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La caduta di stile dal peccato impuro di Pio X alla lobby gay di Francesco

Pio X, il Papa fatto santo quarant’anni dopo la sua morte da Pio XII nel 1954, l’aveva scritto in modo chiaro, nel suo Catechismo maggiore: “Il peccato impuro contro natura grida vendetta al cospetto di Dio”. Non solo, perché a giudizio del Pontefice trevigiano, capofila della lotta al modernismo di stampo ottocentesco, il peccato contro natura era il secondo per gravità, subito dopo l’omicidio volontario. Pio X l’aveva messo nero su bianco nel 1905. Non aveva risposto a braccio a qualche domanda di religiosi sudamericani venuti a salutarlo nella Biblioteca vaticana. Non aveva parlato di “lobby gay” che convive nella città leonina assieme alla “gente santa che c’è in curia”.

12 GIU 2013

La permalosa al Azhar e il genocidio armeno, prime grane di Bergoglio

A quasi tre mesi dall’elezione, arrivano i primi problemi per Papa Francesco con il mondo islamico. E’ al Azhar, la massima istituzione religiosa sunnita, a far sentire la propria voce, con un comunicato diffuso nel fine settimana dall’agenzia Mena: la ripresa delle relazioni con la Santa Sede – si legge – dipende “dai passi positivi e seri che devono essere adottati per dimostrare chiaramente il rispetto dell’islam e dei musulmani”. Al Azhar fa inoltre sapere di essere ancora in attesa della risposta al messaggio di congratulazioni per l’elezione di Bergoglio inviato subito dopo l’apparizione alla Loggia delle Benedizioni. I rapporti tra Roma e al Azhar sono interrotti da più di due anni.

11 GIU 2013

Si consolida la ripresa - Parlano Melloni, Magister e Mancuso

La sottile gestualità del Papa gesuita

Le omelie a braccio di Francesco funzionano più dei video di David Bowie, quelli in cui si vede un prete che seduce una suora in un bordello. Ma nonostante tali episodi capaci di “suscitare la preoccupazione di qualunque coscienza liberale”, come scriveva domenica scorsa sul Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia, la chiesa mostra una sua vitalità, una ripresa della partecipazione popolare ai riti plurisecolari e un accostamento maggiore ai sacramenti rispetto a qualche anno fa. E che qualcosa sia cambiato, lo si vede entrando in una delle tante chiese romane, la domenica mattina.

06 GIU 2013

Basta “dogana pastorale”

Linea friendly di Bergoglio su battesimo e matrimonio

Sette sacramenti bastano e avanzano. Non ne serve un ottavo, quello della “dogana pastorale”. Definisce così, il Papa, quell’insieme di protocolli, precetti e burocrazia che fa diventare la chiesa una fredda organizzazione che impedisce all’uomo di vivere in modo felice e tranquillo il suo rapporto con la fede. Non usa tanti giri di parole, Francesco, sul rischio che corre la chiesa: trasformarsi in una ong, dimenticare che la sua prima missione è evangelizzare e portare ovunque la testimonianza di Cristo. Non è un tema nuovo per Bergoglio. Già ai tempi in cui governava la diocesi di Buenos Aires aveva richiamato i suoi sacerdoti a essere più vicini al sensus fidei comune, della gente del popolo, capace di “cogliere la realtà dei sacramenti con più chiarezza di quanto succede a tanti specialisti”.

29 MAG 2013

Francesco e il latino

La messa antica non si tocca, il Papa gesuita spiazza ancora tutti

Chi pensava che con l’arrivo al Soglio di Pietro del gesuita sudamericano Jorge Mario Bergoglio la messa in latino nella sua forma extra-ordinaria fosse archiviata per sempre, aveva fatto male i conti. Il motu proprio ratzingeriano del 2007, il Summorum Pontificum, non si tocca, e il messale del 1962 di Giovanni XXIII (che poi è l’ultima versione di quello tridentino del Papa santo Pio V) è salvo. Quel rito con il celebrante rivolto verso Dio e non verso il popolo, con le balaustre a separare i banchi per i fedeli dal presbiterio, non è un’anticaglia, detrito da spedire in qualche museo a impolverarsi.

