Ranieri si spiega

Votare il populismo manettaro è un errore irrimediabile

Giuliano Ferrara

Al direttore - E' difficile darsi ragione di quanto sta accadendo a Napoli se non si tiene conto di ciò che è avvenuto negli ultimi anni in quella città, di cosa sia diventata Napoli e di quale decadimento abbiano conosciuto la politica e il sistema dei partiti. Può non piacere ma De Magistris è riuscito a interpretare il sentimento di malessere dominante nell'animo dei napoletani e nell'opinione pubblica cittadina e a corrispondere a una aspettativa diffusa di rottura con il passato.

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    Al direttore - E' difficile darsi ragione di quanto sta accadendo a Napoli se non si tiene conto di ciò che è avvenuto negli ultimi anni in quella città, di cosa sia diventata Napoli e di quale decadimento abbiano conosciuto la politica e il sistema dei partiti. Può non piacere ma De Magistris è riuscito a interpretare il sentimento di malessere dominante nell'animo dei napoletani e nell'opinione pubblica cittadina e a corrispondere a una aspettativa diffusa di rottura con il passato. Il dramma del Pd e del centrosinistra napoletani di essere stati un fattore della crisi, incapaci di avviare in tempo un profondo mutamento di personale politico e di idee tale da poter fronteggiare la situazione. Il tentativo di venire fuori su basi riformiste più solide e sicure dal lungo ciclo politico e di potere che si è venuto drammaticamente esaurendo, per varie ragioni, è stato sconfitto. Di qui le incognite e i rischi della situazione. Che avrebbe dovuto fare il Pd al ballottaggio? E cosa avrebbero dovuto fare gli esponenti riformisti di quel partito? Votare Lettieri? Dare forfait? Passare la mano? La strada mi pare obbligata (e non comporta alcun prostrarsi), sostenere De Magistris alla luce del sole e prepararsi a incalzare in piena autonomia la sua giunta senza chiedere e contrattare né posti né posizioni di potere. Battersi contestualmente per avviare una vera e propria rifondazione del Pd a Napoli ridotto oggi a un assemblaggio informe di gruppi e gruppetti. Ritengo questa la strada più utile alla città e allo stesso Pd. Non ho tuttavia alcuna ricetta in tasca. E, le assicuro, l'inquietudine non manca. Benedetto Croce sosteneva che tra gli uomini ci sono “gli indulgenti verso se stessi e gli spietati autotormentatori”. Appartengo alla seconda categoria. Mi tormento. O peggio, mi autotormento. Un caro saluto.
    Umberto Ranieri

    Caro Ranieri, le sue qualità e la sua intelligenza politica delle cose sono per me fuori discussione. Ma non avere alternative a un comportamento suicida, votare il populismo manettaro di una discutibile figura di pm d'assalto, è un errore forse perdonabile ma irrimediabile.

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    Urge sguardo esterno ma anche interno alla munnezza per fare i conti con quel dato napoletano: ventisette per cento all'ex magistrato Luigi De Magistris, deputato europeo dell'Idv, e “scuorno” per un Pd che, dopo il pasticciaccio delle primarie, aveva pensato di volare con il volto prefettizio di Mario Morcone. Servono dunque tre napoletani a Roma – lo scrittore e giornalista Raffaele La Capria, lo scrittore e giornalista Ruggero Guarini e il senatore pdl Luigi Compagna – per provare a raccapezzarsi. [continua a leggere]

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.