Romanzo puritano
Gentile Spinelli, la citazione di Luigi Einaudi nella Repubblica di ieri è ben trovata. Anch'io nella mia modestia penso che un paese serio debba essere governato dai partiti politici, anima della democrazia rappresentativa, e non da imprenditori esposti al rischio di trattare una Repubblica come una società per azioni o, peggio, una fabbrichetta. I partiti c'erano ed erano in profondissima crisi, all'inizio degli anni Novanta. Erano tragicamente sputtanati.
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Gentile Spinelli, la citazione di Luigi Einaudi nella Repubblica di ieri è ben trovata. Anch'io nella mia modestia penso che un paese serio debba essere governato dai partiti politici, anima della democrazia rappresentativa, e non da imprenditori esposti al rischio di trattare una Repubblica come una società per azioni o, peggio, una fabbrichetta. I partiti c'erano ed erano in profondissima crisi, all'inizio degli anni Novanta. Erano tragicamente sputtanati. Invece di una svolta politica, subimmo la caduta di un regime per mano giudiziaria, e l'eliminazione dei partiti, uno dei quali era già crollato sotto le macerie del muro di Berlino, che avevano firmato la Costituzione. Una caduta nell'infamia del carcere preventivo e della gogna. Lei, in un suo libro che oggi probabilmente non ripubblicherebbe, raccontò la vicenda non senza sensibilità culturale per la giustizia piegata alla crociata politica violenta, intollerante delle regole del diritto. Poi arrivò Berlusconi, che non voleva fare la fine di Rizzoli, di Cagliari e di Gardini. All'epoca gli consigliai di non entrare in lizza ma, con quel che è successo dopo, non posso biasimarlo. Anzi, lo lodo.
Berlusconi ha sbloccato il sistema e costruito le premesse dell'alternanza di forze diverse alla guida dello stato, la più grande e significativa riforma politica dai tempi della Costituente, e una riforma storica per l'Italia dalla proclamazione del Regno unito ad oggi. Adesso Berlusconi è incrudelito e imbruttito dalla sporca guerra che il partito delle procure e dei media e di un establishment poverello gli fa fin sotto le lenzuola del suo letto.
Ma non sta marciando su Roma, come dite con improntitudine, alcuni di voi arrivando a invocare un golpe con l'assistenza di carabinieri e polizia: siete voi che da diciassette anni state marciando su Berlusconi con mezzi abietti, ribaltoni e indagini fuori di testa, infangando la bandiera della legalità che fate garrire al vento della vostra vanità mentre i magistrati fanno comizi in piazza in aperta complicità con movimenti brutalmente fanatizzati, e molto televisivi, che predicano violenza verbale e materiale contro l'Arcinemico. Avete avvilito tutto, a cominciare dai poteri neutri e dal regolare funzionamento delle istituzioni.
Dovreste ignorare questo giornale, il Foglio, perché nella sua partigianeria combinata con un tentativo di spirito critico e ironia e libertà di tono, è la dimostrazione del fatto che non stiamo vivendo il vostro incubo più o meno farlocco, ma una storia politica in cui spicca, oltre all'atipicità berlusconiana, la anomalia di una sinistra politica alleata a chiunque pieghi le ginocchia di fronte alla sua povera nomenclatura, e trascinata dai fantasmi che agita: una sinistra incapace di costruire un'alternativa decente all'imprenditore fattosi politico, che ricorre sistematicamente al mezzo improprio del procuratore in crociata. Invece nel tempo questo giornale “della moglie di Berlusconi” lo avete insultato, frainteso per gola, negato, isolato, mistificato, poi blandito sperando in una sua arcitalianità residua, in un piccolo compromesso mondano tra beautiful people. Ora lo censurate pretendendo la rinuncia alle opinioni di chi ci scrive.
Lei si mostra attonita perché sabato ho fatto l'elogio del Grande Inquisitore di Dostoevskij, io che da laico sospetto l'esistenza preternaturale del diavolo e lo denuncio nelle pance squartate delle donne, nei bambini non nati per colpa della cultura corrente e della sua sordità morale, che li aspira e li raschia a centinaia di migliaia, a milioni, a miliardi in tutto il mondo, io che da laico amo il Papa e i Cardinali, compresi quelli di Nanni Moretti, e il patrimonio scritturale, identitario, politico ed etico della cultura giudaico-cristiana, compresi la castità dei preti nella chiesa di rito latino e la critica degli esiti faustiani dello scientismo irresponsabile.
Lei mi accusa di bestemmiare Gesù Cristo perché ho considerazione, sulla scorta di un pamphlet intelligente e coraggioso di Franco Cassano in cui vedo rispecchiate, in modo originale e diverso dal mio, e nell'ambito di una cultura di sinistra che non è più la mia da molto tempo, le mie stesse idee sul bene e sul male, l'antropologia conservatrice che ha molti antenati così diversi tra loro, da Hobbes a Locke a Kant con il suo legno storto di cui è fatta l'umanità. Nel suo stupore politico e polemico, non le viene in mente che sto solo rileggendo un romanzo in libertà, che metto in campo idee legittime, che il cardinale gesuita che arrestò Gesù tornato sulla terra, a Siviglia, e gli impartì una folle e severa lezione sull'umanità com'è, sulla snervante attesa del suo Regno che dura da due millenni e richiede cure transitorie per noi peccatori, ora e nell'ora della nostra morte, è uno straordinario personaggio letterario e una chiave per giustificare l'esistenza di una fede dei semplici, dei piccoli, e la cura delle anime che è propria della chiesa fondata da Cristo. Lei è protestante, neopuritana, odia la chiesa e la sua funzione liturgica di amministrazione dei sacramenti, e da quel che leggo adesso detesta anche le virtù formali del grande romanzo europeo dell'Ottocento, e questo è legittimo settarismo moderno, una forma politica dello spirito di élite che disprezza il popolo. Ma è intellettualmente sordido usare il suo Cristo immaginario e disincarnato, l'uomo-Dio che invece s'incarna e lascia al mondo e alla storia, sulla scia dei vangeli e degli apostoli, il compito di adorarlo o di interpretarlo, per demonizzare, esorcizzare nel più completo tradimento di ogni laicità un'interpretazione diversa dalla sua.
Non ho mai scritto e non penso che Gesù, come lei mi fa dire fraudolentemente, si assoggetta al Grande Inquisitore con il suo silenzio e il suo bacio. In quei gesti è la evidente consegna dell'Unto del Signore al mistero della fede, all'amore destituito di storicità, allo spirito sovrannaturale della luce da luce. Resti pure nella sua ignoranza e nella sua malalettura di ciò che scrivono gli altri, gentile Spinelli, però metta giù le mani da ciò che non capisce o che finge di non capire. Il Grande Inquisitore è uomo di Dio e della storia, dunque anche del diavolo, non semplificabile dagli stolti, questo è poi il senso del libro di Cassano, e ha qualcosa da dirci su come ci si debba comportare nella cattolicità, così diversa dal mondo fatuo di Libertà & giustizia; ma Gesù Cristo, anche per chi non sia un fedele cattolico, va tolto dal bailamme insensato dei nostri scontri civili e settari, non è un suo compagno di cordata, nonostante Tettamanzi, nella lotta per De Benedetti e contro Berlusconi.
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