Muoversi, cambiare tutto: chi deve farlo nome per nome

Giuliano Ferrara

La scommessa è che non siano lumaconi. Che non siano lenti, vischiosi, legati a forme politiche del quaternario. La scommessa è che le personalità della politica cresciute nella stagione berlusconiana si accorgano che non c'è più tempo, che è il momento di mettersi anche loro in gioco.

Leggi gli editoriali di Giuliano Ferrara Le primarie nel Pdl sono un antidoto alle congiure - PRIMARIE SENZA SE E SENZA MA - Non c'è un minuto da perdere

    La scommessa è che non siano lumaconi. Che non siano lenti, vischiosi, legati a forme politiche del quaternario. La scommessa è che le personalità della politica cresciute nella stagione berlusconiana si accorgano che non c'è più tempo, che è il momento di mettersi anche loro in gioco.

    Facciamo i nomi. Angelino Alfano, per esempio. Bravo, a detta di tutti. Prudente, con un suo stile. Però lo voglio vedere fuori dello schema della cooptazione. E' stato un giovane democristiano, il che è una referenza tutt'altro che ignobile. Viene da un'isola, la Sicilia, che ha la politica nel sangue, fino alla tossicità, almeno in certi casi. Ora dice che vuole fare primarie, congressi, che vuole aprire il movimento di cui è divenuto segretario alla società, agli elettori. Bene, lo dimostri dicendo al presidente che lo ha nominato e al direttorio che lo ha votato all'unanimità: amici, rimettiamoci tutti in gioco, scansiamo i trucchetti soliti, i rinvii, i tecnicismi, le trovatine per insabbiare quel che diciamo di voler fare (mentre lo disfiamo).

    Questione di toni e di sostanza: il giovane Alfano è oggi una eco e un riflesso del Cav., ma se trovasse coraggio potrebbe diventare un suo vero amico, uno che lo spinge sulla strada del cambiamento di registro, altro che il registro dei simpatizzanti e balle varie per lottare contro i perfidi infiltrati. Chi volete che vada a dare 5 euro a Berlusconi, tra gli elettori del centro sinistra, per il gusto di votare uno o l'altro dei suoi candidati, lui compreso? E poi gli elettori sono elettori, se hanno il certificato elettorale e dichiarano appartenenza o adesione al centrodestra in modi regolamentati, ma semplici e sbrigativi, come tutte le cose davvero serie, sono abilitati a votare, punto. Il resto è palloccolosa tendenza a girare intorno al punto.

    Roberto Formigoni. E' ancora lì che dice e non dice. Da anni fermo su una specie di suo piccolo Rubicone. Ma che aspetta? Uno che ha governato per quasi vent'anni la Lombardia, oggi epicentro di uno scossone elettorale bestiale, ha il dovere di presentare un programma, una piattaforma, e chiedere una verifica di leadership candidandosi senza tante storie, che esista o no la possibilità di arrivare primo. E Gianni Alemanno? Inutile congiurare, bisogna uscire subito allo scoperto, dire agli elettori del centro destra che cosa si vuole e chiedere verifiche pesanti, serie. E tipi come Sacconi e Brunetta e Cicchitto, gente di tradizione politica socialista, che sanno per averlo vissuto che cos'è il tramonto di un linguaggio, di un modo d'essere di un partito e di una leadership? E così Maria Stella Gelmini. Ministro di ottima reputazione, personalità politica forte nonostante un curriculum ancora acerbo, e con lei la Brambilla, la Carfagna, la Meloni, la Polverini, la stessa Mussolini e la Santanché: che aspettano le donne a scendere in campo per cercare di salvare con la loro attiva partecipazione, con le loro idee, con la loro sensibilità, una creatura politica a rischio di torpore com'è oggi il movimento berlusconiano? Se nei prossimi mesi si vedranno donne impegnate costruire con il loro rischio personale un mondo nuovo intorno a Berlusconi, quando è necessario in piena autonomia e indipendenza da lui, e quando è ancora più necessario in aperto e leale dissenso, ecco, questa sarà una notizia, una roba forte che potrebbe cancellare gli effetti di quella sindrome da caserma del secolo scorso determinati dalle mille cazzate fatte fino ad ora nei confronti delle donne (e sono più belle quelle di destra, e quant'è brutta la Rosi, e altre mitiche sciocchezze).

    Muovetevi tutti, per carità di Dio,
    Tremonti compreso, che ha solo la scusante di fare un mestiere molto delicato e di essere in qualche misura costretto a parlare a mercati chiusi. Ma c'è modo di esprimere idee meno criptiche o ellittiche su quel che sta succedendo, di comportarsi come un ministro che deve fare la sua parte in un governo e in un contesto politico da rivoluzionare, non come un profeta che al massimo cita il Levitico. Muovetevi. Non vedete che la nebbiolina del tran tran si va di nuovo spargendo nell'aria, che una successione di interviste, di riunioni, di soffiate ai giornali sta già sostituendo la necessità di un colpo di reni. E datelo, questo colpo di reni. Niente è più triste di un declino, di una rovina comune, che scivoli lentamente ma sicuramente sul piano inclinato della pigrizia e dell'opportunismo.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.