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Francesco a Copacabana chiama i giovani alla rivoluzione

Un milione di giovani ha accolto il Papa, tra il freddo e la pioggia, sul lungomare di Copacabana. E’ lì che ieri sera si è tenuta la festa di accoglienza, il primo momento di contatto ufficiale tra Francesco e il popolo giunto a Rio de Janeiro per quella che domenica scorsa all’Angelus Bergoglio ha definito “la settimana della gioventù”. Parole chiare, scandite in spagnolo e con frequenti aggiunte a braccio (il Bergoglio che parla nella sua lingua risulta ben più efficace e meno ingessato di quando parla in portoghese) sulla fede: “Bota fé, metti fede” è il cardine attorno al quale è ruotato l’intervento di Francesco: “Che cosa significano queste parole?”, ha chiesto prima di dare lui stesso la risposta.

26 LUG 2013

Il pop e lo spirito, le due anime di Francesco che convivono (felici) a Rio

Cori gospel, luci stroboscopiche, palchi che sembrano navicelle spaziali per quello che gli organizzatori avevano pensato come “un grande show del futuro”. E’ questo il lato pop della prima Giornata mondiale della gioventù di Francesco, il Papa argentino che dopo una rapida occhiata al programma abbozzato per Joseph Ratzinger ha deciso di intensificare gli appuntamenti pubblici, per stare un po’ di più in mezzo a quel gregge che deve essere sempre il primo riferimento per il pastore, il vescovo (di Roma o della più sperduta e piccola diocesi sulla Terra).

25 LUG 2013

Ritorno ad Aparecida

Sei anni fa Bergoglio stilò in Brasile il suo programma da Papa

Chi conosce bene Jorge Mario Bergoglio da anni, prima ancora che fosse chiamato a succedere a Ratzinger sul Soglio di Pietro, diceva che per capire il senso del suo papato bisognava tornare con la memoria ad Aparecida, al maggio del 2007. E’ lì, tra le navate dell’immenso santuario mariano, che sei anni fa l’allora arcivescovo di Buenos Aires presentò inconsapevolmente quello che sarebbe poi diventato il suo programma di pontificato. Francesco ha chiesto espressamente, quasi preteso, che tra i vari appuntamenti politici e spirituali in terra brasiliana fosse trovato uno spazio per una visita di mezza giornata ad Aparecida. E ieri, sfidando uno degli inverni più freddi degli ultimi quarant’anni, Bergoglio ha compiuto il classico giro in jeep parzialmente scoperta e poi è entrato nella basilica.

24 LUG 2013

La commozione del Papa davanti all'immagine della Madonna

Migliaia sotto la pioggia per la prima messa di Francesco in Brasile

Con la messa al santuario di Nostra Signora di Aparecida, è iniziata ufficialmente la settimana di Papa Francesco in Brasile. Dopo la giornata di riposo di ieri e la breve visita di cortesia alla presidente Dilma Rousseff, Bergoglio si è recato sotto la pioggia scrosciante nel santuario che accolse già Giovanni Paolo II nel 1980 e Benedetto XVI nel 2007. Risolti anche i problemi di sicurezza: Pontefice a bordo di una jeep semicoperta, scorta irrobustita, transenne e soldati a presidiare la folla. Appena entrato nella grande basilica, Francesco si è soffermato in silenzio davanti all'immagine della Vergine nella Sala dei dodici apostoli. Leggi il testo dell'omelia

24 LUG 2013

Nel Brasile dei giovani

La chiesa con bagaglio a mano di Francesco ha in mente solo i poveri

Se le premesse sono quelle viste ieri mattina presto a Fiumicino, poco dopo le otto, il viaggio di Francesco a Rio de Janeiro promette grandi sorprese. Quando tutti i giornalisti erano già seduti ai loro posti sull’Airbus 330 dell’Alitalia, ecco che sulla pista si vedeva camminare il Papa. Tutto vestito di bianco, senza il seguito delle grandi occasioni. Solo lui con il bagaglio a mano. Una valigetta di pelle nera che Bergoglio non ha lasciato un attimo. Sempre con sé, dall’elicottero che lo ha portato allo scalo romano dal Vaticano (con lui c’erano anche il fidato segretario don Alfred Xuereb e il segretario di stato Tarcisio Bertone) fino al momento in cui ha salutato e scambiato qualche parola con il premier Enrico Letta. E con il bagaglio a mano il Pontefice è salito sulla lunga scaletta, in cima alla quale lo attendevano le hostess e il comandante del volo.

22 LUG 2013

¡no Hablo latino!

