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Che fa l’Anarca? Lascia o raddoppia?

Pupi nel braccio della morte

Sandra, una donna dell’area vesuviana intervistata ieri da Laura Laurenzi su Repubblica, mette giù dura la faccenda delle cause materiali dell’aborto, troppo “delicata” per discuterne in campagna elettorale, e che nessuno in trent’anni ha voluto porre al centro di un grande piano per la vita, per la maternità e contro la morte in pancia procurata. Sandra è spicciativa, fino all’inumanità verso se stessa e verso la propria creatura. Ho fissato la data dall’aborto, dice, perché con il mio compagno mettiamo insieme un reddito di 1300 euro mensili, e non possiamo permetterci un bambino.

01 MAG 2008

Un 25 aprile disastroso

A Torino il trionfo del qualunquismo nella forma spettacolare e come al solito di grande successo della ciarlataneria, che fa ombra sulla cerimonia istituzionale, composta come in una bara su altra piazza, mentre echeggiano gli insulti al sindaco e al presidente della Repubblica. A Genova i fischi all’arcivescovo Angelo Bagnasco, un sereno uomo di chiesa travolto dall’intolleranza che si traveste da resistenza laica. A Milano polemiche belluine per l’assenza del sindaco Letizia Moratti, maltrattata la volta scorsa insieme con il padre invalido: con quella sciagura da Nobel della famiglia Fo-Rame in lacrime di disperazione per la vittoria di Berlusconi.

26 APR 2008

I primi giorni del terzo Cav.

Vita agra al Castello - Versione integrale

Tremonti e Letta. Letta e Tremonti. Sono giorni di afflizione, ha detto Berlusconi. Forse ci saranno sorprese, ha anche detto. Decido io, ha ripetuto più volte parlando con il mondo della finanza e delle imprese. Che cosa significano queste tre frasi? Penso di saperlo, più o meno. L’afflizione non deriva dai dettagli: Berlusconi è capace di affliggersi, quando si fanno le liste per Camera e Senato, anche per un qualche diniego periferico che è costretto a opporre a desideri intensi di rielezione.

25 APR 2008

Anticipazione di un lungo articolo dell'Elefantino sul Foglio del 25 aprile

Vita agra al Castello

Tremonti e Letta. Letta e Tremonti. Sono giorni di afflizione, ha detto Berlusconi. Forse ci saranno sorprese, ha anche detto. Decido io, ha ripetuto più volte parlando con il mondo della finanza e delle imprese. Che cosa significano queste tre frasi? Penso di saperlo, più o meno. L’afflizione non deriva dai dettagli: Berlusconi è capace di affliggersi, quando si fanno le liste per Camera e Senato, anche per un qualche diniego periferico che è costretto a opporre a desideri intensi di rielezione.

24 APR 2008

Si è svegliato?

W. a Repubblica en provocateur

Singolare coincidenza Foglio-Repubblica. Noi abbiamo fatto le cifre economico fiscali, e definito la cornice politica, della presa del potere di Berlusconi sulle macerie del governo Prodi. W. su Repubblica ha finalmente detto: niente autocritica, la colpa è di Prodi.

18 APR 2008

Dal Foglio del 18 aprile

Chi ha perso le elezioni? Prodi, Padoa-Schioppa e Visco. O no?

Sulla valanga elettorale che ha consegnato l’Italia a Berlusconi e a Bossi si fa molta sociologia, molta semiologia. Ma il mistero glorioso di cui non si parla, e che spiega la sostanza delle cose, è tipicamente politico e tipicamente economico.

18 APR 2008

Dopo la sconfitta pazza

Lettera di amicizia ai compagni di lista, a chi ha speso soldi, tempo, energia...

Oggi scrivo io. Scrivo alle amiche e agli amici che hanno speso il loro tempo, il loro denaro, le loro energie, la loro faccia nella battaglia elettorale per la vita e contro l’aborto. Li ringrazio e voglio loro un gran bene. So che continueranno come continuerò io a pensare le cose che ci siamo dette in tante riunioni belle e che valeva la pena di tenere.

16 APR 2008

L'elefantino in versione integrale

Rovesciate la frittata

Il gran finale della corsa commerciale alla Casa Rosada è degli sponsor, Totti e Clooney e Ronaldinho, gli idoli polemici della vigilia. Era inevitabile, dopo le donne orizzontali, il sesso nei parchi, la cordata, la grafica delle schede e altre bellurie di nuova e vecchia stagione. Quando scarseggiano le idee e le passioni significative, quando la politica si veste per la festa della propria insignificanza, questo succede. (Ma quello che avete appena letto è l’attacco moralistico del pezzo. Ora ne scrivo un altro, un poco più sobrio o almeno di tono politico). *** E’ il momento delle grandi scelte, due visioni di questo paese e del suo futuro sono nelle mani degli elettori. Veltroni e Berlusconi... no, non mi viene. (C’è qualcosa che non va. Devo trovare un’altra soluzione per l’attacco, che è sempre la parte più difficile di un articolo. Chissà che non funzioni ancora l’apocalittica all’italiana, il comunismo di Veltroni o il conflitto di interessi del magnate dei media... no, non funziona).

12 APR 2008

In morte del conflitto di interessi

Cinici va bene. Politicanti anche. Ma fino a che punto? Vi sarete accorti che il conflitto di interessi del magnate dei media, inteso come idea guida tormentosa e radicale, come febbrile termometro del carattere e dell’autenticità della democrazia italiana, è scomparso completamente dall’agenda politica e culturale di questo paese. Se ne occupa ormai qualche fissato, qualche Pancho Pardi. Ma i pezzi grossi della politica, della cultura e dell’informazione hanno dimenticato questa epocale battaglia, questo orizzonte intrascendibile di lotta, di mobilitazione, di impegno appassionato. In un attimo.

11 APR 2008

Fumogeni, equivoci e voti

Cara Rosy Bindi, a Firenze lei ha dichiarato che due libertà sono in conflitto, quella di abortire e quella di obiettare. Non so se sia una verità cattolica, e ne dubito, ma so che non è giusto da un punto di vista laico. Al solo scopo di combattere l’orrendo fenomeno dell’aborto clandestino, e non come mezzo di controllo delle nascite, la legge italiana 194 concede dal 1978 la possibilità di interrompere volontariamente la gravidanza, a certe condizioni e soltanto nelle strutture pubbliche. Non esiste una generica libertà di aborto. Che un ex ministro della Salute e della Famiglia cada in un simile lapsus, omaggiando l’idolo libertario celebrato nelle piazze in cui si lanciano in suo onore sedie, fumogeni, pomodori e uova, è la conferma del fatto che l’aborto è diventato una convenzione moralmente indifferente e che negli ultimi trent’anni siamo scivolati in una cultura oscurantista, primitiva e barbarica. Ci rifletta laicamente, onorevole Bindi, visto che per umanità, per cultura e per fede con quella cultura lei non ha o non dovrebbe avere niente da spartire. Senza rancore.

09 APR 2008
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