La nuova frontiera del Web è l'aborto in diretta su Twitter

Valentina Fizzotti

“In questo momento sto abortendo, e non è poi così male”, ha detto Angie Jackson sorridendo davanti alla sua webcam con gli occhi ben pitturati di azzurro. Lei ha 27 anni, i capelli tinti, un bambino disabile di quattro anni nato da una gravidanza a rischio e un pc sempre acceso. E dalla Florida ha deciso di raccontare via Twitter il suo aborto con la Ru486.

    In questo momento sto abortendo, e non è poi così male”, ha detto Angie Jackson sorridendo davanti alla sua webcam con gli occhi ben pitturati di azzurro. Lei ha 27 anni, i capelli tinti, un bambino disabile di quattro anni nato da una gravidanza a rischio e un pc sempre acceso. E dalla Florida ha deciso di raccontare via Twitter il suo aborto con la Ru486.

    Il 13 febbraio, fresca di scoperta, ha digitato “Incinta” sulla sua pagina, quella con lo username “antitheistangie”. Da quel momento i suoi 800 follower (si chiamano così gli utenti del microblogging Twitter che “seguono” in tempo reale i post di un altro utente) sono quasi raddoppiati. Subito ha preso la decisione, comunicata urbi et orbi, di prendere la pillola abortiva per “salvarsi la vita” e “sbarazzarsi del problema”. Poi si è messa a fare la telecronaca del suo aborto chimico, con l'inizio dei crampi, il sangue e tutto il resto, perché nulla restasse celato. All'inizio era spavalda, difendeva la sua scelta anche al telefono con i giornalisti spiegando di non aver bisogno di pubblicità, ma di voler soltanto condividere il momento. Per “rassicurare” le altre ragazze che “abortire con la pillola non è così tragico come si immagina”, ma soprattutto per sentire il sostegno dai suoi “amici”, come le piace chiamarli, per sentirsi meno sola.

    Qualcuno però ha iniziato a scriverle che stava facendo una cosa orribile come se nulla fosse. Che qualcuno lo avrebbe tenuto per lei, quel bambino. Perché quello era, un bambino, e non un uovo di gallina o di lucertola. Lei continuava a ribattere, a tutti, frase per frase, a rispondere alla stampa e a registrare video, anche ad aborto ormai concluso. A un certo punto gli attacchi on line erano più dei plausi e Angie ha denunciato anche minacce di morte. Ha detto sbigottita che non si aspettava proprio tanto astio nei suoi confronti perché forse, in fondo, lei è “un po' naif”.