere in galera si erge un gigan­tesco lobbismo semilegale del­l'I­talia parruccona che non accet­ta la legittimazione popolare della guida politica dello Stato, che si ac­canisce contro Berlusconi e sfrut­ta le sue debolezze per cattive ra­gioni, che mette sotto l'opposizio­ne e la sua cultura istituzionale per bloccare il Paese uscito dalle ele­zioni politiche e un sistema in cui la decisione sia affidata al popolo, ai cittadini. La crociata è contro il premier, ma è anche contro di voi, gli intrusi, la detestata gens nova che fra penose contraddizioni ha tuttavia in testa qualcosa di diver­so e di opposto alla dittatura della virtù, quel simulacro della virtù che è da sempre la maschera dei progetti di svuotamento della democrazia e di trasformazione dell'avversa­rio in nemico da annientare.

    La lezione politica di questi giorni
    è che nella classe dirigen­te eletta, nonostante tutto, si tro­vano le energie per fronteggiare la speculazione finanziaria con il voto-lampo sulla manovra. Il presidente della Repubblica cer­tifica ogni giorno, irritato dagli strattonamenti del gruppo edito­riale di Carlo De Benedetti, che non fa parte delle sue prerogati­v­e l'approntamento di un altro ri­baltone, e manda all'aria i sogni di un governo malleabile, tecni­co, capace di restaurare i poteri perduti di nomenclature voraci che da due decenni condiziona­no l'uso del diritto e contano su indagini e sentenze militanti ogniqualvolta perdono una cam­pagna elettorale....
    La Lega nac­que contro i partiti della vecchia Repubblica, ma è oggi l'ultimo vero partito. La vittoria del lobbi­smo antiberlusconiano si risol­verebbe in un colossale danno per il Paese e nella trasformazio­ne in un incubo dei vostri sogni federalisti e fiscali, di quell'idea molto discutibile e fortemente controversa, ma autentica e poli­ticamente giustificata dal con­senso del Nord, che coltivate a proposito dell'Italia.Da ogni par­te ora vi blandiscono, vi illudo­no, dopo avervi dannati. Ogni giorno gli avversari più insidiosi eccitano la vostra base, contano sul vostro malumore, speculano sulle vostre divisioni. Ma al dun­que, se non riuscite a dare un sen­so alla legislatura e a farvi giudi­care dagli elettori e solo dagli elettori, il tribunale dei parrucco­ni ha già emesso anche per voi la sua condanna.

    Il processo al deputato Papa
    è ordinaria amministrazione, sia pure nel disordine fazioso in cui è stata gettata l'amministrazio­ne del sistema penale, e il nome di Henry John Woodcock è da questo punto di vista una garan­zia. Ma il suo arresto sarebbe un segnacolo in vessillo,l'autorizza­zione a pr­ocedere allo smantella­mento di quanto avete fin qui co­struito, dunque un risultato stra­teg­ico molto ambito dai vostri av­versari storici.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.