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Rinviare e sopire

Quel che importa è il rinvio, protagonista torpido ma assoluto della campagna di bisbigli, di diplomazie sotterranee, di carteggi privati e di confronti all’americana che in queste ore s’irraggia dal Quirinale, lambisce Palazzo Chigi, Enrico Letta e Angelino Alfano, e infine scivola giù fino al Senato, quel Palazzo Madama in cui tra una decina di giorni, il 9 settembre, Silvio Berlusconi dovrebbe essere giudicato dai suoi colleghi senatori della commissione per le elezioni, “il sinedrio”, lo chiama Fabrizio Cicchitto. Degno o indegno di sedere in Parlamento? “Sarebbe un errore affrettare i tempi di questa decisione”, dice Pier Ferdinando Casini. Leggi anche Il quasi-accordo sull’Imu fa il solletico ai mercati spaventati dalla Siria

28 AGO 2013

La Borsa è la vita

Un Cav. meditabondo silenzia il Pdl e sfoglia sondaggi pre-elettorali

“E’ il partito che mi deve seguire, non sono io che devo seguire il partito”. E’ più o meno questo il senso delle parole di Silvio Berlusconi che, ad Arcore, neghittoso e a tratti indecifrabile, passa da un colloquio all’altro, da una telefonata con Ennio Doris a una visita dei figli Marina e Pier Silvio, valuta tutte le ipotesi, soppesa gli effetti d’una crisi di governo e misura il rischio e le conseguenze della sua decadenza dal seggio di senatore. Come un pendolo, da venerdì scorso, quando ha ricevuto Gianni Letta e Fedele Confalonieri, ancora prima di incontrare i dirigenti del Pdl al gran completo, Berlusconi oscilla da un umore all’altro, pencola, un po’ statista un po’ imputato.

27 AGO 2013

Quelli che vogliono il sinedrio

“E’ un gioco zen”, un rompicapo, dice lui, perché “se Berlusconi perde il seggio parlamentare resta in balia del primo pm che passa e che lo mette in prigione sul serio. Ma se si va alla conta in Aula sulla sua decadenza dal seggio, i nemici del governo, a sinistra, avranno agio di far cadere Enrico Letta. Dopo il sinedrio non è detto che ci siano le elezioni, anzi…”. Per una carambola del destino sarà Andrea Augello, senatore del Pdl, una vita dentro An e una precedente nel Msi, a gestire il dossier Berlusconi in quella giunta per le elezioni del Senato che, dal 9 settembre, si riunirà per decidere se il Cavaliere condannato in via definitiva dalla Cassazione potrà conservare o meno il suo seggio a Palazzo Madama.

09 AGO 2013

Cassare il moccioso

Il fronte crisaiolo del Pd spara sul Cav. ma il vero obiettivo è Renzi

Guglielmo Epifani rilascia un’intervista al Corriere della Sera e, apparentemente rivolto al solo Pdl, esclude ogni ipotesi di soluzione politica del dossier Silvio Berlusconi. “Non vedo altra possibilità che prendere atto della sentenza e degli effetti che produce, non ci sono altre strade ed è anche sbagliato cercarle”, ha detto Epifani. Il partito del Cavaliere ovviamente s’infiamma, “Epifani mette in conto la fine delle larghe intese”, dice Renato Brunetta, il capogruppo del Pdl alla Camera, mentre Luca D’Alessandro, uno dei deputati più vicini al coordinatore Denis Verdini, spiega che “Epifani è un irresponsabile che vuole far cadere il governo”.

07 AGO 2013

Cassare la Cassazione

Due antagonisti-solidali. Così il Cav. e Napolitano lavorano per la stabilità

I contatti sono quotidiani e infatti ieri pomeriggio una telefonata del Quirinale ha raggiunto la diplomazia berlusconiana. Alla fine, dunque, sono soltanto loro due gli attori che contano, il Cavaliere e il presidente, contrafforti d’uno strano equilibrio. Si sono ridati appuntamento per l’autunno, in mezzo resta una calda estate politica tutta da raffreddare. Il presidente tesse e ritesse, fa esercizio di cautela, ascolta e consiglia, ammonisce il partito crisaiolo delle manette, “vanno evitate le intrusioni indebite”, dice rivolto agli speculatori politici di disgrazie giudiziarie, lui che adesso fa intendere di non essere comunque contrario a una soluzione politica del caso Berlusconi.

