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Le guerre di Obama tutte armi e poca faccia finiscono nell’urna elettorale

Chris Stevens era la faccia dell’intervento americano in Libia, un intervento su cui l’America non ha messo la faccia, ma tante armi, questo sì, tanto personale esperto. Chris Stevens aveva preso i contatti con i ribelli, aveva gestito con loro i mesi di guerra, la caccia a Gheddafi, la divisione dei compiti una volta che il colonnello era stato stanato ed eliminato. Chris Stevens è stato ucciso ieri dal braccio islamista di quegli stessi ribelli con cui aveva parlato, pranzato, discusso, pianificato. Lavorato. Il suo corpo tumefatto mostrato alla folla, trofeo di una nottata di guerra.

13 SET 2012

I have a speech

Un inchino, un abbraccio, hai visto che roba?, ottimo lavoro. Bill Clinton ha accolto il presidente Barack Obama sul palco di Charlotte con l’aria di chi sa di aver fatto il colpaccio: il pubblico piangeva, urlava, sventolava bandierine, la musica risuonava fortissimo, e Obama l’ha guardato grato. Meglio di così era impossibile. Mercoledì sera, Clinton ha parlato per quasi un’ora, è stato interrotto decine di volte dall’entusiasmo dei presenti, prima ha seguito il testo scritto, poi ha iniziato ad andare per conto suo, a gesticolare, a diventare rosso in viso, a ripetere i suoi “you know”, la voce roca, l’argomentare rapido ed efficace: se volete un’America migliore, votate Barack Obama.

06 SET 2012

First (and too much) love

Michelle è la custode dei valori obamiani, ma ha finito per soffocarli di abbracci

I due guardiani dell’Amministrazione Obama sono arrivati ieri sul palco di Charlotte, prima lui e poi lei, divisi come lo sono sempre stati, non soltanto per ragioni di protocollo da convention. Rahm Emanuel, chief of staff per i primi 20 mesi della presidenza e ora vorace sindaco di Chicago, è il guardiano della politica obamiana, villano ma affettuoso, uno per il quale tutto è in vendita, basta difendere l’interesse del presidente: “Prometterebbe la mano di Sasha e Malia in cambio di voti”, dicevano alla Casa Bianca. Michelle Obama, First lady e “First celebrity” della Casa Bianca, come la definiva ieri il Los Angeles Times, è la guardiana della morale del presidente. Leggi Sul palco di Charlotte si cerca l’agenda invisibile dell’Obama che verrà di Mattia Ferraresi - Leggi Latinos a Charlotte di Matteo Matzuzzi

05 SET 2012

Sul palco di Charlotte

Obama voleva fare l’anti clintoniano e ora l’unico suo asset è Bill

Barack Obama gira l’America, fa comizi, beve birre e soprattutto le produce, ascolta gli elettori, cerca di trarre buoni consigli, si lamenta che i giorni sono troppo corti, sorride tanto, poi rientra a casa, si riunisce con i soliti fedelissimi e torna a essere quel che è: un presidente “insulare”, come dicono i commentatori, introverso, solitario e algido, il contrario di quell’uomo che nel 2008 conquistò la presidenza degli Stati Uniti con una formula basata sulla sua storia personale e sull’empatia.

04 SET 2012

“No vacation nation”

Non c’è nulla che spiega la differenza tra l’America e l’Europa meglio di questo grafico sulla “No vacation nation”, il paese che non va mai in vacanza. Non c’è Marte vs Venere che tenga, non c’è welfare vs small government che tenga, perché in fondo a destra, in questo grafico, c’è uno zero che squilla fortissimo. Derek Thompson, giornalista economico dell’Atlantic, ha pubblicato sul suo blog questo grafico e non ha nascosto – nemmeno lui – la sorpresa.

09 AGO 2012

Prestiti “canaglia” all’Iran

Il blitz di New York alla banca inglese scatena la rappresaglia della City

La “banca canaglia” e il “freelance” sono i duellanti dell’ultimo scontro tra Londra e New York. In mezzo ci sono i prestiti, l’Iran, 250 miliardi di dollari di transazioni sospette, soprattutto c’è lo stupore. Lo stupore di tutti, di qui e di là dell’Atlantico: nessuno sapeva che il capo del semisconosciuto dipartimento dei Servizi finanziari di New York stesse per sferrare l’attacco a una delle poche banche virtuose del Regno Unito, la Standard Chartered (StanChart).

09 AGO 2012

Dynasty siriana

Il regime siriano sta collassando dall’interno, il premier riesce a scappare sotto gli occhi degli sgherri del presidente Assad, e sì che era un sorvegliato speciale, e il rais compare in tv, “Ripulirò il paese dai terroristi”, l’ennesima finzione a mascherare una repressione senza fine: l’esercito del regime perde pezzi e la sua ferocia resta immutata. Ma le crepe sono diventate così visibili che tutti, dai russi agli americani agli iraniani, hanno piani pronti per il post Assad.

08 AGO 2012

Le informazioni, la strategia

Neppure la Cia capisce che cosa sta accadendo al regime di Damasco

E’ anche colpa della Cia se non si è riusciti a trovare una strategia contro il regime di Damasco. L’intelligence americana non riesce a lavorare in territorio siriano, non riesce a raccogliere informazioni univoche e per questo diventa difficile, per l’America ma anche per i suoi alleati, definire un piano d’attacco – o di contenimento. Con chi stare? Di chi fidarsi? Come gestire un regime change?

25 LUG 2012

Il Libor ci riporta al 2008, alla stessa faccia “odiosa” di Geithner

Lo scandalo Libor ha il sapore acido e inconfondibile del 2008, riporta tutto indietro a quando lo choc finanziario è cominciato, prima che la crisi delle banche diventasse crisi delle aziende, crisi delle leadership e crisi di paesi e continenti. Secondo Reuters, il dipartimento della Giustizia americano sta arrivando alla conclusione dell’inchiesta partita tre anni fa, ci saranno arresti, incriminazioni civili e penali, con un danno stimato da Dealbook in “decine di miliardi di dollari” per il settore finanziario americano.

24 LUG 2012

Yes, he can

La Corte suprema salva l’Obamacare facendolo diventare una tassa

C’erano anche alcune ballerine della danza del ventre fuori dalla Corte suprema ieri ad aspettare la sentenza dell’anno, ma nessuno ha fatto in tempo a capire che ci facessero lì perché quando i nove giudici supremi hanno iniziato a parlare dell’Obamacare – registrazioni audio e video vietate ovviamente, quello è il tempio del silenzio non a caso – è successo di tutto. Leggi La libertà e i broccoli di Giuliano Ferrara

29 GIU 2012
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