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Sochi la folle

Nel 2010, quando erano in corso le Olimpiadi invernali a Vancouver, a Sochi, che le Olimpiadi le ospita tra due settimane, c’erano 14 gradi centigradi. E nessuno si stupiva, nessuno parlava del cambiamento climatico, dei ghiacci sciolti, degli orsi polari orfani e dell’assenza delle mezze stagioni, perché questa località a trentasette ore di treno da Mosca, verso sud, è quanto di più lontano ci sia dalle steppe fredde e nevose alle quali spesso associamo la Russia – e che di certo associamo ai Giochi olimpici invernali. Leggi anche Carretta Europei e russi fanno un incontro da “partner maturi”, ma si tacciono la verità sull’Ucraina - Zafesova Al contrario di Mosca, le chiese diverse di Kiev non sono allineate al potere

29 GEN 2014

L’obiettivo di Mosca

Putin traccia una “red line” che unisce Montreux a Sochi

I francesi sono stati i primi a capire e hanno messo le mani avanti: la Conferenza di pace sulla Siria, apertasi ieri a Montreux, in Svizzera, serve a trovare “un’autorità di transizione dotata di poteri esecutivi”, ha detto il ministro degli Esteri di Parigi, Laurent Fabius. Tutto il resto, soprattutto quella lotta al terrorismo che il regime siriano si picca di portare avanti assieme ai suoi alleati, sul campo Hezbollah e nelle cancellerie Russia e Iran, è di secondaria importanza.

22 GEN 2014

C’è scandalo e scandalo

Hollande voleva essere Mitterrand, ma gli è rimasta la “glandeur”

Il venerdì nero di François Hollande è fatto dei numeri penosi del deficit francese ed è fatto del volto sorridente – sognante – di Julie Gayet al telefono, sulla copertina del nuovo numero di Closer. A una settimana dallo scoop sulla relazione amorosa tra il presidente francese e l’attrice, il magazine insiste: non è una scappatella, non è nemmeno un colpo di fulmine recente, i due si amano da due anni. L’articolo è pieno di informazioni meno circostanziate rispetto a quelle della settimana scorsa (Valérie ne esce ancora più triste e disperata), ma ormai i dettagli non contano più così tanto.

18 GEN 2014

L’euroscetticismo a Londra

Riforme o morte. L’ultimatum di Osborne all’Europa rassegnata

Le riforme o la morte, ha detto ieri George Osborne, cancelliere dello Scacchiere britannico, parlando dell’Europa e all’Europa. Gli inglesi hanno un rapporto conflittuale con il continente e con l’Eurozona, si sa, e il governo del premier conservatore David Cameron ha già annunciato che entro il 2017 ci sarà un referendum in-out, dentro o fuori, sulla questione europea (sempre che i Tory siano ancora al potere: si vota l’anno prossimo). Ma l’Europa è un interesse comune, anche per gli inglesi, spesso loro malgrado, e Osborne non vuole ritrovarsi di fronte alla scelta “entrare nell’euro o uscire dall’Unione europea”.

15 GEN 2014

Giornalisti mai così attenti

Per Hollande non è il momento di parlare d’amore, ma di riforme sì

La vita privata ti mette davanti a molte prove, spesso dolorose, questo è il nostro caso, e siamo in una fase difficile, ma quel che è privato deve essere discusso e risolto nel privato, questo non è né il luogo né il momento per farlo. François Hollande ha provato a mettere a tacere così, in pochi secondi, i giornalisti accorsi ieri alla sua terza conferenza stampa che tutto volevano scoprire, certo, sulle riforme economiche, ma che soprattutto volevano sapere che cosa sta succedendo tra lui, la first lady Valérie e l’attrice Julie Gayet.

14 GEN 2014

Tutta la Francia al 20 di rue du Cirque

Non c’è più nulla di privato nell’ultimo amore del presidente di Francia, François Hollande. Nel giro di qualche giorno la procedura degli incontri segreti con l’attrice Julie Gayet – esci dal cancello in fondo al parco, prendi l’auto, infilati il casco, sali sullo scooter, entra nell’appartamento più malfamato di Parigi – è sembrata una fatica inutile, quasi ridicola. I francesi non si sono sorpresi più di tanto: i sondaggisti solerti sono andati a studiare quanto lo scandalo ha fatto male al presidente, ma non hanno trovato granché.

14 GEN 2014

Lo spin doctor è come una tata, c’è da sperare che non dica mai la verità

Lo spin doctor ha sempre la parte del cattivo, l’aria misteriosa di chi sa tutto e dice solo quello che vuole, con le parole che sceglie lui, parole spesso volgari, ché lo spin doctor non può che essere così, aggressivo e spietato, deve abbellire, manipolare, far sembrare pulito quel che è sporco, e sporco lo diventa prima di tutto lui. Non ci si salva facilmente da questo cliché, spesso ingiusto, spesso azzeccatissimo, non tanto per la parte “spin”, che in fondo è una parola nata in ambito sportivo, è un effetto che si dà a una palla, nel baseball, nel cricket, nel golf.

10 GEN 2014

L’umiliazione americana a Fallujah

Nel memoir in uscita martedì prossimo, l’ex capo del Pentagono Bob Gates racconta che nei meeting con gli obamiani si sentiva a disagio. Gates era spesso il più anziano – era soprannominato “Yoda”, il grande Jedi verde con le orecchie a punta di “Guerre stellari” – e soprattutto era un rimasuglio dell’Amministrazione Bush: Barack Obama l’aveva confermato come segretario alla Difesa per dare concretezza alla sua iniziale ispirazione lincolniana del “team of rivals” (e perché gli serviva competenza e qualcuno che sapesse trattare con i generali e l’esercito: Gates lo faceva dal 2006). Ferraresi L'ultima guerra di Gates

09 GEN 2014

“The plan” nel Regno Unito

Osborne scommette sull’austerità per vincere le elezioni nel 2015

Vincere le elezioni nel 2015 annunciando un’altra dose di austerità. E’ questo il “plan” dei conservatori britannici, la loro scommessa elettorale. Come ha confidato un ministro dei tempi della Thatcher al Financial Times, “mi pare una mossa senza precedenti, per trovare qualcosa di simile bisogna tornare a quel che i Tory fecero nel 1979”, all’alba della rivoluzione thatcheriana, per l’appunto. Nel discorso di fine 2013, il premier David Cameron ha detto che questo è l’anno della rinascita del Regno Unito (con la speranza che dopo il referendum scozzese, a settembre, il regno lo sia ancora, unito), ma per crescere bisogna rispettare “the plan”, votarsi all’austerità permanente.

08 GEN 2014

Siamo tutti Nigella

David Cameron è uno di noi, uno del “Team Nigella”. E’ un fan di Nigella Lawson, la regina della cucina inglese che ha sdoganato curve e burro, cibi grassi e scollature sontuose, ma che al di là dei fornelli, al di là di quel sorriso invitante, è parecchio sfigata con gli uomini. Cameron ha avuto la fortuna – è pur sempre il premier del Regno Unito – di incontrare Nigella un paio di volte, la trova piacevole e divertente, quando può si mette lì con la figlia Nancy, che ha nove anni, e insieme guardano Nigella in tv per vedere se c’è qualche ricetta che si può fare senza ribaltare la cucina, per fare una sorpresa alla mamma.

02 GEN 2014
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