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L’effetto emerito

“Pochissime persone al mondo, ed Eugenio Scalfari è una di queste, possono comprendere la sorpresa e l’emozione che si provano nel ricevere a casa propria un’inaspettata lettera di un Papa”. Si potrebbe anche solo prendere atto che nel giro di due settimane pure il Papa emerito ha scritto a un ateo di Repubblica, e vedere di nascosto l’effetto che fa. Si potrebbe ironizzare sul miracolo emerito, vista l’emozione con cui Piergiorgio Odifreddi ha accolto il postino. Si potrebbe notare che c’è qualcosa di straordinario nel (momentaneo) trionfo mediatico del papato, ma forse anche di forzato.

25 SET 2013

Il “Toga Party” esiste e indaga di preferenza i nemici politici

“Perché i giudici perseguono i deputati di certi partiti più che quelli di altri partiti?”. Sembra la tipica domanda che da vent’anni sentiamo nei talk-show, al bar. Così come sembra di aver già sentito milioni di volte anche la risposta: “L’affiliazione politica dei giudici italiani influenza in modo significativo la decisione di perseguire certi partiti più che non altri e l’attività giudiziale è anche influenzata dai conflitti dentro il Parlamento”. Per la politica italiana è il tema polemico cruciale da almeno tre decenni. Ma lo si può anche affrontare in modo asettico, con i mezzi della statistica e dell’analisi comparata e con il supporto di una solida bibliografia scientifica.

11 SET 2013

Primi effetti collaterali del pacifismo integrale di Francesco sulla Siria

L’indubbio successo, non solo mediatico, della veglia di preghiera con digiuno per la pace in Siria presieduta sabato in Piazza San Pietro da Papa Francesco e il rinnovato attivismo diplomatico vaticano (ieri un nuovo tweet del Pontefice, “chiedo  d’intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato”) stanno provocando un effetto d’onda ormai visibile a occhio nudo. Sul fronte mediorientale, significativa la lettera che monsignor Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi, ha scritto a Barack Obama. Ne ha dato notizia ieri l’agenzia Fides: “E’ per la pace che vi scrivo, la nostra pace. E’ contro la guerra che le scrivo, la vostra guerra”.

10 SET 2013

Violante, l’eretico creato dal dogma armato dei Piccoli Inquisitori

Il traditore si fucila nella schiena, il convertito si disprezza o al più si tollera con stupore. Chi non è perdonabile è l’eretico, colui che confuta la retta via dopo aver trovato il baco nel dogma, l’anello che non tiene. Nel fuoco di fila di sospetti, qualche volta di insulti, da anni alimentato da parte del circo manettaro e del circolo di cultura torinese – gli Zagrebelsky, i Mauro, i nipotini di Bobbio ma anche quelli di Giancarlo Caselli – contro Luciano Violante e le sue prese di posizione antigiacobine sulla giustizia e sul rapporto che la sinistra dovrebbe (avrebbe dovuto) intrattenere con il fenomeno Silvio Berlusconi, c’è più il terrore dei dogmatici per l’eresia che il disprezzo per il traditore. Leggi anche I proscritti - La neolingua di Repubblica

29 AGO 2013

Notturno nerazzurro

Perché poi che cosa se ne va davvero, come una dissolvenza nei colori della notte, “il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle”, che cosa svanisce davvero della sponda inquieta e folle del balùn meneghino, se Massimo Moratti, il petroliere della Milàn di sciuri, che al Forte gira in bicicletta come un vero sciur de Milàn, vende davvero la sua Inter (mah, chissà, è ancora 12X), e non a un suo pari o a un suo dispari, ma al giovane tycoon indonesiano? Le carte son pronte e le garanzie bancarie pure, è arrivato in città Erick Thohir, con i suoi trecento milioni di euro in saccoccia pronti subito per il 75 per cento di un reame nobile del  piccolo mondo  antico, ma assediato dai debiti. Maurizio Milani Piangere fisso per Luisito Suarez e non per la fame nel mondo