Nonostante sul trono di Pietro sieda il Papa preso alla fine del mondo che da buon soldato di Ignazio “nec rubricat nec cantat”, le trombe d’argento continuano a scandire solenni dall’alto della loggia interna in San Pietro le marce ottocentesche di Silveri e Longhi. Partono all’unisono non appena s’intravede in fondo alla grande navata centrale il corteo papale diretto all’altare della Confessione. Con le riforme e gli aggiustamenti del Concilio e del post Concilio quel momento alto e pomposo si era perso insieme ai flabelli e alle divise della Guardia nobile, fino all’arrivo al Soglio petrino del fine teologo tedesco Joseph Ratzinger. E quelle trombe suonano ancora oggi, nonostante Benedetto XVI abbia scelto di dedicarsi alla rilettura dell’“Estetica teologica” di Hans Urs von Balthasar, alla preghiera e all’incontro con qualche vecchio amico nel buen retiro dei Giardini vaticani. Leggi anche Chi è Francesco di Marco Burini

22 LUG 2013

La vita e altre “guerre de Dios”

Con un piede già sulla scaletta dell’airbus che lo condurrà a Rio de Janeiro per la Giornata mondiale della gioventù – padre Federico Lombardi ha sottolineato ieri che il programma è stato intensificato con l’avvicendamento al Soglio petrino – Papa Francesco parla di questioni bioetiche. Lo fa con una lettera ai cattolici di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda, che il 28 luglio celebreranno la Giornata per la vita. “Tutti devono arrivare a riconoscere l’inestimabile valore di ogni vita umana. Anche i più deboli e i più vulnerabili, i malati, gli anziani, i non nati e i poveri, sono capolavori della creazione di Dio, fatti a sua immagine, destinati a vivere per sempre e meritevoli della massima riverenza e rispetto”, scrive Bergoglio.

18 LUG 2013

Self help, miracolismo, individualismo: un Papa tra le sette

Dal Brasile promettono che la ventottesima Giornata mondiale della gioventù – si inizia lunedì prossimo, con Papa Francesco che incontrerà la presidente Dilma Rousseff non appena sceso dall’Airbus 330 dell’Alitalia – sarà “lo show del futuro”. E a guardare il palco progettato dall’architetto Joao Uchoa c’è da crederci. Una struttura che definire moderna è dire poco: enorme piattaforma circolare di quattromila metri quadrati, altare in stile minimal, enormi torri di ferro a fare da sfondo (secondo i designer simboleggiano un organo a canne tipico delle cattedrali gotiche), croce di trentatré metri e semiarchi a ricordare due mani in preghiera. Leggi anche ¡no Hablo latino! di Matteo Matzuzzi

17 LUG 2013

L’infallibilità del Papa quando fa i santi (specie quando i santi sono papi)

La questione dell’infallibilità papale è sempre stata maneggiata con cautela dai papi del Novecento. Anche i più ancorati alla tradizione, come i campioni della lotta al modernismo à la Pio X. Pesava sul dogma il modo in cui era stato concepito, il clima storico che faceva sì che il Concilio Vaticano I, fortemente voluto da quello che sarebbe stato l’ultimo Papa re, si svolgesse mentre l’eco dei cannoni piemontesi iniziava a sentirsi in lontananza. Non tutto l’episcopato guardava entusiasta al progetto di Pio IX, e una minoranza di vescovi francesi e tedeschi preferì lasciare Roma piuttosto che certificare l’atto di un Papa inquieto che sentiva la sua autorità politica e spirituale messa sempre più in discussione dallo spirito del tempo. Leggi anche Seduti in quel giardino. Nuovi dubbi sulla strana diarchia in Vaticano di Mattia Rossi

12 LUG 2013

In missione si va in ginocchio e col rosario in mano, dice il Papa

Chi avesse ascoltato l’omelia di Papa Francesco domenica scorsa in San Pietro, avrebbe avuto la netta sensazione di assistere alla ripresa di un discorso lasciato in sospeso tempo fa. “L’evangelizzazione si fa in ginocchio”, ha detto il Papa alle migliaia di seminaristi e novizie giunti a Roma per festeggiare la loro giornata nell’ambito dell’Anno della fede aperto lo scorso ottobre da Benedetto XVI. In ginocchio, uscendo e camminando verso le periferie esistenziali, ha precisato Francesco con spirito gesuita mentre stava in piedi dietro il leggio ligneo che ormai contraddistingue ogni sua omelia. Leggi anche Chiesa povera sì, ma non esageriamo, dice l’arciprete ortodosso

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