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Bondi alla guida

Il governo salva l’Ilva, su una linea morbida e senza nazionalizzazione

Il governo di Enrico Letta ha militarizzato la questione Ilva e il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, dice al Foglio che “l’abbiamo trattata come materia di interesse strategico nazionale. L’azienda è salva e questo è un bene per l’economia italiana, perché può tornare a essere competitiva, rispettando ambiente e salute”. Ilva continuerà a produrre acciaio guidata da Enrico Bondi, che sarà ad horas nominato per decreto commissario straordinario “per dodici mesi rinnovabili. Ma questo era un intervento d’urgenza”, dice Zanonato. “Adesso ci dovremo rimboccare tutti le maniche e ciascuno deve fare la sua parte, anche gli imprenditori”, dice il ministro nel giorno in cui il presidente di Confidustria, Giorgio Squinzi, critica la politica e il governo.

05 GIU 2013

La versione di Parisi

La svolta presidenzialista spiegata dal partito di Romano Prodi

Romano Prodi si è iscritto al partito del presidenzialismo e Arturo Parisi, l’ex ministro della Difesa, il professore ulivista suo amico di vecchia data, spiega al Foglio che “l’unica novità è che adesso Prodi ha fatto riferimento all’esperimento francese nella sua interezza, doppio turno e semipresidenzialismo”. Ma il professore, che ieri ha incontrato Giorgio Napolitano al Quirinale, fa esercizio di scetticismo: “Anche Enrico Letta ha fatto riferimento al presidenzialismo, ma in maniera fredda, ambigua. Non credo che ne faranno niente”.

04 GIU 2013

Napolitano si riprende il governo

Giorgio Napolitano cerca di tenere insieme il marasma che lo circonda, ma quanto più si addentra nella ragnatela politica delle liti tra (e dentro) i partiti, tanto più si affatica e intuisce di poterci restare impigliato dentro per sempre, soffocato nei tanti fili che prova a recuperare, e ritessere, uno per uno. Il presidente della Repubblica è riuscito, nelle sue triangolazioni istituzionali con Enrico Letta, Angelino Alfano e Gianni Letta, a raffreddare i bisticci sulla legge elettorale e, dopo aver tagliato del 10 per cento le spese di mantenimento del Quirinale, ha ottenuto che oggi il Consiglio dei ministri vari la legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti.

31 MAG 2013

Governare a sbafo

Così il partito della spesa pubblica si prepara a seppellire l’austerità

Di fronte ai presidenti delle regioni, che lo circondano nel lungo tavolo ovale di Palazzo Chigi, Enrico Letta fa esercizio di prudenza, che è antica ginnastica democristiana, s’impara con l’esperienza, ma bisogna pure avere una certa inclinazione di carattere alla cortesia, che è a sua volta ginnastica contro le passioni: troncare sopire, sopire troncare, prendere tempo, giustificarsi pudicamente. “Siamo a buon punto, ma le risorse europee arriveranno sul bilancio del 2014. Non dipende da noi”.

29 MAG 2013

Le idi di luglio

Governo in surplace tra affari di sistema, crisi e nomine pesanti

E’ forse un aggiustamento di linea nei rapporti con Enrico Letta quello che Silvio Berlusconi inaugura oggi a Roma. Il Cavaliere salirà sul palco allestito al Colosseo per la conclusione della campagna elettorale di Gianni Alemanno, e nel suo discorso a braccio, tra gli appunti, Berlusconi troverà la strada per pronunciare queste parole: “Noi non sosteniamo il governo in quanto tale, ma sosteniamo l’azione del governo”, insomma, pensa il Cavaliere, Letta deve subito negoziare in Europa e, senza perdere altro tempo, fare anche la voce grossa con Angela Merkel, se necessario.

