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La commedia del cheghebè

C’era una volta il Kgb “raffinato, spietato, un centro di studi e di perforazione culturale senza paragoni nel mondo”, poi è arrivato Vladimir Putin, che pure in quel Kgb era cresciuto, e ha vinto “la rozzezza”, dice al Foglio Enzo Bettiza, uno degli intellettuali, scrittori e politici italiani che più conosce il mondo sovietico e postsovietico, e meglio lo dipinge e interpreta. Se non ci fosse in mezzo una guerra, la propaganda russa nella crisi ucraina strapperebbe qualche sorriso, per la sua goffaggine, per la facilità con cui la falsificazione dei fatti è stata smascherata.

06 MAR 2014

Il primo e nuovo premier dell'Ucraina antiputiniana è un "ebreo sfrontato"

Nella telefonata in cui una dama della politica estera americana, Victoria Nuland, si lasciava andare a un liberatorio “Fuck the Eu”, fanculo all’Europa, il passaggio importante riguardava un politico ucraino non ancora quarantenne, testa pelata e occhiali da secchione, inglese perfetto e assiduità con l’occidente. “Penso che Yats sia il nostro uomo, quello che ha esperienza economica e di governo”, diceva la Nuland all’ambasciatore statunitense a Kiev. Yats è Arseniy Yatsenyuk, il nuovo premier dell’Ucraina, o forse sarebbe meglio dire il nuovo premier di Kiev perché in Crimea ce n’è un altro: Sergei Axionov. Leggi anche Raineri , Negoziati disperati ; Cerasa Separarsi un po’. Dove punta l’asse Merkel-Renzi nella crisi ucraina ; Zafesova La Crimea è mezza andata, ora Kiev cerca di salvare l’est dell’Ucraina

04 MAR 2014

Il cuore oltre la piazza

Il presidente corrotto dell’Ucraina è in fuga, la strage è stata fermata, ma è troppo presto per celebrare o dichiarare che l’occidente ‘ha vinto’ o che la Russia ha ‘perso’. Una delle lezioni incontrovertibili che ci arrivano da Kiev, capitale dell’Ucraina, è che un paese così profondamente diviso dovrà confrontarsi con problemi pericolosi che possono risuonare ben oltre i suoi confini”. Così iniziava un editoriale del New York Times, due giorni fa, e pubblicato nelle stesse ore in cui Vitali Klitschko, quell’armadio dell’opposizione che avete visto parlare in piazza a Kiev più volte, stava per candidarsi alla presidenza dell’Ucraina.

26 FEB 2014

Faccia verde

Il fallimento dell’occidente in Ucraina ha un volto di donna e il colore sbiadito di uno zombie

Se non ci fossero i morti, gli incendi, i carri armati, le immagini spettacolari e tragiche di una piazza che da mesi vive di accampamenti, promesse, fuochi e botte, basterebbero anche soltanto le parole. Il presidente ucraino, Viktor Yanukovich, dice che è in corso un golpe ai suoi danni, un rovesciamento di potere voluto da agenti esterni all’Ucraina, agenti occidentali.

20 FEB 2014

Il corpo di Tony

Non se ne vogliono andare, gli anni Novanta. Ci stanno appiccicati addosso anche se sono vecchi, quasi antichi, e i ragazzini guardano ai fatti di quegli anni con lo stesso spirito con cui noi ci chiudiamo in un cinema a vedere “A spasso con i dinosauri” (e passiamo tutto il tempo a fare paragoni con “Jurassick Park”, che è del 1993, per l’appunto). Non c’era Facebook, ti rendi conto? Sì, certo, non c’era quasi nemmeno l’email, erano tempi lontani, e non soltanto per quel che riguarda Facebook o i nostalgici e i loro orologi biologici che intanto sono andati avanti di vent’anni.

13 FEB 2014

La guerra al “Blob”

Tirate giù quel muro, ha detto Michael Gove, ministro dell’Istruzione britannico, in un discorso lunedì alla London Academy of Excellence. Il “Berlin wall” in questione è quello che divide la scuola pubblica da quella privata, la prima così scarsa e la seconda così eccellente, ed è il simbolo della battaglia che da anni Gove combatte sfrontato, nonostante i continui scioperi e ostacoli che i sindacati – soprattutto quelli degli insegnanti – gli mettono in mezzo. Leggi anche Tiliacos Resa, sconfitta, retromarcia. Così la Manif pour Tous ha cambiato i programmi di Hollande - L'editoriale Perché la battaglia laica e pro life di Rajoy merita più rispetto

05 FEB 2014

I siriani ora rivali si sfiorano ai “talks”. L’amarezza di Ginevra

La cercano ovunque, Bouthaina Shaaban, tra il Palazzo delle nazioni di Ginevra e il Grand Hotel Suiss Majestic (vista lago) che ospita la delegazione del governo di Damasco arrivata in città per i negoziati cosiddetti di “Ginevra 2”. La cercano perché è il volto più riconoscibile del regime di Bashar el Assad, con il rossetto impeccabile, un doppio giro di perle, la montatura leggera degli occhiali, le sopracciglia definite e scure delle donne del Levante, la pelliccia nera e la risposta pronta e affilata. Raineri Soltanto il 4 per cento delle armi chimiche ha lasciato la Siria

31 GEN 2014

Sulla guerra al terrore Obama diventa offensivo pure per Kobe Bryant

Jon Favreau, ex speechwriter di Barack Obama, trentenne cool e fidanzato con un’attrice, ha pubblicato sul Daily Beast un articolo martedì poco prima che il presidente tenesse l’annuale discorso sullo stato dell’Unione. Spiegando come nascono i “major speech”, Favreau dice che Obama ha la passione per le storie, per le vite degli americani ordinari che hanno qualcosa da insegnare: di solito la migliore la tiene per concludere il discorso, “il mio ex capo adora i lieto fine, e ci avrebbe fatto scavare ovunque per trovare l’aneddoto giusto”.

29 GEN 2014

Sochi la folle

Nel 2010, quando erano in corso le Olimpiadi invernali a Vancouver, a Sochi, che le Olimpiadi le ospita tra due settimane, c’erano 14 gradi centigradi. E nessuno si stupiva, nessuno parlava del cambiamento climatico, dei ghiacci sciolti, degli orsi polari orfani e dell’assenza delle mezze stagioni, perché questa località a trentasette ore di treno da Mosca, verso sud, è quanto di più lontano ci sia dalle steppe fredde e nevose alle quali spesso associamo la Russia – e che di certo associamo ai Giochi olimpici invernali. Leggi anche Carretta Europei e russi fanno un incontro da “partner maturi”, ma si tacciono la verità sull’Ucraina - Zafesova Al contrario di Mosca, le chiese diverse di Kiev non sono allineate al potere

29 GEN 2014

L’obiettivo di Mosca

Putin traccia una “red line” che unisce Montreux a Sochi

I francesi sono stati i primi a capire e hanno messo le mani avanti: la Conferenza di pace sulla Siria, apertasi ieri a Montreux, in Svizzera, serve a trovare “un’autorità di transizione dotata di poteri esecutivi”, ha detto il ministro degli Esteri di Parigi, Laurent Fabius. Tutto il resto, soprattutto quella lotta al terrorismo che il regime siriano si picca di portare avanti assieme ai suoi alleati, sul campo Hezbollah e nelle cancellerie Russia e Iran, è di secondaria importanza.

22 GEN 2014
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