27 LUG 2013

Gli atti mancati dei borghesi buoni a nulla

Gli archivi della memoria sono imperfetti, ma a volte quelli digitali danno una mano per ricordare, almeno grosso modo, come sono iniziate certe cose. Così, cercando l’occorrenza “casta” – in booleana coppia con Stella Gian Antonio, o con l’intercambiabile Rizzo Sergio – nell’archivio storico del Corriere della Sera si apprende che già prima dell’uscita del libro il tic esisteva, pur se embrionale, tanto che il 14 febbraio 2007 si ritrova lo Stella a polemizzare con un Pedrizzi Riccardo, onorevole: “Onorevole, usi la parola giusta: casta. Non ‘categoria’: casta”. Ma era un’occorrenza casuale. In precedenza, il lemma è quasi introvabile.

07 LUG 2013

La chiesa non è più un problema, almeno per lui

Sono belle le lampadine che si accendono, illuminano i volti. Che Papa Francesco non abbia partecipato al Concilio, stava in seminario ai confini del mondo, lontano dall’estenuato piano inclinato della guerra tra chiesa e modernità, è un bel taglio di luce. Forse farà la Grande Riforma, o forse no. Il terzo Vaticano, o forse no. Ma in ogni caso, a renderlo lo stupor mundi che è, è una luce diversa: è un Papa che non ha problemi. Non ha il problema del Concilio. Del moderno e del post moderno. Nemmeno, secondo me, dei poveri (i poveri come “problema”, roba da pietose ong). Semplicemente, è un Papa che non ha il problema della chiesa come un rebus da risolvere (quello è il Papa di Moretti: “Non si può fare che scompaio?”). E questo, al mondo d’oggi, è già una cosa che farebbe girare la testa per strada, più di una bella donna.

26 MAG 2013

Il mediocre d’eccellenza

Taglierò i costi inutili. Ci sono stati 70 milioni di euro di consulenze probabilmente in gran parte inutili”. Chissà perché la lingua mediocre dell’eccellenza autocertificata batte sempre sul dente che duole, i soldi degli altri. Ma poiché è sempre la lingua che si sceglie il dente, così come le parole si scelgono i lapsus, candidarsi per fare il sindaco di Roma con uno slogan  che è tutto un programma, “Roma è vita”, non è proprio una scelta scaramantica per un fan del testamento biologico. Conoscendo il disincanto dei romani, poi.

19 MAG 2013

Larghe intese per la vita

"La giornata più nera della mia vita è stata quella in cui ho firmato la legge sull’aborto”. Questo confessò Giulio Andreotti, parlando nel 2001 al Meeting di Rimini. Fu tentato dal dimettersi, ma come ricordò più volte, e anche in una conversazione del 2008 con il Foglio, “se io mi fossi dimesso nessun altro democristiano avrebbe potuto firmarla: si sarebbe aperta una crisi politica senza sbocco… con le dimissioni, avrei contribuito a un male maggiore di quello che volevo evitare. Così firmai”. Nei giorni delle larghe intese, la morte di Giulio Andreotti ha fatto scorrere un fiume di riflessioni sul rapporto tra la chiesa, il cattolicesimo italiano e lo stato repubblicano.

11 MAG 2013

Cade un “adulto”

Non serve essere cattolico per il Quirinale. Matteo Renzi avrebbe forse fatto meglio a specificare quale tipo di cattolico. Affossato con malagrazia l’epigono un po’ tardo del laburismo e del popolarismo (demo)cristiano, Franco Marini, la rovinosa caduta di ieri di Romano Prodi sulla strada della presidenza della Repubblica suona come la bocciatura di un altro modello cattolico, che ha la stessa età della Costituzione. E’ il trionfo mancato, ancora una volta, di una particolare piccola ecclesia, di un sodalizio, se non una lobby: insomma la vena aurea di un cattolicesimo minoritario, eppure egemonico, nella storia politica e nei centri di potere dell’Italia e del cattolicesimo italiano. Ruggero Orfei, giornalista e intellettuale d’area, li definì i “dossettiani non democristiani”.

20 APR 2013
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