07 AGO 2013

La palude dei “vorrei ma non posso”

“Noi vorremmo, vorremmo, vorremmo tante cose… ma non possiamo”, dice Fabrizio Cicchitto con un’aria d’ironico fatalismo. E l’ex capogruppo del Pdl certo parla di casa sua, di Arcore e di Palazzo Grazioli, della quasi perduta agibilità politica del Cavaliere, del suo mondo incerto e confuso tra falchi crisaioli e colombe governiste, gli uomini e le donne del Pdl, quei dirigenti e parlamentari che volteggiano attorno a un Silvio Berlusconi che fosse per lui si batterebbe i pugni sul petto come King Kong, per rivoltare l’Italia, la magistratura, i poteri parrucconi, il governo che non lo tutela, ma che pure, anche lui, non può, non può nulla di ciò che vorrebbe, se non altro perché non gli conviene, perché è libero ma pure prigioniero, e perché infine qualche strano e indecifrabile spiraglio adesso s’intravvede.

05 AGO 2013

Piccole manovre

Al Castello drammatizzano la vigilia, ed è con una vocina esile che Daniela Santanchè, mentre Silvio Berlusconi attende l’aereo che deve portarlo a Roma, si abbandona a un “niente di buono, niente di buono”. La Cassazione si riunisce oggi, deciderà domani, o forse giovedì, e dunque i Palazzi della politica romana restano sospesi, in attesa del giudizio universale, si ferma tutto, anche la guerra di nervi interna al Pd conosce una pausa tattica, le fazioni si osservano, si studiano, gli occhi iniettati di politica: il congresso, le tessere, le primarie e la parola “scissione” che qualcuno comincia a maneggiare incautamente, perché i guai di Berlusconi possono diventare lo strumento d’una resa dei conti finale anche nel partito sfasciato.

30 LUG 2013

Il silenzio dei falchi

Lo dice, anzi no, forse lo pensa e basta: “Napolitano fa contemporaneamente il segretario del Pd, il capo del governo e il commissario liquidatore del Pdl”. Strana intervista, questa con Daniela Santanchè. Comincia con una smentita, “non ho mai detto quello che dirò”, e con una smentita si conclude, “non dirò mai quello che ho detto”. E d’altra parte è il sonno dei falchi, nessuno parla più, scarsi gli artigli nel Castello di Arcore, nessuno mostra i denti, tutti zitti alla corte del Cavaliere, per ora. “Siamo in attesa di giudizio”, meno quattro giorni al 30 di luglio, come ricorderà anche oggi Alessandro Sallusti sul Giornale, tutti in attesa della fine del mondo, l’Apocalisse, la sentenza di Cassazione sul caso Mediaset, il destino di Silvio Berlusconi che si compie.

26 LUG 2013

Galleggiare non basta

Il governo in attesa di giudizio (Mediaset) dà fiato alle opposizioni

Di fronte ai deputati del Pd, con il suo garbo orientale Enrico Letta ha una parola buona per ciascuna delle anime agitate del suo agitato partito. E la natura intima del lettismo è tutta nello sguardo e nelle parole morbide con le quali il presidente del Consiglio si rivolge ai parlamentari democratici che lo cercano e lo incontrano, nei modi con i quali conforta questa platea esulcerata dai tormenti e dalle polemiche interne. Ha parlato all’assemlea del gruppo, il presidente del Consiglio, e poi tenterà la medesima operazione avvolgente anche di fronte agli uomini del Pdl, ai deputati del Cavaliere che per la verità non aspettano altro che il 30 di luglio, la sentenza Mediaset, il giorno del giudizio, quando si stabilirà il destino di Silvio Berlusconi.

25 LUG 2013

Romanzo Viminale

“Al Viminale può succedere di tutto, è una macchina complessa, persino pericolosa, che può stritolare”, dice Claudio Scajola, l’ex ministro dell’Interno, lui che quelle stanze le conosce bene per averle governate nel 2001, lui che ritiene di essere stato a un certo punto accoltellato alle spalle dalla macchina ministeriale. Come Angelino Alfano? “Non lo so, ma c’è un vecchio detto – sospira Scajola – ‘i ministri passano e l’apparato resta’". Buttafuoco intervista l'ambasciatore kazaco

24 LUG 2013
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