L'ecototalitarismo dei No Tav

Giuliano Ferrara

Siamo sicuri che l'ecologia delle famiglie con bambini e palloncini, dei valligiani in rivolta per un ambiente migliore e per il chilometro zero, non abbia una segreta relazione con le pulsioni alle quali cedono i black bloc? Per il G8 no global è stato lo stesso che per la guerriglia No Tav. Utopisti in marcia, antagonisti a cercare il morto tra i poliziotti (e a Genova lo ebbero loro, facendone un martire con modi veramente grotteschi, quel poverocristo di Giuliani).

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    Siamo sicuri che l'ecologia delle famiglie con bambini e palloncini, dei valligiani in rivolta per un ambiente migliore e per il chilometro zero, non abbia una segreta relazione con le pulsioni alle quali cedono i black bloc? Per il G8 no global è stato lo stesso che per la guerriglia No Tav. Utopisti in marcia, antagonisti a cercare il morto tra i poliziotti (e a Genova lo ebbero loro, facendone un martire con modi veramente grotteschi, quel poverocristo di Giuliani). Sappiamo tutti che le ideologie della salvezza e dell'uomo nuovo, le teorie totalizzanti che puntano alla custodia addirittura del creato, o alla forgiatura di un mondo in cui un tunnel diventa un nemico assoluto, hanno in sé, inestricabilmente legata al loro idealismo, una forte carica di violenza. L'ecologismo non sfugge alla regola dei totalitarismi idealistici. Quando è una procedura legata alla correzione dello sviluppo e dei suoi guasti, quando è un ramo della cultura riformista, anche l'ecologismo modernizza e produce, insieme a tanta inutile e palloccolosa “impollinazione culturale” (Jonathan Franzen), qualche buona idea. Ma quando è un segmento nella filiera rousseauiana dello scontro con la civiltà, o una delle utopie moderne (l'antinatalismo sterminatore, lo scientismo sperimentale come guida morale al progresso, il comunismo o il razzismo biologico) la sua sorte violenta è segnata.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.