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Dopo l’Udc

Casini torna a fare manovra con un partito per tutte le stagioni

Fare manovra e tendere i muscoli per essere pronti a qualsiasi scenario futuro. Pier Ferdinando Casini, uscito un po’ pesto dalle regionali, tesse una trama in grado di riportarlo a galla sia che la crisi combinata con la slavina giudiziaria finisca con l’azzoppare Silvio Berlusconi, sia che la navigazione del centrodestra prosegua più o meno tranquilla. Le pressioni di Umberto Bossi sul premier affinché eviti “l’abbraccio mortale” con l’Udc, difatti, non preoccupano il partito di Casini e Lorenzo Cesa.

18 MAG 2010

“Spazio aperto” di Augello

Ha fatto una corrente berlusco-finiana, e ora vuole un happy ending

“Diciamo la verità, Fini e Berlusconi hanno il dovere di fare pace. Lo devono ai loro elettori e lo devono ai cittadini: non si può immaginare, con la crisi economica, che il governo vada in pezzi perché i due leader del Pdl non riescono a fare politica e mettere da parte i malumori. Sono molto d’accordo con Fedele Confalonieri che ieri sul Corriere della Sera ha detto: ‘Non devono amarsi; del resto neppure Forlani e De Mita si amavano; ma nessuno dei due metteva in discussione l’unità del partito”. A parlare con il Foglio è Andrea Augello, senatore del Pdl, uomo forte della ex An a Roma.

14 MAG 2010

Il federalismo si farà, ma non subito

L’adagio è il seguente: il federalismo fiscale deve slittare, per l’incertezza che provocherebbe nei mercati (sui titoli di stato) e perché la crisi economica, acuita dall’effetto Grecia, impone la salvaguardia dei conti pubblici; come riconosce anche la Lega (Roberto Maroni): “La politica del rigore ha garantito che l’Italia non sia caduta nel baratro”. Dunque la linea non cambia, Giulio Tremonti ne è il pilastro, e come spiegano nel Pdl: “Il rigore non potrà che estendersi anche ai capitoli più costosi del federalismo fiscale”. Leggi Così l'Italia può diventare davvero un paese federale

12 MAG 2010

Psicosi a Palazzo

Tra ipotesi di complotto e nuove correnti il Cav. si attorciglia sulla successione a Scajola

A Palazzo Chigi si agita lo spettro  di un complotto cui pare non credere nessuno; mentre a Montecitorio i deputati almanaccano sulle mosse vere o presunte di Giulio Tremonti, Gianfranco Fini e Umberto Bossi. Ognuno ha una sua teoria e descrive un diverso scenario di decomposizione. Un clima da psicosi collettiva sul quale, sommandosi alle voci di indagini che coinvolgerebbero un altro ministro, ieri è precipitata la notizia dell’iscrizione di Denis Verdini nel registro degli indagati.

06 MAG 2010

Diplomazie al lavoro

Né pace né guerra. Ma tra il Cav. e Fini ora la ricomposizione è vicina

Non è ancora pace fatta, ma nel Pdl si sono messi a lavorare per una ricomposizione tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. La diplomazia è ripartita venerdì scorso anche per iniziativa berlusconiana, proprio dopo il bombardamento di Umberto Bossi che sembrava prefigurare una possibile crisi di governo. Gianni Letta è tornato in campo assieme ad Andrea Ronchi, per la parte finiana.

27 APR 2010

Direzione Pdl a muso duro

Fini provoca, il Cav. replica: un po’ rissa, un po’ discussione politica

Una condanna delle correnti, ma pure un’implicita legittimazione dei principi di democrazia interna. Difficile prevedere cosa accadrà domani, ma ieri il Pdl pur tra ambiguità lessicali ed eccessi umorali è sembrato quasi un partito vero. Spogliata dalle turbolenze caratteriali, la sostanza politica emersa dalla direzione nazionale descrive (a sorpresa) la creatura berlusconiana come un partito apparentemente articolato e all’interno del quale, accanto alla maggioranza di Silvio Berlusconi, sembra poter esistere anche una minoranza guidata da Gianfranco Fini. Ma chissà.

22 APR 2010

La risposta a Fini

Perché la minoranza finiana non è una tragedia per il Cav.

Gianfranco Fini, dopo la conta, arriva politicamente vivo alla direzione nazionale del Pdl prevista per domani. Che reazione avrà il Pdl berlusconiano? Che risposte strategiche potranno essere offerte all’ex leader di An, che ha aperto di fatto una fase nuova nella sua personale carriera e nel partito di Silvio Berlusconi? “Per prima cosa la nascita di una minoranza interna, tanto più se di ‘estrema’ minoranza, non è affatto una tragedia”, dice Gaetano Quagliariello, il vicecapogruppo berlusconiano del Pdl al Senato.

20 APR 2010

"La conversione di Fini" di Salvatore Merlo

Non vogliamo i colonnelli

Per comprendere quali siano i rapporti tra il generale, Gianfranco Fini, e i suoi colonnelli è necessario tenere a mente due cose: la prima è che sono cresciuti quasi tutti nella militanza romana del Msi e si conoscono benissimo, la seconda è che sin da ragazzi Fini era il capo e loro i diadochi. Da sempre e senza eccezioni, legati l’uno agli altri da un patto generazionale e da un vincolo di solidarietà e sostegno reciproci. Fini era il capo indiscusso che garantiva l’equilibrio tra le correnti, ma senza le correnti non ci sarebbe stato un capo così come senza il capo le correnti sarebbero finite con il combattersi e l’annullarsi reciprocamente. Leggi Ecco come è andata la riunione tra i parlamentari di Gianfranco Fini - Dì la tua su Twitter

20 APR 2010

Ricorsi storici

Contrordine, ora sono i colonnelli a spingere Fini alla porta del Pdl

La novità è che gli ex colonnelli adesso premono perché Gianfranco Fini vada fuori dal Pdl, si crei un suo partitino a sostegno del governo anche conservando la presidenza della Camera, e lasci a loro l’eredità di An. E’ quanto suggeriscono, a Silvio Berlusconi, Altero Matteoli, Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri. Tanto è il fastidio del Cav. per l’ipotesi che l’ex leader di An costituisca dall’interno una minoranza organizzata, che questa eventualità comincia a essere quotata. Ma chissà. Intanto Fini prepara un documento di dissenso costruttivo da presentare dopodomani alla direzione nazionale.

19 APR 2010

Pdl in ebollizione

Fini e il Cav. passano dal penultimatum alle grandi manovre di pace

Pace fatta, o quasi. Basterebbe l’immagine del funzionalista e prepolitico Silvio Berlusconi impegnato a convocare organi di partito per la prossima settimana e persino “un congresso entro l’anno” a rendere il quadro di un appeasement con Gianfranco Fini cui manca soltanto un ultimo sigillo. Lo schema in pubblico è ancora quello di gettare la palla nel campo avversario, il Cav. dice di non voler rompere (“è Fini che se ne vuole andare”) mentre il presidente della Camera fa intendere che dipenderà tutto dal Cav. Ma sotto la superficie entrambi sono interessati a trovare un accordo “definito e duraturo”, entrambi disponibili a cedere qualcosa.

16 APR 2010
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