Come ti silenzio lo scandalo di stato delle calunnie avallate da pm comizianti e media Per uscire dalla galera e dalla palude di discredito nella quale è di colpo precipitato, Massimo Ciancimino non trova altra via se non quella di coprire e riverniciare le sue patacche con altre bugie. Il catalogo degli esempi possibili è senza fine. Non sa come giustificare la calunnia all’ex capo della polizia, Gianni De Gennaro? Nessuna preoccupazione. Il pataccaro infila la mano nel pozzo nero della sua fantasia e tira fuori un improbabile “Mister X”. 21 MAG 2011
Promemoria per F. Merlo Contro le caricature moderniste del sacerdozio e della sessuofobia cattolica I l giorno che partii per il seminario, parenti e amici mi tributarono l’onore di una prima e indimenticabile processione. La corriera per Catania passava alle nove e mezza e alle sette sotto casa c’era già mio nonno con le redini del mulo in mano: credeva, poveretto, che avrei portato con me chissà quante valigie e voleva rendersi utile al trasporto. Sul pianerottolo mia madre piangeva lacrime sincere perché sapeva che mi avrebbe rivisto dopo otto mesi, ma quando le buttai le braccia al collo per il saluto definitivo mi rispose con un sorriso a mezzo labbro, fatto per la metà di pianto e metà di consolazione. Leggi Il diavolo e i vergini di Dio di Maurizio Crippa 19 MAG 2011
Promiscuità, consulenze, familismi: dove stanno i reati? Il romanzone giornalistico della corruzione ha personaggi senza nomi Sono quasi due settimane che i cronisti rovistano tra le ventimila pagine consegnate dai carabinieri del Ros alla procura di Firenze per sostenere, si dice così, l’inchiesta sulla Protezione civile. E sono due settimane che i giornali offrono ai propri lettori lenzuolate di intercettazioni dalle quali affiorano comparaggi e compromissioni, privilegi e raccomandazioni, puttane e sputtanamenti. Ma, al di là delle chiacchiere e delle campagne di stampa, dove sono le mazzette, i soldi, le tangenti, le mani nella marmellata? 23 FEB 2010
Vittorio Nisticò Si chiamava Vittorio Nisticò, classe 1919. Lucido, curioso, lettore instancabile di libri e giornali, fino a poche settimane fa si divertiva ancora a dirci perché quel titolo andava fatto così e perché quell’articolo doveva essere scritto in modo diverso e “non con quel linguaggio che mostra solo la pigrizia di chi lo ha scritto”. E sì, per Nisticò il giornalismo stava tutto lì: nella capacità di trovare una notizia, un dettaglio, una fotografia. 10 GIU 2009
La festa di Repubblica Ma sì, chissenefrega se la corazzata ha messo più di una volta il piedino in una pozzanghera, chissenefrega se qualche scoop, a cominciare da quelli firmati dagli imbattibili D’Avanzo e Bolzoni, è venuto storto. E chissenefrega se in tutti gli altri giornali si sussurra e si insinua che il giornale di Largo Fochetti è ormai un partito politico, costruito ogni giorno non da redattori ma da militanti, non da cronisti ma da combattenti. Ciò che oggi conta, per Repubblica, è la conquista di una leadership editoriale. 01 GIU 2009