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La Cina tifa Romney

L’analista del governo cinese ci dice: “Per noi è meglio Romney”

La Cina si augura che Mitt Romney diventi presidente degli Stati Uniti, che il 6 novembre sconfigga Barack Obama e che decida subito di cambiare rotta nei rapporti con Pechino. E’ l’auspicio di cui si fa portavoce Dingli Shen, direttore del Centro per gli studi americani alla Fudan University di Shanghai e studioso dei rapporti bilaterali tra i due paesi. La scorsa settimana, in un saggio pubblicato su Foreign Policy, scriveva che “un presidente repubblicano a Washington sarebbe la scelta migliore per la Cina”.

23 OTT 2012

L’America sta meglio o peggio di quattro anni fa? Ecco i numeri

“Cari americani, state meglio ora rispetto a quattro anni fa?”, chiedeva Ronald Reagan nelle battute finali del dibattito con l’allora presidente in carica Jimmy Carter a pochi giorni dalle elezioni che l’avrebbero portato alla Casa Bianca, nel 1980. Opinionisti, analisti, esperti di comunicazione e politici di lungo corso concordarono: quella domanda, secca e chiara, contribuì a far cambiare il vento, a proiettare Reagan verso la presidenza. Leggi Hillary scagiona Obama The Tank - Leggi E’ l’ora del terzo debate e Mitt studia tutte le vie per aggirare l’Ohio di Mattia Ferraresi

16 OTT 2012

Dopo Bengasi, ora Obama manda in Libia l’uomo dei droni

Un mese dopo la promessa al popolo americano di farla pagare agli assassini dell’ambasciatore Chris Stevens, ucciso l’11 settembre scorso nelle stanze del consolato americano di Bengasi assieme ad altri tre membri della missione di Washington, Barack Obama ha mandato ieri in Libia il fidato John Brennan, l’ascoltatissimo capo dell’antiterrorismo autore delle speciali liste in cui vengono elencati gli obiettivi da colpire con i droni. Il compito affidato a Brennan è delicato: uscire dallo stallo, fare ordine e chiarire innanzitutto chi avrà la responsabilità di perseguire penalmente i responsabili dell’assalto alla sede diplomatica di Bengasi. Leggi La Right Nation ha bisogno di un totem, che non è Romney di Stefano Pistolini

10 OTT 2012

Dopo le cannonate di Assad

Erdogan non vuole la guerra contro la Siria (ma contro i curdi sì)

Ecco, Ankara raggiunge il punto di ebollizione contro Damasco dopo l’attacco siriano che mercoledì pomeriggio ha causato la morte di cinque civili nel villaggio turco di Akcakale – vittime, una madre con i suoi tre bambini e un’altra donna. Per gran parte della giornata di ieri, i colpi d’artiglieria dell’esercito turco hanno colpito le postazioni siriane oltreconfine, mentre ad Ankara il Parlamento autorizzava  il governo a intraprendere “ogni tipo di azione militare” in terra straniera per proteggere la sovranità nazionale.

04 OTT 2012

A vincere è la sinistra pragmatica e del rigore

Fino a poche settimane prima del voto del 12 settembre che ha premiato i liberali del premier uscente Mark Rutte e i laburisti dell’astro nascente della politica olandese Diederik Samsom, tutti i sondaggi concordavano: dopo decenni di oblio e di marginalizzazione, a trionfare sarebbero stati finalmente i socialisti di Emile Roemer, brillante ex insegnante prestato alla politica e dal 2010 leader del partito che ha scelto come proprio simbolo un pomodoro.

20 SET 2012

Il venerdì della collera

Cronaca di un giorno di dittatura globale della minoranza ultraislamista

Il primo venerdì della preghiera  dopo l’assalto pianificato al consolato americano di Bengasi si è trasformato, come annunciato, nel venerdì della collera. Dall’Egitto allo Yemen, dal Sudan alla Giordania, dalla Tunisia all’Iraq, dal Bangladesh alla Malesia, fino al Pakistan e all’India, le violenze sono divampate al termine delle funzioni mattutine nelle moschee. Una frangia minoritaria ma violentissima interna al mondo musulmano ribolle e protesta contro il film che irride Maometto. L’obiettivo da colpire è l’America, attraverso le sue sedi diplomatiche sparse nel mondo. Leggi Oltre all’ambasciatore, gli islamisti vogliono uccidere la libertà d’espressione di Giulio Meotti

14 SET 2012

Assalti e disordini alle ambasciate Usa di Egitto e Yemen

L'ambasciata americana a Sana'a, in Yemen, è stata assaltata questa mattina da una folla di almeno quattromila persone, secondo quanto riporta l'emittente britannica Sky News. La folla sarebbe riuscita a entrare nel cortile della sede diplomatica, rimuovendone l'insegna ufficiale e dando alle fiamme la bandiera degli Stati Uniti. La polizia locale ha tentato di disperdere i manifestanti, senza successo. Diversi sarebbero i feriti. Leggi I droni americani battono di nuovo il cielo di Bengasi - Leggi Il Papa va in Libano, ma dalla Siria alla Libia cova l’incendio religioso - Leggi Le guerre di Obama tutte armi e poca faccia finiscono nell’urna elettorale

13 SET 2012

Al voto olandese un fisico nucleare sogna di salvare l’Europa

Diederik Samsom, leader del Partito laburista, è l’astro nascente della politica olandese, l’uomo che potrebbe salvare l’Europa insieme al primo ministro uscente, Mark Rutte. Mercoledì prossimo i Paesi Bassi andranno alle urne per eleggere il nuovo Parlamento dopo la caduta del governo liberale avvenuta lo scorso aprile in seguito al fallimento di un estenuante negoziato con l’estrema destra di Geert Wilders sulle misure di austerità necessarie a ridurre il deficit pubblico.

11 SET 2012

Il mistero di Xi Jinping, sparito da giorni

Guerra tra bande a Pechino

Le procedure per la selezione dei 2.270 delegati che parteciperanno al 18esimo  Congresso del Partito comunista cinese, l’appuntamento in cui le principali cariche della seconda economia del pianeta saranno sostituite attraverso un procedimento complicatissimo e segretissimo, si sono concluse. Tra loro c’è di tutto, dai braccianti ai minatori, dagli autisti di autobus agli operai. Perfino la medaglia d’oro nei 200 metri farfalla alle Olimpiadi di Londra, la nuotatrice Jiao Liuyang, parteciperà alla grande adunanza che chiuderà l’era decennale del binomio Hu Jintao-Wen Jiabao.

11 SET 2012

Latinos a Charlotte

C’era grande attesa, tra le bancarelle e gli stand enogastronomici di Charlotte, per l’appuntamento del keynote speech tenuto ieri sera da Julian Castro, giovane sindaco di San Antonio, Texas, astro nascente del partito. Non è un caso che i vertici democratici abbiano scelto proprio lui, un ispanico, per aprire la convention che certificherà la candidatura di Barack Obama a un secondo mandato alla Casa Bianca. Gli strateghi di Chicago sono convinti che il voto latino deciderà le elezioni, più di quanto sia avvenuto quattro anni fa con quello nero. I latinos sono più di 50 milioni, rappresentano il 17 per cento della popolazione americana.

05 SET 2012
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