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La piazza insicura che attende Grillo per la terza volta

Nel giorno in cui Enrico Letta dice “abbiamo trovato l’accordo per l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti”, Beppe Grillo mette per tempo in sicurezza il cavallo di battaglia dei suoi comizi (rinuncia ai rimborsi elettorali), lanciando subito dal suo blog un post intitolato “accordi e prese per il culo” (sottotitolo: “Beh dopo vent’anni dal referendum va bene… Il Movimento ha rifiutato 42 milioni di euro di finanziamenti semplicemente non richiedendoli, non ci vuole un accordo per farlo, basta la volontà”). Sono le sei del pomeriggio, Beppe Grillo è ancora lontano da piazza del Popolo e gli attivisti tengono nascosto in tasca l’accendino-led che dovrà far brillare “le cinque stelle” all’arrivo del comico-tribuno (“portatelo, portate l’accendino”, era la parola d’ordine del giorno prima).

24 MAG 2013

Dire cosa (come?)

Più la comunicazione si fa incomunicabile per volere dei supremi comunicatori, più c’è bisogno di comunicare il comunicabile per non vedersi mal comunicati. Vito Crimi e la “black list” di cronisti da censurare

23 MAG 2013

L’ineleggibile

Sul piano politico aleggia come arma contundente (non importa se reale), sul piano giuridico resta sospesa nel campo delle probabilità non così probabili: la questione dell’ineleggibilità del Cav.-senatore Silvio Berlusconi, brandita dal Movimento cinque stelle come soluzione finale contro il leader del centrodestra (anche ieri il professor Paolo Becchi ne parlava sul blog di Beppe Grillo), viene accarezzata dagli intellò e dai politici firmatari di appelli su MicroMega, da un redivivo Antonio Di Pietro (ieri, su Twitter) e da quella parte del Pd che, con il capogruppo al Senato Luigi Zanda, pensa che Berlusconi “secondo la legge”, in quanto “concessionario”, non sia eleggibile e che sia “ridicolo” che “l’ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui”.

20 MAG 2013

Il vero pericolo per Grillo è il canto di sirena del Polo Rodotà

Come sempre capita quando la vita si mette a fare il romanzo (o il romanzo la vita), a un certo punto il dramma esteriore diventa dramma interiore, e la piazza mezza vuota che accoglie Beppe Grillo a Treviso e le liti sulla diaria e i sondaggi in flessione e la fantasia della scissione diventano tormento del singolo – singolo deluso, esacerbato, disorientato, isolato (tutti stati d’animo al momento presenti nel manipolo elettorale a Cinque stelle). Non siamo ancora al punto in cui arrivano i protagonisti simil-grillini de “La mentalità dell’alveare”, il romanzo di Vincenzo Latronico presentato in questi giorni al Salone del Libro di Torino per Bompiani.

20 MAG 2013

Donna sull’orlo di una crisi / 2

Ruby-Pinocchio nel Quadrilatero dei Balocchi, ovvero il romanzo che non ha niente a che fare col diritto

Gentile dottoressa Boccassini, con rispetto: ma che c’entra? Perché questo uno arriva a domandarsi dopo aver ascoltato ampi stralci della Sua requisitoria. Che c’entra il Suo ritratto della Ruby-Pinocchio che in un Bildungsroman all’incontrario prende la via del moderno paese dei Balocchi (il “sogno negativo” del “guadagno facile” per “giovani generazioni” attratte da cine e tivù)? Che c’entra con la certezza del diritto e il tribunale e il ragionevole dubbio (che non deve esserci) e soprattutto con il fatto che la Ruby-Pinocchio, nel processo, non è neppure l’accusata?

15 MAG 2013

A cresta bassa

Nuovi tormenti grillini sul bisogno della paghetta

Vivere da parlamentare, dunque, non è come vivere alla maniera di Mark Boyle, l’inglese che da anni ha detto “no” ai soldi e si lava i denti con ossi di seppia: questo devono aver pensato ultimamente i non pochissimi deputati e senatori a cinque stelle, fan della decrescita felice ma folgorati preventivamente (da Beppe Grillo) sulla via della diaria – ché il riflesso cretinista sul Web è più forte del buonsenso, e pure se rendiconti tutto arriva sempre quello che su Facebook ti chiede conto della pizza bufala e pachino (potevi prendere la più economica pizza Margherita).