28 MAG 2013

Papa Francesco minaccia di andare in parrocchia a confessare i fedeli

Soffre, Papa Francesco, per l’impossibilità di confessare. A Buenos Aires, quand’era cardinale, lo faceva sempre. Ogni settimana, una parrocchia dopo l’altra, fino alla periferia della diocesi, per ricordare ai fedeli che il confessionale “non è una tintoria” dove andare a ripulirsi dai propri peccati. Era un momento particolarmente atteso da Jorge Bergoglio: nel chiuso del confessionale, separato da una grata sottile, chiedeva al padre di famiglia quanto tempo al giorno dedicasse a giocare con i propri figli, mentre alle signore “cristiane da salotto, bene educate” domandava se oltre a fare l’elemosina guardassero negli occhi anche il povero cui facevano la carità.

22 MAG 2013

Francesco non è proprio la tazza di tè dell’antica nobiltà pontificia

E’ finita un’epoca, tutto è cambiato. La vecchia aristocrazia romana “trincea rocciosa del Papa dai tempi di Carlo Magno”, è in crisi. Francesco, il gesuita Bergoglio, è troppo distante da quel mondo che da sempre ruota attorno a San Pietro. Prima, con gli elmi della guardia nobile che scortò Pio VII in Francia per l’incoronazione di Napoleone nel 1805, e poi con le grandi cene che riunivano attorno allo stesso tavolo il gotha della nobiltà e le alte gerarchie ecclesiastiche. Qualcuno, poi, c’è anche rimasto male per quell’accenno fatto dal Pontefice (tra un’omelia a Santa Marta e una predica dall’ambone sul sagrato di San Pietro) ai cattolici solo per moda, “inamidati, da salotto, quelli educati che discutono di teologia bevendo il tè”.

21 MAG 2013

Il Papa è anticapitalista?

Francesco duro con i mercati signori del mondo, ma va letto bene

Padre Federico Lombardi, portavoce della Sala stampa della Santa Sede l’ha definito “il primo grande e significativo intervento personale del Papa sul tema della crisi economica mondiale”. Un discorso “molto suo”, scritto di suo pugno, che Francesco ha letto ieri mattina nella Sala Clementina ricevendo i neo accreditati ambasciatori di Kirghizistan, Antigua e Barbuda, Lussemburgo e Botswana. Una riflessione sulla crisi finanziaria, che ha origine non solo nel “rapporto con il denaro”, che domina noi e le nostre società, ma soprattutto “in una profonda crisi antropologica”. Certo, ha premesso il Pontefice, l’umanità, nonostante paura, disperazione, indecenza e violenza facciano sì che “la gioia di vivere diminuisca” sempre più, ha ottenuto “risultati positivi che concorrono al suo autentico benessere”. Ferrara Francesco, il denaro e la vita indecente

17 MAG 2013

Poche ma sentite parole su “cultura dello scarto” e terrorismo demografico

Non è mai stato un combattente in prima linea, in strada, dietro striscioni a guidare marce per la difesa dei valori non negoziabili, dal no all’aborto al rifiuto dell’eutanasia, dall’opposizione ai matrimoni omosessuali all’adozione di bambini da parte di persone dello stesso sesso. Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, ha sempre preferito l’ambone delle chiese o i tavoli delle grandi assemblee che periodicamente radunano una vicina all’altra le conferenze episcopali continentali, come quella dell’episcopato latino-americano che si tenne ad Aparecida, in Brasile, nel 2007. Leggi anche Il Papa si scaglia contro "l'ideologia mercatista"

16 MAG 2013

Il Papa si scaglia contro "l'ideologia mercatista"

"La maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continuano a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste", ha detto stamattina Papa Francesco rivolgendosi ad alcuni ambasciatori che gli presentavano le lettere credenziali. I mali di oggi, ha continuato Bergoglio, sono "una corruzione tentacolare e un'evasione fiscale egoista" che "hanno assunto dimensioni mondiali". Ecco perché è necessario "un coraggioso cambiamento di atteggiamento dei dirigenti politici". Ciò che serve, ha detto ancora il Pontefice, "è una riforma finanziaria etica che produca una riforma economica salutare per tutti".

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