• Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
Il Foglio
  • Abbonati
  • Il Foglio AI
  • La guerra in Ucraina
  • Medio oriente
  • Podcast
  • Editoriali
  • Leggi il Foglio
  • Newsletter
  • Lettere al direttore
Il Foglio
  • Politica
  • Esteri
  • Chiesa
  • Bioetica e diritti
  • Giustizia
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Salute
  • Scuola
  • Cinema
  • Scienza
Abbonati
Leggi il foglio
  • Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
  • Gran Milano
  • Roma Capoccia
  • Il Foglio europeo
  • Un Foglio internazionale
  • Terrazzo
  • Una Fogliata di Libri
  • Il Figlio
  • Mobilità
  • Agrifoglio
  • Rubriche
  • Conosci i foglianti
  • Lettere al direttore
  • Le vignette di Makkox
  • Gli articoli del direttore
  • Gli articoli di Giuliano Ferrara
  • Il Foglio Arte
  • Il Foglio della Moda
  • Podcast
  • Editoriali
  • Iscriviti alle newsletter
  • Stage al Foglio
Conosci i foglianti
  • 1
  • ...
  • 41
  • 42
  • 43
  • ...
  • 54

Tesoro, mi si è ristretta la sovranità

A scuola, dove si insegnano i buoni principi, ci hanno detto che sovranità è, con popolo e territorio, il trittico su cui riposa l’esistenza di uno stato. Che la sovranità è forza che unifica la comunità politica ed è tale proprio perché non ammette interruzioni. Balle, tuona Angelo Panebianco, è un vecchio mito un ideal tipo per giuristi internazionali; la realtà è altra, viviamo di interdipendenze, fin dai tempi della pace di Westphalia. Ha ragione il professore.

26 NOV 2011

Cari Dolce e Gabbana, la minaccia di andarsene lasciatela a Umberto Eco

Stefano Gabbana e Domenico Dolce, icona a due facce del brand mondiale D&G, sono in collera: rischiano a loro dire ingiustamente di essere processati per estero-vestizione e di dover pagare al fisco un miliardo. Così hanno scritto su Twitter che giustizia e fisco italiani sono dei ladri, che vogliono portar loro via tutto e che sono pronti a trasferirsi in altro paese. In venti anni D&G molto hanno fatto per il made in Italy e molto va loro riconosciuto.

25 NOV 2011

Girotondo fogliante - Un'espressione geografica/ 11

Va bene, piangiamo, ma è un miracolo quando la politica riesce ad agire presto

Va bene, piangiamo. Per la nazione che non c’è. Per il popolo sfiancato che si fa sfilare il cuore della sovranità. Per la malnata natura che ci sospinge verso la guerra civile, ad alta, media o bassa intensità, dispiegata, minacciata o simulata, verso tutto insomma fuorché verso una decente rivoluzione. Per un Marat eletto e rieletto per farne una e che si ritrova con un coltello agitato sotto la gola da un’impiegata di banca. Leggi tutti gli altri interventi

15 NOV 2011

Non chiamiamolo direttorio

Quella di Merkozy è una guerra per lo spazio vitale dichiarata da due pasticcioni

Prima ne ha fatta un’altra delle sue, ha detto che Netanyahu è un bugiardo e Papandreou un pazzo depresso, Dio ci scampi se una gaffe del genere l’avesse fatta il Cav. Poi come niente, forte di un piccolo ma significativo rimbalzo della popolarità, ha ripreso la ben nota postura. Del protettore della patria, del co-gestore avvertito dell’Europa.

12 NOV 2011

Il Cav. scelga il terreno sul quale aprire la crisi, può ancora farlo, ma subito

Diceva il Bonaparte che con una baionetta si può fare di tutto tranne che sedercisi sopra. Al Cav. è rimasta in mano soltanto una baionetta: potere scegliere quando, come e su quale terreno aprire formalmente la crisi. Perciò non perda tempo e passi all’atto, prima che dalle mani gli tolgano anche questo. Non serve a molto passare le notti con il fido Verdini davanti al pallottoliere. In questa situazione, la conta, persino la languida telefonata personale produce l’effetto contrario: rafforza l’indeciso nella convinzione di essere indispensabile, gli fornisce dunque nuove armi per fare pressione e accelera la sua defezione.

