Oggi a Roma, davanti all'ambasciata francese. Con Martino e Ferrara Una risata a piazza Farnese Sarkozy ha dato il “la”. Ma il primo a ridere di Berlusconi è Berlusconi, perché è un italiano sorridente e non un gallo cupo e ipercinetico. Però i banchieri e gli investitori e i risparmiatori francesi non ridono. Leggi il comunicato di Silvio Berlusconi: "Nessuno in Europa può darci lezioni" - Ascolta l'appello di Giuliano Ferrara all'ambasciatore francese: Monsieur l'Ambassadeur, voila pourquoi nous avons tous très peu à rire 24 OTT 2011
Una risata a Piazza Farnese, risposta dell’Italia sana al sarcasmo del “disastroso” Sarkozy Sarkozy ha dato il “la”. Ma il primo a ridere di Berlusconi è Berlusconi, perché è un italiano sorridente e non un gallo cupo e ipercinetico. Però i banchieri e gli investitori e i risparmiatori francesi non ridono. Le nostre banche si sono tenute relativamente fuori dalla turbolenza greca e dal contagio, quelle francesi ci sono entrate con tutte le scarpe e scoppiano di titoli semi-insolventi. 24 OTT 2011
Quella inutile lezione della Merkel e di Sarkozy Angela Merkel e Nicolas Sarkozy meritano parole chiare e fredde. A nome dei loro paesi pretendono di guidare l’Unione europea e da due anni non sanno come fare. “Gestione disastrosa”, è il referto stilato dal capo dell’area euro Jean-Claude Juncker. La Germania è una grande economia motrice e la locomotiva ha sbuffato fino a ora, alla grande, con le esportazioni sulla sezione del mercato mondiale che tira. La Francia gode di infrastrutture ad alto livello e di un sistema decisionale gaullista. Ma Berlino da sola non ce la fa, e il suo sistema bancario è impaniato nella crisi del debito sovrano. 24 OTT 2011
La petulante Emma e il capitalismo che non esiste La presidente di Confindustria si comporta in modo fastidiosamente petulante. Emma Marcegaglia non doveva fare quel mestiere. Lo dicemmo a suo tempo in questo giornale, d’accordo con fior di imprenditori. Ci voleva qualcuno che fosse anima dell’imprenditoria, non una faccia buona solo per la rappresentanza. Confindustria non ha bisogno di un portavoce o di un pr politico. Non ha bisogno di un giornale politico. Non ha bisogno di fare editoria governativa o antigovernativa. 23 OTT 2011
La chiesa, l’amore e l’aborto Il Papa ha indetto l’anno della fede, dopo l’amore e la carità nella verità (seguirà un’enciclica). Benedetto XVI sa tenere aperti tutti i fronti della sua magnifica intelligenza delle cose. E’ pensante in un senso molto forte e filosofico, ragiona laicamente di diritto naturale e stato liberale davanti al Bundestag di Berlino, ma sa che la preghiera e la fede non sono un ripiego, sono l’essenza stessa della sua chiesa, sono per così dire il luogo stesso della redenzione in cammino, della storia della salvezza che appartiene alla comunità cristiana moderna e al soggetto moderno radicalizzato nella sua libertà (Erasmo e Lutero). 22 OTT 2011
I tossicodipendenti da Bankitalia Tardi e male, diranno i faziosi. Una lottizzazione scongiurata in extremis, gorgheggeranno i tenori meno perversi. Un’istituzione sacra trattata in modo profano, aggiungeranno i nobiluomini della moneta. E Scalfari ci terrà a sciorinare la solita geremiade, come se le precedenti nomine non fossero state il frutto di mille giochi di potere, di consultazioni molto, molto informali, di filiere legate all’amministrazione dello stato, all’economia finanziaria, alle cordate di ogni genere e specie. Ignazio Visco va benissimo. 21 OTT 2011
Ora basta con l'aborto E adesso che facciamo? La massima corte di giustizia europea ha stabilito che l’embrione umano, perfino prima di essere compiutamente un embrione fecondato, non può essere manipolato e brevettato da ricercatori e scienziati. E un feto di un certo numero di settimane? Quello sì, quello può essere abortito. Lo dice la nostra cultura giuridica. La situazione morale che ne deriva è incandescente, e pone problemi serissimi a tutti. 20 OTT 2011
La verità sul Popolo della libertà A Berlusconi i partiti non piacciono. La discussione, i padrinati di corrente, lo scambio tra idee e posti, il negoziato, la mediazione, il programma definito per benino: non è il suo genere. Il vecchio modello di partito non piace nemmeno a noi. Ci piace solo il partito all’americana, quello degli eletti che fanno la loro strada e attraverso elezioni primarie si costituiscono, alla testa dei municipi, delle regioni, delle istituzioni parlamentari, del governo o dell’opposizione, come veicoli di formazione di maggioranze chiare, di leadership presidenziali definite, nella massima libertà della società civile. 20 OTT 2011