Verso il disastro europeo Sarkozy fa del terrorismo verbale pretattico, lui e il suo governo ripetono che siamo alla vigilia di una possibile esplosione dell’euro, e tendono a nascondere la crisi incipiente della Francia dietro il comando a due delle regole dell’Unione. La Merkel vuole mettere le briglie fiscali a tutta l’Unione e in particolare all’area euro, con un meccanismo di revisione dei trattati discusso con la Francia, e in cambio non offre alcunché per dissuadere i mercati finanziari dal mordere il debito profittando dell’inazione statutaria della Banca centrale europea. Leggi Tagliare i tassi non basta - Leggi “Traditi” dalla Bce, gli europei usano toni drammatici sulla fine dell’euro 09 DIC 2011
Voglia di epurazione Monti ha definito con ironia “ondate di eccitazione psicodrammatica” le alterazioni isteriche del carattere manifestatesi nel caso della sua controversa presenza a “Porta a Porta”. E ha deciso, nonostante gli appelli in contrario di scrittori piacioni e nobélisables come Claudio Magris, associati al solito club di miliardari faziosi (Libertà & Giustizia), di recarsi ieri sera, senza tante storie, negli studi di via Teulada dove Bruno Vespa fa il suo mestiere di giornalista e conduttore di talk-show (per rispondere ad alcune domande sue e di altri colleghi sulla manovra: che bizzarria, eh?). 07 DIC 2011
Prendere atto, reagire o sparire La manovra del governo tecnico è ingiudicabile. Invece è giudicabile e condannabile il comportamento suicida della politica italiana. La resa all’inevitabile delle classi dirigenti. La manovra è concepita per rassicurare mercati finanziari e decisori europei del direttorio franco-tedesco, e corrisponde alla bisogna. Si può soltanto prenderne atto, per il punto a cui sono arrivate le cose. Insieme bisogna prendere atto che siamo un paese politicamente, civilmente e istituzionalmente minore. La nostra storia già parla per noi, ma l’attualità impone una tragica presa d’atto del fatto compiuto. Leggi l'editoriale Opposizione legittima, eccome 06 DIC 2011
Indignarsi per il maltrattamento mediatico di don Verzé? Non esageriamo Al direttore - Mi fa orrore il trattamento da mafioso che Repubblica riserva a don Verzé. Condivide la mia indignazione? Vincenzo Garzillo No. Gli accanimenti personali sono sempre ambivalenti, e possono virare al losco, ma considero don Luigi Verzé un agguerrito e spesso tracotante nemico ideologico di tutte le cose laiche. Leggi l'inchiesta sul San Raffaele di Crippa e Tilacos - Leggi I tanti nemici di don Luigi Verzé e del suo “carisma del denaro” - Leggi Il martire del San Raffaele 05 DIC 2011
I professori facciano il loro compito. Li giudicheremo noi Ora è il professor Monti a rifilare una poderosa stangata a tutti i contribuenti (quelli che pagano le tasse, gli altri si vedrà in un molto ipotetico futuro). Un colpo duro a tutti i pensionati e pensionandi, pubblici e privati, maschi e femmine. Ai proprietari di quel bene rifugio universale chiamato prima casa, agli utenti dei pubblici servizi sanitari e di trasporto, agli enti locali territoriali e alle Regioni. 05 DIC 2011
La scolaretta dalla Cgil che prega il preside di non rovinarle la festa Questa Susanna Camusso è veramente perversa, nella sua frivolezza. Ha chiesto a Monti di non rovinarle la festa per la caduta di Berlusconi. Proprio così. Una battuta degna del pollaio giornalistico di serie B, una robina per squinzie dell’antiberlusconismo militante e mediocre. Una cosa che neanche lo sgomitante e trafelato Curzio Maltese, non dico un principe del cazzeggio nobile come Michele Serra. 04 DIC 2011
La cura tecnica e la democrazia A riformare le pensioni e le tasse e la concorrenza di mercato ci si sono provati in tanti, nel corso di due diversi regimi, la prima e la seconda Repubblica, quella dei partiti, della Democrazia cristiana e di Craxi, e quella degli schieramenti bipolari incarnata da Berlusconi e dall’Ulivo. Risultati anche importanti ma minimi, scacco politico e strategico. L’Italia si ritrova infine isolata davanti al tribunale della crisi finanziaria della moneta unica, è segnata a dito e trattata apertamente come la polveriera d’Europa, intorno alla sua spirale recessiva da debito ruota il mutamento nella natura del potere di comando sovranazionale. 03 DIC 2011