14 MAG 2013

Il codice Bray e i suoi cultur-nemici

Con le cuffie, l’iPod e il posto in piedi, a bordo della Circumvesuviana poi devastata (e fermata) dai teppisti, se ne stava tranquillo e assorto, prima di chiedere un passaggio per Pompei, il neo ministro dei Beni culturali e del turismo Massimo Bray, già direttore editoriale dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana, direttore responsabile della rivista ItalianiEuropei e presidente del cda della Fondazione “La notte della Taranta” nella Puglia felix da cui proviene. Dopo appena tre giorni nel governo Letta, non ancora segnalati sul suo sito (unico indizio, la frase “la cultura prima di tutto”), se ne stava in piedi tra turisti e non turisti, Bray, rispondendo su Twitter a una signora che l’aveva fotografato, e ascoltando un rocker israeliano di nome Asaf Avidan, sconosciuto ai più.

03 MAG 2013

Il virus del grillismo in “occupyPd” (e i Cinque stelle scongelati da Letta)

Dicono (da Torino, Bologna, Bari, Foggia, Lamezia Terme, Palermo) che “la situazione non è più sostenibile”, che “la misura è colma”, che “le scelte nazionali, regionali e provinciali non possono più cadere dall’alto” e che “la piramide va rovesciata, partendo dalla base”. Vanno in tv per dire: “Ci riprendiamo il partito”. Innalzano stendardi “contro le oligarchie”, stilano “patti della Pallacorda” in omaggio alla Rivoluzione francese, si mobilitano contro “l’inciucio”, parola ormai diventata il collante universale dell’indignazione giacobina (slogan: “Il cambiamento non si fa con Berlusconi”). Vogliono “il congresso del Pd prima dell’accordo Pd-Pdl” e chiedono ai loro deputati e senatori “perché ci dicevate ‘mai il governissimo’ e ora lo fate?”.

25 APR 2013

Lo spleen di Grillo ovvero l’arte della manutenzione della setta

Il fantasma dell’irrilevanza – fare opposizione e sparire, fare opposizione neppure da soli – abita da un paio di giorni il palazzo a cinque stelle. “Non votiamo la fiducia”, “non ci invitano alle consultazioni” (poi erano invitati), “i Letta sono un’unica famiglia”, “l’inciucio è servito”: le formule ripetute non aiutano Beppe Grillo e i suoi eletti, a giudicare dall’oscillare di Grillo tra energia spaccatutto e depressione da ex comico in pantofole, a ricacciare sotto al tappeto l’angoscia di vedersi come in uno specchio rovesciato: non dovevano essere gli altri, quelli nel vicolo cieco? La sensazione è che lo scenario sulla carta migliore – il Pdl e il Pdmenoelle che si mettono d’accordo, i Cinque stelle che continuano nel dàgli alla casta – si tramuti nel caso peggiore.

25 APR 2013

La caduta dall’Olimpo delle “riserve della Repubblica” (Saviano in testa)

Certo il suo “ZeroZeroZero”, il “Gomorra” della lotta alla cocaina, è primo in classifica. Certo Roberto Saviano vende copie con l’ultimo libro, nonostante la parallela caduta negli ascolti televisivi, in coppia con Fabio Fazio – l’ultima recente doppia apparizione su Raitre, a inizio aprile, non ha superato il sette per cento, ma già nell’autunno scorso il critico Aldo Grasso, sul Corriere della Sera, aveva fatto notare una certa flessione dello share. Ma è lo status di “idolo” di Saviano, soprattutto, a fare acqua. Fabio Fazio, poi, anche in solitaria non “traina più”, titola il Fatto, addossando al conduttore di “Che tempo che fa” pure la colpa del calo di ascolti di Milena Gabanelli, in palinsesto con “Report” dopo Fazio.

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