“Non mi fido di Berlusconi”; “garantisco io”; “… va bene, garantisci tu, sì, per adesso… ma chi mi garantisce che poi non torna in campo Lui”. Il colloquio tra Enrico Letta e Angelino Alfano, nel pomeriggio, ha un tono d’affannata complicità. Il segretario del Pdl, come dice il senatore Andrea Augello, “ha lanciato il quid oltre l’ostacolo”, sfida il suo padrino politico, Silvio Berlusconi. Travolge ogni soggezione, Alfano, e assieme al presidente del Consiglio, tra detto e non detto, circondato da frasi palindrome, “sarò diversamente berlusconiano”, protetto da una logica d’establishment, dai giornaloni e dal Quirinale, persino dalle gerarchie, tesse una trama che a Milano, Marina Berlusconi, spettatore inquieto, definisce “tradimento”.