08 NOV 2011

Una splendida brutta figura

Non sappiamo che farcene di buone maniere. Non è più tempo da dieci in condotta. Le buone maniere sono come l’eleganza: servono a passare inosservati. Ma l’Italia del momento non ha interesse a passare inosservata. Meglio dunque il cucù, l’impulso di farsi fotografare “ponendo cuernos a Piqué”, tirare fuori il kapò da non si sa quale fantasia cinematografica. Meglio la gaffe, la battuta da caserma, lo scandalo birichino e ragionevole.

27 OTT 2011

Noi e loro

Sono tanti i francesi che amano l’Italia, molti di più quelli che non amano gli italiani. Nei salotti della Parigi che conta, tutto sembra filare alla perfezione, “beau comme un italien” ti dicono, ma che profilo da antico romano, che eleganza naturale, che musica questa lingua. Ma appena si passa all’atto, al lavoro, agli affari, la seduzione si sfarina, l’attrazione vacilla. Leggi Una risata a piazza Farnese - Le foto

26 OTT 2011

Er pelliccia e l’indignato pentito

Signor terrorista urbano, ma chi è lei? La domanda se l’è posta anche il ministro dell’Interno e converrà che lo sforzo è in sé lodevole. Ma non avendo trovato risposte, se l’ è inventata: terrorista urbano, per l’appunto. Non so se a lei piace. Al suo posto mi preoccuperei. Non è mai una buona cosa una trappola semantica, vedi mai che l’aggettivo scompare e rimane il solo sostantivo. Non sarebbe allora più questione di violenza di strada, di cui (per quanti danni possa fare e qualsiasi forma possa prendere, dalla guerra tra bande allo scontro tra tifoserie) bisogna farsi una ragione.

20 OTT 2011

Dai vecchi maestri

Finita la lotta di classe. Gli indignati hanno pagato la crisi

Ma i vecchi maestri che un tempo studiavano come entomologi l’organizzazione del lavoro, la nuova fabbrica e vivevano nell’esaltazione della lotta operaia, i cattivissimi maestri di gioventù, che penseranno mai del tempo presente? Di questi strani giorni in cui un presidente del Consiglio va in Parlamento, dice en passant che la lotta di classe è morta e sepolta e le parole cadono nell’indifferenza generale, eppure è la prima volta nella storia repubblicana. In cui il capo Fiat detta la linea, come vuole la tradizione della casa, ma è una linea a pensarci bene pazzesca. Leggi L’establishment schizofrenico che sta con la Bce e con gli indignados - Leggi “Lasciateci fallire”, il paradosso che unisce draghetti e liberisti

17 OTT 2011

Sarkozy e la fin de regne

Quattro anni fa promise di rovesciare la  Francia come un guanto. Suscitò per questo speranze e timori. Da allora ha inanellato eccessi, errori, passi falsi che hanno dissolto la speranza, esteso e radicato il rancore. Un simile cammino della croce potrebbe chiudersi solo con un suicidio. Ma visti i precedenti, Nicolas Sarkozy sarebbe anche capace di mancare questo appuntamento con le ragioni della politica, di rimettersi in piedi. E la prossima primavera vincere a sorpresa le presidenziali e restare all’Eliseo per altri cinque anni.

08 OTT 2011
  • 1
  • ...
  • 41
  • 42
  • 43
  • ...
  • 54
Il Foglio
  • Privacy Policy
  • Contatti
  • Pubblicità
  • FAQ - Domande e risposte
  • RSS
  • Termini di utilizzo
  • Change privacy settings
Torna All’inizio