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Parla il ministro

Quagliariello: “Quattro mesi per fare le riforme, altrimenti ce ne andiamo”

“Le riforme istituzionali non devono diventare la foglia di fico per coprire l’impotenza di fronte alla crisi economica. Gli interventi che dobbiamo fare sono urgenti, e non ho intenzione di vivere questo lavoro con attitudine burocratica. I ministri del Pdl, in questo governo, dovranno essere il motore dell’iniziativa politica. Se non dovessimo riuscirci, se dovessi capire che sulle Riforme non si fa sul serio, ebbene, allora, io ne prenderei atto, ben prima dei diciotto mesi di tempo che il governo si è dato”. Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme, presiederà questa mattina alle 10 e 30, presenti Enrico Letta e Angelino Alfano, la prima riunione della commissione di esperti. Editoriale Il centrodestra perde negli enti locali. Prevedibile, e a volte giusto

12 GIU 2013

Quagliariello al Foglio: "Quattro mesi per fare le riforme, altrimenti ce ne andiamo"

In un'intervista al Foglio che sarà pubblicata domani , il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello si rivolge al premier Enrico Letta: "Se dovessi capire che sulle riforme non si fa sul serio, ebbene, allora, io ne prenderei atto, ben prima dei diciotto mesi di tempo che il governo si è dato”. Riprendendo, poi, le parole del vicepremier Angelino Alfano, Quagliariello aggiunge: “O questo governo dà un orizzonte all’Italia e offre un progetto europeo, oppure l’intera operazione delle larghe intese diventa letale”. E, riferendosi infine al suo ruolo nell’esecutivo: “Non sono al governo per scaldare una sedia".

11 GIU 2013

Parla Mucchetti

Perché il braccio di ferro con Merkel è un lavoro da Pd

Massimo Mucchetti, ex vicedirettore del Corriere della Sera e oggi deputato democratico, spiega al Foglio come si può combattere la politica dura della feldmarescialla Merkel proprio nei giorni in cui la Bundesbank, a vario titolo, mette sotto accusa la Bce e il suo presidente italiano Mario Draghi. “La contrapposizione alle politiche di austerità è una bandiera della sinistra europea, e dunque Silvio Berlusconi sfonda una porta aperta quando critica Angela Merkel. Il problema è che, se Berlusconi se ne fa interprete unico a nome dell’Italia, il contributo del nostro paese a questo riorientamento delle politiche economiche perde peso. Dunque c’è un ruolo specifico del centrosinistra italiano".

11 GIU 2013

Troppi ma buoni

Governare con i “saggi”. Così Napolitano ha creato la sua Camera

“Ricordatevi che la vostra non sarà una lotta tra guastatori e difensori della purezza costituzionale”. Li ha coccolati con lo sguardo mentre li ha accolti al Quirinale, tutti e trentacinque quanti sono questi suoi professoroni costituzionalisti, il meglio degli atenei d’Italia, i suoi “saggi”, lo strumento ricorrente e permanente della politica presidenziale di Giorgio Napolitano, che è tutela del governo, delle larghe intese, della grande coalizione e persino un calmante per gli spasmi timorosi del Cavaliere inguaiato fra tribunali e Corte costituzionale. E già ci sono lamenti, tormenti e protagonismi, “le riforme in Italia mirano a dare sostanza a quella vena di autoritarismo che ci portiamo dietro da sempre”, ha detto Lorenza Carlassare, giurista, amica di Gustavo Zagrebelsky, membro della nuova commissione che pure critica.

07 GIU 2013

Il Berlusconi tormentato e i suoi Parrucconi

“Io sono un contrafforte del governo, ci ho investito su questa storia delle larghe intese. Ma prima di essere abbattuto da un plotone d’esecuzione giudiziario, è lecito che il contrafforte si scansi”. Circondato da falchi rapaci e placide colombe, che recitano a soggetto la sceneggiatura che il Cavaliere ha scritto per tutti loro, Silvio Berlusconi si macera in un solo, enorme, interrogativo.

