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Tentazioni pericolose

Fin dove può osare Berlusconi tornato decisivo nel gioco di Palazzo Chigi

E’ stato a un millimetro dalla morte, prigioniero d’un lugubre isolamento politico ha rischiato di vedere il peggiore dei suoi incubi diventare realtà: ha quasi assistito all’incoronazione quirinalizia del nemico giurato Romano Prodi e, inseguito da tribunali e procure, a un certo punto ha davvero pensato di essere spacciato. Insomma Silvio Berlusconi si è parecchio spaventato in questi ultimi tempi, eppure, malgrado tutto, sempre fedele a se stesso e al suo cinismo ludico, alla sua idea così equivoca sulla natura della politica, ora che ha centrato una vittoria octroyée, il Cavaliere è tentato dal riprendere il solito gioco d’azzardo.

23 APR 2013

Nel Castello di Arcore il Cav. aspetta il derby con Grillo: "Basta dire più cazzate di lui"

Silvio Berlusconi è convinto di avere vinto e fatica a dissimulare. Il Cavaliere sembra avere un solo problema: come capitalizzare il doppio successo di aver rieletto Giorgio Napolitano e di aver sfasciato il Partito democratico, suo principale avversario elettorale. Berlusconi è ambizioso, si sa, ma forse non immaginava di poter portare al Quirinale il migliore candidato (dal suo punto di vista) e di riuscire in questa impresa con il minimo sforzo e con il massimo vantaggio strategico su un centrosinistra così lacerato.

22 APR 2013

Il Cav. ricomincia da Monti, con i consigli di Napolitano

Una stretta di mano che può valere il Quirinale per Annamaria Cancellieri. Ieri sera Silvio Berlusconi, prima di raggiungere Gianni Alemanno a una cena di raccolta fondi, ha incontrato Mario Monti e ha ristabilito dei buoni rapporti con il professore. Il Cavaliere non sa ancora bene cosa fare, a sera ha pure telefonato a Giorgio Napolitano, l’anziano capo dello stato uscente di cui lui si fida moltissimo: “Presidente pensaci tu, devi fare tu da garante col Pd, sei l’unico che può mediare” e sciogliere lo stallo sul Quirinale. Berlusconi, rimasto ormai quasi senza interlocutori, solo di fronte a un Pd frastornato e catatonico, ieri è tornato sorprendentemente a dominare il proscenio politico. Rizzini Grillo vuole colonizzare il Pd, ma lo scambio col governo non va - Cerasa Il prodicidio, la resa di Bersani, le tracce dei franchi tiratori

20 APR 2013

Berlusconi vede Prodi e pensa al voto

“Siamo quattro punti sopra, siamo tornati a essere il primo partito”. Silvio Berlusconi coltiva una riserva mentale che gli rende persino accettabile l’idea di Romano Prodi al Quirinale: le elezioni anticipate. E dunque si muove in maniera ambigua, un po’ coltiva l’idea delle trattative e osserva interessato i movimenti di Massimo D’Alema dentro il Pd, ma non sembra temere nemmeno troppo le conseguenze dell’elezione di Prodi, cioè il voto. Lui pensa di vincere, come insistono nel dire gli interpreti del suo animo più bellicoso. Cerasa Bersani, i pugnali, il dramma dell’abbraccio al Caimano

19 APR 2013

Il Cav. sigla il patto con Bersani ma non si fida del Pd

Si sono stretti la mano al telefono, “allora siamo d’accordo, si vota Franco Marini”. Ma Silvio Berlusconi non è del tutto sicuro che Pier Luigi Barsani riesca a tenere il punto con i suoi. E infatti, senza confessarlo a nessuno, il sovrano di Arcore, chiuso nel suo Castello, ancora vagheggia un profilo molto baffuto, un nome da giocare a sorpresa, quasi di rimessa: Massimo D’Alema. Anche perché se Marini non regge, come dice Maria Stella Gelmini “nel caos avanza Prodi”. Ieri il Cavaliere ha ricevuto dal Pd la rosa definitiva dei quirinabili e, riunito a Palazzo Grazioli con la corte, ha maturato un orientamento: “Per il Quirinale la sceltà è Marini”.

