La cura di Sneh A Entebbe il generale Ephraim Sneh era noto a tutti come “il dottore”. Il 4 luglio 1976 tra le sue braccia morì Yoni Netanyahu, fratello dell’attuale primo ministro d’Israele e a capo del celebre blitz ugandese che liberò gli ostaggi. Con Sneh nella Sayeret Matkal, le teste di cuoio israeliane, c’era la “cabala del commando”, ovvero Benjamin Netanyahu, primo ministro, Ehud Barak, ministro della Difesa, e Moshe Yaalon, il vice premier noto come “the brain”, il cervello. 15 FEB 2012
Nella mente dello strike Sta per scoppiare la guerra fra Iran e Israele, bombarderemo i siti iraniani prima del previsto, le sirene ci sveglieranno di prima mattina e il comando interno ci dirà come entrare nei rifugi. Il resto sarà storia”. Così Sever Plocker, vicedirettore del maggiore giornale israeliano, Yedioth Ahronoth, lancia l’allarme sul countdown, il conto alla rovescia verso la resa dei conti fra lo stato ebraico e la Repubblica islamica dell’Iran. Leggi la prima puntata Countdown, storia preventiva dello strike - Leggi la seconda puntata Mañana. La guerra fantasma d’Israele 12 FEB 2012
Mañana. La guerra fantasma d’Israele Nella strada che costeggia il Mediterraneo, a pochi chilometri da Tel Aviv, c’è un insieme di edifici bianco-grigiastri al di là di una fila di eucaliptus. Lì sorge il monumento ai 400 israeliani caduti servendo nei servizi segreti. Alcuni di loro non hanno neppure una tomba in terra ebraica, sepolti senza nome in qualche sperduto camposanto arabo. Come Eli Cohen, lo 007 che garantì la vittoria nel 1967 e che faceva emozionare Yitzhak Rabin quando ne ricordava la figura. Leggi Countdown, storia preventiva dello strike 11 FEB 2012
Countdown, storia preventiva dello strike Ad accogliere i visitatori nel quartier generale dell’aviazione israeliana di Tel Aviv è un poster: “Le aquile d’Israele sopra Auschwitz”. Dieci anni fa lo stato ebraico ottenne, suscitando numerose proteste internazionali, di alzare i propri velivoli militari sopra la tomba invisibile di milioni di ebrei. Il poster mostra due caccia F-15, pilotati da nipoti e figli di sopravvissuti alla Shoah, che sorvolano i resti delle camere a gas nel campo di sterminio nazista. “Siamo arrivati troppo tardi per coloro che sono morti qui”, disse Ehud Barak, attuale ministro della Difesa israeliano. 04 FEB 2012
“No a riti della memoria, uccidono l’Olocausto”. Libro-choc di Rosenfeld “La morte di milioni è stata trasformata in intrattenimento popolare e in una forma di liturgia teologica, persino in una banale piattaforma di educazione civica”. Alvin Rosenfeld, storico americano dell’Università dell’Indiana e pioniere di fama negli studi sull’antisemitismo, è durissimo con i guardiani della memoria dell’Olocausto. Ha scritto un libro, “The end of the Holocaust”, la fine dell’Olocausto, per denunciare e sviscerare la “volgarizzazione”, la “banalizzazione” e i rischi dietro a questa dittatura della memoria. 27 GEN 2012
In Israele è guerra civile fra timorati e “mangiatori di conigli” A giudicare dalla provocazione del responsabile delle pagine culturali di Haaretz, Beny Zipper, i laici israeliani hanno davvero i nervi a pezzi. Zipper tempo fa ha scritto che per salvare lo spirito secolarista ebraico serve “un piano di trasferimento di ebrei laici a Berlino, affinché vi costituiscano un polo alternativo all’Israele così come è oggi”. Moshe Zar, l’eroe di guerra che combatté nella 101esima divisione sotto il comando di Ariel Sharon, ha risposto così: “Voi della sinistra laica non fate figli e non vi sposate, che futuro avete? Noi siamo il futuro”. 08 GEN 2012
La marcia di Berlioz su Bruxelles “Bruxelles non è Mosca”, ha scandito il premier ungherese Viktor Orban inaugurando una mostra alla Galleria di Budapest. Vi figura un ritratto di Imre Nagy, l’eroe della rivolta contro i carri armati sovietici di cui il primo ministro organizzò il funerale postumo nel 1989. Prese le dovute cautele sulle venature autoritarie tipiche della politica est-europea, la sfida di Orban è soprattutto all’europeismo ideologico. 05 GEN 2012
Le provocazioni di Teheran e le reazioni di Israele e America Prima c’è stato il lancio domenica di un missile a medio raggio, poi il vettore a lunga gittata. L’Iran è già in grado di raggiungere Israele, l’Europa, i paesi del Golfo alleati degli americani e le unità navali in pattugliamento nel Stretto di Hormutz, dove transita un terzo dei rifornimenti mondiali di petrolio. Domenica gli scienziati di Ahmadinejad hanno poi annunciato di aver prodotto la prima barra a combustibile a base di uranio arricchito. Leggi Se Israele accetta il nucleare iraniano - Leggi La “Supremazia” dell’Iran nel Golfo spaventa il mercato del greggio 02 GEN 2012
Sirene in azione a Tel Aviv “Day after” in Israele, prove di guerra e difesa contro l’atomica iraniana Gli strike contro le installazioni atomiche iraniane sono su tutte le prime pagine dei giornali ebraici, ma in Israele c’è anche un lavorìo pratico, di massima allerta, per salvaguardare la popolazione civile. Le notizie che filtrano dall’intelligence sono laconiche ma pregnanti: non se ne parla di bombardare Teheran durante l’inverno, il clima non è buono. Intanto c’è una preoccupante frenesia di autodifesa, segno che il governo Netanyahu ha accelerato i piani da qualche settimana. 04 NOV 2011
Satira sull’islam, brucia Charlie Hebdo. Westergaard: “E’ terrore ovunque” E’ “un’aggressione contro la Francia” scrive Ivan Rioufol sul Figaro. La notte tra martedì e mercoledì un incendio, causato da bombe molotov, ha distrutto la sede parigina del settimanale Charlie Hebdo, storico giornale satirico francese, libertario e di sinistra. L’attentato è avvenuto poche ore prima della pubblicazione di un numero dedicato alla primavera araba. Il giornale, che per l’occasione era stato ribattezzato “Sharia Hebdo”, aveva deciso di nominare il profeta Maometto “direttore” per “festeggiare la vittoria” del partito islamico Ennahda in Tunisia. 03 NOV 2011