06 GIU 2013

Bondi alla guida

Il governo salva l’Ilva, su una linea morbida e senza nazionalizzazione

Il governo di Enrico Letta ha militarizzato la questione Ilva e il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, dice al Foglio che “l’abbiamo trattata come materia di interesse strategico nazionale. L’azienda è salva e questo è un bene per l’economia italiana, perché può tornare a essere competitiva, rispettando ambiente e salute”. Ilva continuerà a produrre acciaio guidata da Enrico Bondi, che sarà ad horas nominato per decreto commissario straordinario “per dodici mesi rinnovabili. Ma questo era un intervento d’urgenza”, dice Zanonato. “Adesso ci dovremo rimboccare tutti le maniche e ciascuno deve fare la sua parte, anche gli imprenditori”, dice il ministro nel giorno in cui il presidente di Confidustria, Giorgio Squinzi, critica la politica e il governo.

05 GIU 2013

La versione di Parisi

La svolta presidenzialista spiegata dal partito di Romano Prodi

Romano Prodi si è iscritto al partito del presidenzialismo e Arturo Parisi, l’ex ministro della Difesa, il professore ulivista suo amico di vecchia data, spiega al Foglio che “l’unica novità è che adesso Prodi ha fatto riferimento all’esperimento francese nella sua interezza, doppio turno e semipresidenzialismo”. Ma il professore, che ieri ha incontrato Giorgio Napolitano al Quirinale, fa esercizio di scetticismo: “Anche Enrico Letta ha fatto riferimento al presidenzialismo, ma in maniera fredda, ambigua. Non credo che ne faranno niente”.

04 GIU 2013

Napolitano si riprende il governo

Giorgio Napolitano cerca di tenere insieme il marasma che lo circonda, ma quanto più si addentra nella ragnatela politica delle liti tra (e dentro) i partiti, tanto più si affatica e intuisce di poterci restare impigliato dentro per sempre, soffocato nei tanti fili che prova a recuperare, e ritessere, uno per uno. Il presidente della Repubblica è riuscito, nelle sue triangolazioni istituzionali con Enrico Letta, Angelino Alfano e Gianni Letta, a raffreddare i bisticci sulla legge elettorale e, dopo aver tagliato del 10 per cento le spese di mantenimento del Quirinale, ha ottenuto che oggi il Consiglio dei ministri vari la legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti.

31 MAG 2013

Governare a sbafo

Così il partito della spesa pubblica si prepara a seppellire l’austerità

Di fronte ai presidenti delle regioni, che lo circondano nel lungo tavolo ovale di Palazzo Chigi, Enrico Letta fa esercizio di prudenza, che è antica ginnastica democristiana, s’impara con l’esperienza, ma bisogna pure avere una certa inclinazione di carattere alla cortesia, che è a sua volta ginnastica contro le passioni: troncare sopire, sopire troncare, prendere tempo, giustificarsi pudicamente. “Siamo a buon punto, ma le risorse europee arriveranno sul bilancio del 2014. Non dipende da noi”.

29 MAG 2013

Le idi di luglio

Governo in surplace tra affari di sistema, crisi e nomine pesanti

E’ forse un aggiustamento di linea nei rapporti con Enrico Letta quello che Silvio Berlusconi inaugura oggi a Roma. Il Cavaliere salirà sul palco allestito al Colosseo per la conclusione della campagna elettorale di Gianni Alemanno, e nel suo discorso a braccio, tra gli appunti, Berlusconi troverà la strada per pronunciare queste parole: “Noi non sosteniamo il governo in quanto tale, ma sosteniamo l’azione del governo”, insomma, pensa il Cavaliere, Letta deve subito negoziare in Europa e, senza perdere altro tempo, fare anche la voce grossa con Angela Merkel, se necessario.

24 MAG 2013
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