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Pace a Sharon, sapeva cos’è la guerra col destino

Se penso a Sharon, sia pace all’anima sua, penso a due date. Lunedì 15 aprile 2002 per iniziativa di questo giornale si fece una giornata di mobilitazione per Israele minacciata dal terrorismo jihadista degli shahid e dalla solita campagna velenosa di calunnie e di odio antisionista e antisemita. Una gran folla non di soli ebrei si radunò in Campidoglio raccogliendo l’appello del Foglio, sfilò in un clima di entusiasmo e di rivincita contro anni di sequestro delle piazze ad opera delle kefiah, e andò a posare un simbolico sassolino alla sinagoga del ghetto, seguì un comizio. Meotti Sharon, il leone di Dio - Stefanini Una vita spesa per Israele

13 GEN 2014

L’Act mancato di Matteo

Il documento sul lavoro reso noto via mail da Matteo Renzi, non senza “un sorriso” a timbrare e umanizzare la novità, è stato accolto – soffietti a parte – con una notevole diffidenza. E’ generico, improvvisato e va riscritto con maggiori competenze, ha osservato sia pure con tono rispettoso Pietro Ichino; è tutta fuffa, secondo il focoso e chirurgico Renato Brunetta; è bene ispirato, ha molte idee che vanno nella giusta direzione, ma è un manifesto politico o bandierina ideologica più che un atto di governo della società, secondo i liberisti dell’Istituto Bruno Leoni.

10 GEN 2014

Perché ora il centrodestra deve scegliere un programma

La destra italiana deve reinventarsi. Il suo spazio è quello dell'opposizione sociale intelligente e intransigente. Bisogna incominciare da subito. Può la politica nel 2014 procedere per aggiustamenti e chiacchiere e alchimie dei conti pubblici e riforme istituzionali in alambicco? Certo che no. Elezioni ci saranno comunque, quelle europee. La spinta allo scioglimento di questo Parlamento e al suo rinnovo è forte: concorrono le urgenze della crisi di sistema, le ambizioni di una nuova generazione nella leadership a sinistra e a destra.

06 GEN 2014

Sarà l’anno del ritorno al cuore, ma la tenerezza la terrei a bada

Sarà l’anno del ritorno al cuore. Organo non razionalizzabile, il cuore è il deposito di molte cose buone, in particolare della capacità di amare e di riconoscere l’amore negli altri, ma senza l’intelligenza, senza il riconoscimento dell’autorità e del mistero, risolve tutto in tenerezza. La chiesa cattolica ha una profonda e insondabile influenza sul mondo occidentale, sebbene i papi abbiano rinunciato al patriarcato d’occidente come titolo di dottrina e onore. I grandi mutamenti della metà del secolo scorso sono inimmaginabili senza il riscontro del Concilio Vaticano II. Ci espone a rischi la propensione del momento alla predicazione e alla pratica della tenerezza.

06 GEN 2014

Relativismo ad maiorem gloriam Dei

L’omelia di ringraziamento per la canonizzazione di san Pietro Favre è molto bella, e mostra i lineamenti del relativismo cristiano nel suo fulgore cinquecentesco. Il gesuita si svuota per lasciare posto all’insondabile Dio dell’interiorità, al centro del suo cuore che anela con virtù desiderante, nell’indifferenza psicologica e nella massima concentrazione, a fare la gloria di Cristo e ad afferrare la volontà di Dio todo modo. L'inquietudine del gesuita di Papa Francesco

04 GEN 2014

Marchionne è un caso politico

Marchionne è un caso politico, prima di tutto. Non è solo questione di nuovi modelli, di mercato dell’auto italiano, di valori finanziari, di concambi e transazioni proprietarie, di famiglie del capitalismo transoceanico. L’incredibile performance del chief officer globale (Canada, Svizzera, Abruzzo) e della piccola e ormai marginale industria italiana in declino che si mangia un marchio in disperata crisi della grande tradizione di Detroit e va fino in fondo, tanto da divorarlo e digerirlo ora che l’economia americana è in ripresa, anche avvalendosi dei suoi profitti, non è solo una storia magnifica e in parte misteriosa di potere finanziario e di ardimento nel gestirlo con il sostegno dei poteri decisivi, politici e di mercato, nella patria del capitalismo; è anche e sopra tutto essa stessa un nuovo modello politico degno del quinto centenario del principe di Machiavelli.

02 GEN 2014

Le nove vite di Berlusconi e l'errore di crederlo finito

Ora parlerò in modo apologetico di Berlusconi, come fosse Babbo Natale. Mi comporto deliberatamente male, secondo le convenzioni dell'ipocrisia perbenista di sinistra, per di più su un giornale di tradizione che appartiene alla sua famiglia. Lo faccio per via della mia e nostra libertà psicologica dai falsi pudori e perché, a sentire i guru del pensiero corretto, siamo una ridotta di giapponesi che non ha capito come la guerra sia già finita, e la sconfitta di Berlusconi senza rimedio.

30 DIC 2013

Vorrei farmi una canna di stato per dimenticare la serietà al governo

Quei giocherelloni dell’Economist, parlando con rispetto del 2013, hanno dato la palma all’Uruguay, dove per iniziativa di un presidente fantastico, un ex guerrigliero invecchiato bene che vive senza acqua corrente ed elettricità in un piccolo podere, la marijuana ora la produce lo stato e costa un dollaro al grammo. Sottoscrivo. E osservo che almeno quest’anno un po’ così ci ha dato un elemento mattocchio nell’ordine, come dicono gli intellettuali agguerriti, del simbolico.

29 DIC 2013

Perché rifiutare l'aborto fa rinascere il buon senso

Le poche esperienze di santità laica, come quella di Paola Bonzi alla Mangiagalli di Milano, dovrebbero diventare leggenda e mito, invece che essere trascurate e umiliate in favore delle sciocchezze sulla libertà riproduttiva

23 DIC 2013

Meglio il cazzeggio dei pischelli che il risaputo degli hommes d’Etat

Certo che fanno un po’ ridere, una che scambia ministro o ministero e l’altro che lo bocciano all’abilitazione in piena lezione cattedratica all’Italia su come riformare l’economia e il lavoro, e anche il mentore di Madia e Taddei, il Renzi capotavola della segreteria che si riunisce in ore antelucane, non si toglie di dosso, nonostante la scaltrezza e le strategie di marketing e una autentica voglia di fare nuova politica, la sindrome che Salvatore Merlo chiama “dei calzoni corti”. Ma io insisto. Li ammiro, sebbene con il sorriso sulle labbra, perché sono la speranza di un mondo salvato dai ragazzini, e scusatemi se è poco. 

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