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Chi ha paura di Viktor Orban?

Chi ha paura di Viktor Orban? Chi aveva paura di Silvio Berlusconi? Chi ha paura dei vescovi cattolici? Chi ha paura che le nazioni, i popoli, i costumi, le culture, le idee, le fedi d’Europa sopravvivano e anzi vivano in modo non folcloristico, come pegno di sovranità, come elemento di diversità e di ricchezza? Il premier ungherese ha cambiato la Costituzione e apertamente rivendicato la necessità di nuove regole, di un nuovo regime politico. Non ha attaccato le libertà civili, non ha violato la sovranità delle Camere di una Repubblica parlamentare. Leggi Campagna d’Ungheria e Ungheria libera (o no?) di Giuliano Ferrara - Leggi Che cosa succede in Ungheria

09 GEN 2012

I coglioni anonimi dello spread, una piccola storia sinistra

Vorrei prima di ogni altra cosa, quanto a buoni proponimenti per l’anno incipiente, che coloro i quali hanno detto sonoramente “caduto Berlusconi, spread in ribasso” ammettessero di essere stati un po’ coglioni. Tutti siamo stati, chi più chi meno, chi prima chi poi, un po’ coglioni. E quelli che lo sanno, lo ammettono, lo hanno riconosciuto in circostanze varie, meritano il rispetto degli altri. Quelli che se ne fottono non meritano alcun rispetto. Anzi, sarebbe bello se i grandissimi cazzoni che si sono illustrati in questa acrobazia si associassero in una specie di alcolisti anonimi, coglioni anonimi.

08 GEN 2012

Ungheria libera (o no?)

Trattandosi di Pierluigi Battista, dubbi e sospetti non ce ne sono: è convinto che in Ungheria stia succedendo il peggio, sotto il profilo delle libertà democratiche, e appoggia chi vuole scongiurarlo con ogni mezzo. Battista ha scritto mille volte della farlocca e ideologizzante opposizione al regime berlusconiano negatore di libertà. Non il Foglio ma il governo Orban sostiene il proprio diritto parlamentare a cambiare Costituzione e regime politico con il consenso dei due terzi delle Camere, fa i conti a suo modo con la storia ungherese, risolve in indipendenza alcuni nodi storici e ideologici di quella società.

07 GEN 2012

Ora Monti vada oltre Monti

Mario Monti e i suoi stanno facendo un lavoro sporco ma necessario. Mangiano cotechino e lenticchie a spese loro, e per il resto, a parte la demagogia sulle banche, che sono avide e usuraie quanto si voglia ma sono le nostre banche, le banche socializzate dell’economia globale, quelle da cui dipendono anche le pensioni e gli stipendi e le imprese, fanno o promettono a breve cose che per trent’anni quelli come noi hanno detto che si dovevano fare, dalle pensioni di anzianità superate alle liberalizzazioni da varare con un taglio del nodo di Gordio.

07 GEN 2012

Nota per gli indignados antifisco

Il fisco italiano è ingiusto per chi paga, per chi pagherà sempre e ha sempre pagato, ed è un imbroglio fitto di rigorismo e lassismo intrecciati per chi non paga, non ha mai pagato, non pagherà mai. Le motivazioni per pagare sono semplici: civismo. Quelle per non pagare sono diverse. Detto questo, perché questo va detto, i controlli dell’Agenzia delle entrate sono sacrosanti, il fatto che siano rapsodici e simbolici è inevitabile.

06 GEN 2012

Campagna d’Ungheria

C’è il sospetto, che non è l’anticamera della verità, gravante su Viktor Orban, premier ungherese di destra, già leader del dissenso anticomunista, eletto con una maggioranza parlamentare dei due terzi nell’aprile del 2010, dopo un decennio di bancarotta di socialisti, progressisti e verdi incollati insieme dagli ex comunisti di Kádár e compagnia. Il sospetto è che sia autoritario o comunque troppo decisionista, che voglia cambiare le regole politiche nel suo paese, che non sia entusiasta dei valori cosiddetti dell’Europa unionista. Leggi La marcia di Berlioz su Bruxelles

05 GEN 2012

Contro l'austerità

In America, dove tutto era cominciato nel 2008 con l’esplosione del debito privato,  hanno scelto una soluzione diversa da quella nostra, d’impronta tedesca. Lo stesso in Gran Bretagna, paese europeo ma anche atlantico e fuori dell’area euro. Hanno, per farla breve, pompato moneta nel sistema. Ne sono seguite aspre polemiche, specie di parte conservatrice, perché i risultati non sono stati eccezionali e immediati, e la creazione di lavoro, che da loro è il vero termometro dello sviluppo e della famosa equità, è stata insufficiente.

02 GEN 2012

Le abbiamo prese, buon anno ai bastonatori malinconici

Non è una notizia che la Merkel abbia nominato Monti a capo del governo italiano. Lo sapevamo e lo abbiamo detto anche prima del Wall Street Journal, che ha un timbro globale e autorevole. Non è una novità storica l’Italia eterodiretta. Non è inaudita l’indifferenza sostanziale dei cittadini all’autogoverno. Il disordine domestico era diventato incompatibile con le alleanze politiche internazionali. La guerra del debito era persa, e i mercati hanno preso il posto della Quinta armata.

01 GEN 2012

Cosa manca all’impeccabile Preside

Il preside è stato impeccabile. Direi che non ha sbagliato una mossa. Ha parlato per ore come una macchina sputa-informazioni, rispondendo a domande precise ed esponendo la logica e l’agenda delle cose fatte e da fare da parte del governo dei tecnocrati, il consiglio di facoltà bocconiano che ci guida per scelta d’emergenza del capo dello stato e per la resa senza molte condizioni della politica e dei partiti. Guarda la puntata di Qui Radio Londra sul Preside tra le nuvole - Leggi Le mosse (in sordina) di Monti per pesare in Europa - Leggi Le direttive del Preside con pochi annunci, tanta ironia e molto rigore - Leggi Monti risolve (a metà) l’eurogiallo sui debiti statali

30 DIC 2011

Viva la spatrimoniale

Ci vorrebbe un Tom Wolfe dei nostri giorni che sia capace, come quello raccontato oggi dalla Marianna Rizzini nell’inserto karamella, di prendere per il collo delicatamente ogni odiatore snob del denaro, della mercificazione, del marketing, della pubblicità e del superfluo eppoi costringerlo a dare l’assalto ai saldi come i milanesi di Manzoni davano l’assalto ai forni. Leggi L’invenzione dei giovani di Marianna Rizzini

28 DIC 2011
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