18 APR 2013

Il Cav. vuole la luna, ma basta Amato

“Non c’è bisogno di incontrarsi”, dicono. Gli accordi tra Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani corrono sul filo del telefono, lontano da sguardi pettegoli. Così a tarda sera il Cavaliere, tornato da Arcore, lo annuncia alla sua corte già riunita al Castello (via del Plebiscito 102): “Direi che è fatta, con Bersani abbiamo un patto di ferro su Amato al Quirinale”. Un po’ vero, un po’ no: la Lega non lo vuole, e Massimo D’Alema rimane una carta coperta. Tutto è in movimento, Gianni Letta e Denis Verdini conducono le trattative malgrado le frequenti incursioni telefoniche del grande capo. Cerasa Il Pd scopre che sul Quirinale anche Renzi ha un piano B

17 APR 2013

Il partito No Prodi

Il partito anti Romano Prodi nel Pd è una forza maggioritaria, ma ha un problema gigantesco che il segretario Pier Luigi Bersani non sa come aggirare: la sua unica sponda per fermare la corsa di Prodi verso il Quirinale, ed evitare le elezioni anticipate a giugno, si chiama Silvio Berlusconi, cioè l’uomo che rappresenta la più instabile delle contro parti, l’alleato più indigesto che il centrosinistra vittima della sindrome da inciucio possa concepire.

16 APR 2013

Il nome da battere

E’ ormai il contrario della mortadella, Romano Prodi ha imparato a reprimere il risentimento e a colpire in silenzio e da lontano, parla solo di Europa perché “le beghe italiane puzzano di cacio” ma, ambizioso e testardo com’è, ha costruito con diabolica innocenza una formidabile candidatura al Quirinale. “Per il Pd sarebbe difficilissimo non votarlo”, ammette Nicola Latorre, il senatore amico di Massimo D’Alema e Nichi Vendola. “Succede al quarto scrutinio, con i voti di Grillo”. Un colpo a effetto, nel caos, con tre grandi elettori: Renzi, Casaleggio e Bazoli.

13 APR 2013

Il discorso del Cav. a Bari

“Allora caro Bersani, capiamoci una volta per tutte…”. Ieri pomeriggio a Palazzo Grazioli, mentre leggeva un passaggio del discorso che domani dovrà pronunciare in piazza a Bari, Silvio Berlusconi è stato interrotto da Gianni Letta. “No guarda, qui devi limare un po’, altrimenti rischi di far saltare la trattativa sul Quirinale”. Al gran visir del berlusconismo il discorso del Cavaliere sembrava qua e là un po’ troppo duro, specie nella reiterata richiesta di elezioni in caso di mancato accordo sulle larghe intese. Per Letta alcuni passaggi suonavano “inopportuni”, forse troppo livorosi contro quel Pd con il quale adesso bisogna invece trattare, trattare, trattare.

12 APR 2013

L’incontro utile

Prove d’intesa sul Quirinale tra Pd e Pdl. Bersani offre una rosa, il Cav. altri petali

Non ci sono giornalisti, ma solo commessi che fanno spallucce, con l’aria torva di chi non vuole rotture di scatole: “Qui non succede niente, lei cosa desidera?”. Ma c’è uno strano via vai al quinto piano della Camera, un assistente parlamentare spunta all’improvviso da un angolo buio, non voleva essere notato: trasporta quattro bottigliette d’acqua minerale e infila rapido un corridoio seminascosto. E’ lì, a un passo dalla commissione Trasporti, nella stanza del presidente, che Silvio Berlusconi stringe la mano di Pier Luigi Bersani e con lui si chiude per quasi un’ora. Dentro ci sono anche Angelino Alfano (“abbiamo rafforzato il rapporto personale”) ed Enrico Letta (“è andata proprio bene”). Cerasa “L’accordo con il Pdl è possibile, e siamo aperti per il Quirinale”. Parla Gotor - Editoriale Contro il metodo Grasso

10 APR 2013
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