24 MAG 2013

Di pigrizia si muore

Napolitano insiste cauto sulle riforme minime per evitare liti sul Porcellum

“Le riforme costituzionali vanno avviate subito”. Si muove con attiva circospezione, fa da motore ancora immobile dell’azione politica, ma Giorgio Napolitano osserva con preoccupazione le pigrizie e i tatticismi dei partiti che compongono la strana maggioranza di Enrico Letta e teme pure che, per troppa furbizia, sbaglino sulla legge elettorale. La legge va cambiata, pende un pronunciamento della Corte costituzionale che potrebbe ristabilire il mattarellum, d’emblée, con effetti destabilizzanti sulla grande coalizione. Così quando può, per la verità molto spesso, il presidente della Repubblica alza il telefono per indirizzare il presidente del Consiglio, per incitare Gianni Letta (e dunque il Cavaliere), per tenere insieme i troppi fili attorcigliati che compongono l’intricata trama del potere interno al Pd.

21 MAG 2013

Minacce e interdetti

Il lavoraccio dei sabotatori contro le larghe intese

Enrico Letta arriva pensieroso all’aeroporto di Ciampino, dove nel tardo pomeriggio lo attende un aereo per Varsavia. Il presidente del Consiglio osserva con preoccupazione i bisticci di Pd e Pdl sulla giustizia e sulle intercettazioni e si consulta con Giorgio Napolitano, il presidente della Repubblica che fa da scudo al governo e che ieri non ha gradito le parole di Luigi Zanda, il capogruppo del Pd alla Camera che ha spiegato di non ritenere Silvio Berlusconi eleggibile confermando così tutti i timori del Cavaliere (“ma la pacificazione dov’è?”) e scatenando pure l’applauso del Movimento 5 stelle: “Anche noi siamo pronti a votare l’ineleggibilità”.

17 MAG 2013

Cassetti pieni

Perché la Bicamerale per le riforme non fa rima con Rodotà (tà-tà)

"Ma sono sempre le stesse cose, dai tempi della commissione Bozzi…”, e ogni volta che Augusto Barbera pronuncia queste parole, in pubblico e in privato, nei convegni e tra gli amici, dicono che il costituzionalista, lui che fu capogruppo del Pci in quella prima Bicamerale per le riforme, quella che nel 1982 portava il nome di Aldo Bozzi, antico signore liberale dal pizzetto gentiliano, ebbene dicono che ogni volta Barbera si faccia sempre più amaro.

16 MAG 2013

I due Berlusconi

Silvio Berlusconi vive l’epico dramma del dubbio, che tanta fortuna ha avuto in politica come in letteratura. Eternamente in bilico, il Cavaliere vuole battersi, ma ancora non sa bene se deve farlo da imputato o da statista. Essere o non essere? E dunque tornato a Roma, a Palazzo Grazioli, riceve a lungo gli avvocati (e onorevoli) Niccolò Ghedini e Piero Longo, con loro si consulta e si preoccupa, ripassa le deposizioni, le date processuali, il primo e il secondo grado, la Cassazione. E poi c’è la procura di Roma, che ieri lo ha convocato sulla presunta estorsione compiuta ai suoi danni da Valter Lavitola. Sprofonda nei codici, Berlusconi, in una complessità speciale che diventa anche tormento. Cerasa Perché il nuovo Pd passa tutto dalle mosse di Renzi sulla segreteria del partito

15 MAG 2013

Ce la faremo?

Cacciare i burocrati di stato

“Prima di tutto va sbaraccato, sfoltito, il sistema della grande burocrazia di stato. E sono d’accordo con quello che scrive Francesco Giavazzi. Il compito primario di Enrico Letta è liberarsi di gente come Mario Canzio e Vincenzo Fortunato, i super burocrati che rappresentano la continuità nell’inefficienza, un cancro che scorre nel sangue del processo decisionale”. Cesare Geronzi partecipa al gioco di società escogitato dal Foglio, e malgrado il lambrusco non sia forse vino per banchieri – almeno così dicono – anche il presidente della fondazione Generali partecipa al concorso che ne assegnerà due casse ai migliori suggerimenti indirizzati a Letta e al suo governo di larghe intese.

14 MAG 2013
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