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Con il presidenzialismo il Pdl si è messo nel sacco (di D’Alema)

Una riforma impossibile e anche inutile sotto il cinico profilo della tattica politica. Il Pdl e la Lega, in Senato, hanno appena approvato a maggioranza, in prima lettura, l’abolizione del bicameralismo perfetto, primo passaggio verso l’approvazione del presidenzialismo. Si tratta di una riforma costituzionale che richiede ben quattro passaggi parlamentari tra Camera e Senato; una riforma che in cuor loro gli stessi promotori, gli uomini del centrodestra, sanno benissimo non vedrà mai la luce per mancanza di tempo.

24 LUG 2012

Tecniche di voto, la trattativa

L’accordo tecnico c’è quasi, quello politico fa ancora un po’ fatica. La voce confermata dai massimi livelli di Pdl e Pd al Foglio è che entro agosto la legge elettorale andrà al voto in Aula in prima lettura. La riforma che archivia il porcellum, cui hanno lavorato Denis Verdini e Maurizio Migliavacca con la partecipazione operosa di Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani, prevede uno sbarramento alto fissato al 5 per cento, un premio di maggioranza del 15 per cento, e un sistema misto per l’individuazione dei parlamentari.

24 LUG 2012

Tempeste d’estate

Il contagio spagnolo spaventa Monti e frena un Cav. indeciso a tutto

Roma. Tardo pomeriggio, Via del Plebiscito. Gianni Alemanno è seduto su uno dei divani di Palazzo Grazioli, ha gli occhi sgranati e osserva il padrone di casa che lo ha appena tramortito con una rivelazione. “Ma se lo hai detto a tutti!”, esclama il sindaco di Roma incredulo. Il Cavaliere, che gli sta seduto accanto, non si scompone, al contrario insiste, assume un tono di voce fermo, lo sguardo più carico di verità del repertorio: “Gianni, te lo assicuro, non ho nessuna intenzione di ricandidarmi. E’ tutta una macchinazione”.

21 LUG 2012

Letta difende il Quirinale ferito dal partito della zizzania (e del dopo Monti)

“La prospettiva delle larghe intese oggi è più lontana di ieri”, dice Enrico Letta. “Suonano tre campane d’allarme: l’attacco politico e violentissimo che mira a indebolire Giorgio Napolitano, lo stallo sulla legge elettorale e il contesto europeo; ovvero il paradosso di un’Europa nelle mani della Corte costituzionale tedesca che ha privato l’Italia dello scudo anti spread”. Il vicesegretario del Pd viene a buon diritto iscritto nel partito montiano, è un sostenitore del governo tecnico ed è stato uno dei pochi dirigenti a iscriversi sin dall’inizio anche nel partito della grande coalizione, delle larghe intese proiettate sul 2013.

20 LUG 2012

Vogliono i colonnelli

Il manifesto degli ex An per salvare il Pdl dal gran ritorno del Cav.

Come dice Altero Matteoli: “Non abbiamo nessuna intenzione di rifondare Alleanza nazionale, o un partito della destra”. Certo, la componente di An dentro il Pdl ha ritrovato antichi vincoli di solidarietà da tempo perduti, erano anni che non si vedevano insieme – “uniti nella lotta” – uomini come Gianni Alemanno e Ignazio La Russa, ma l’inclinazione prevalente non è quella di una scissione destrorsa dal partito di Silvio Berlusconi. Nel Pdl, o come si chiamerà, tutti gli ex missini in realtà vogliono restare ben piantati.

18 LUG 2012

Legge per chi ha “di bisogno”

Il Cav. è il porcellum ma i porcellini sono (quasi) tutti de sinistra

“Come diceva Churchill, un politico guarda alle prossime elezioni mentre uno statista guarda alle prossime generazioni… Ragazzi, mi raccomando, noi facciamo i politici”. Così Lorenzo Cesa, il numero due di Pier Ferdinando Casini, ha fatto sorridere tutti gli astanti e ha demistificato, ancora prima che iniziasse, una di quelle tante riunioni che in questi giorni corrono un po’ a vuoto sulla riforma della legge elettorale. Solo Beppe Grillo, con il candore sgrammaticato del neofita, qualche giorno fa ha detto quello che pensano in tanti (ma che nessuno dice).

14 LUG 2012

Vola, aquilone, vola

Ora sono i suoi a insistere per il gran ritorno del Cav.

Pdl, Udc e Lega hanno chiuso un accordo di massima sulla riforma della legge elettorale, una riforma proporzionale con sbarramento al 6 per cento e piccolo premio di maggioranza che, di fatto, con l’autorevole benedizione del Quirinale (“tutto purché si faccia”) potrà anche essere votata a maggioranza. E come tutti sanno, i tre partiti un tempo alleati, da soli, hanno numeri sufficienti per fare passare qualsiasi provvedimento sia alla Camera sia al Senato. Leggi Visto da sinistra

13 LUG 2012

Strategia dell’assaggio

Silvio Berlusconi pensa sul serio di ricandidarsi alla presidenza del Consiglio, e ieri lo ha confermato a quanti sono andati a trovarlo a Palazzo Grazioli dopo le indiscrezioni apparse sabato sul Foglio e poi ieri anche sul Corriere della Sera (“l’articolo del Corriere è un’intervista mascherata da retroscena”, rivelano da Palazzo Grazioli). Ignazio La Russa, Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello, Maurizio Gasparri, insomma tutto il gruppo dirigente, e persino quell’Angelino Alfano fino a ieri candidato in pectore a Palazzo Chigi, hanno già accettato la scelta del Cav., e con la stessa remissività con cui si va incontro all’ineluttabile.

12 LUG 2012

Come si è formata la squadra di Monti e perché Grilli da oggi è ministro

Mario Monti ha lasciato dopo otto mesi l'interim al ministero dell'Economia. Vittorio Grilli, da viceministro che era, è il nuovo titolare del ministero che fu di Giulio Tremonti. Con questa decisione il professor Monti ha dato seguito a una promessa, e a un accordo politico, stipulato più o meno formalmente nei giorni in cui si formava la squadra del nuovo governo tecnico. Quella che segue è la storia ufficiosa di come e perché Monti ha scelto Vittorio Grilli malgrado l'ex direttore generale del Tesoro non fosse gradito al secondo grande azionista dell'operazione tecnocratica dopo Giorgio Napolitano, cioè Mario Draghi.

11 LUG 2012

Il grancoalizioncellum

La legge elettorale serve, la prospettiva montiana di più

Giorgio Napolitano e i partiti, tutti, sanno che la riforma della legge elettorale, il superamento del cosiddetto porcellum, è la condizione perché nel 2013 possa continuare l’“agenda Monti”, forse con il professore ancora a Palazzo Chigi, o forse anche senza il professore (che ambienti del Pd vedrebbero bene nel ruolo di ministro dell’Economia con un premier politico). “Serve una diga che impedisca alla crisi dei partiti di entrare nello stato. Ci serve qualcosa che ci faccia assomigliare più alla Francia che alla Grecia”, dice Gaetano Quagliariello.

11 LUG 2012
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